di Michele Cosentino, responsabile nazionale FGCI scuole di partito
Novantacinque anni. Novantacinque anni dallo scoppio della Rivoluzione d’Ottobre e dalla conquista del potere in Russia da parte dei bolscevichi: un anniversario che ad alcuni non dirà nulla, a molti ricorderà qualcosa di terribile obliato dai libri di storia,ai più richiamerà alla mente le immagini di un mondo “alternativo” che oggi sembra distare anni luce dal nostro modo di vivere,dal nostro mondo ritenuto omertosamente il più giusto,il più corretto,quello che certo non sarà il sistema perfetto,ma perfettibile sì. Quasi a riprendere l’antico assioma per cui proprietà e sfruttamento sarebbero “naturali” punti d’arrivo del genere umano,elementi imprescindibili dell’universo empirico reale. Che strano,compagni,che strano mondo nuovo,orbene,se tale sistema che avrebbe dovuto sconfiggere i corsi ed i ricorsi storici si fonda invece su un antico e fallimentare modo di pensare e d’operare,che l’omologazione di massa,l’intellettuale organico della borghesia,gli accoliti invasati del capitalismo vogliono far passare per la massima aspirazione delle masse lavoratrici del XXI° secolo. I vecchi termini,infatti,le vecchie nomenclature dai vari significati,i vecchi lemmi,persino la vecchia linea del significato e del significante cade vittima di una trasformazione collettiva che sembra investire abnormi quantità di individui e si ferma invece a blande modifiche di facciata,non di sostanza,atte ad ingannare ancor di più i proletari del globo globalizzato e a garantire,di contro,la sussistenza di quegli imperi che,come i trucchi del mago,esistono ma non si vedono.