La Rivoluzione di Febbraio del 1917

1917 folladi Domingo Abrantes | da avante.pt

Traduzione di Marx21.it

In occasione del centenario della rivoluzione democratica borghese in Russia, del Febbraio 1917, occorre ricordare questo straordinario evento che, nel suo sviluppo, è inseparabile dalla Rivoluzione Socialista d’Ottobre, il più grande evento di tutto il XX secolo e i cui cento anni si celebrano pure quest’anno.

L’importanza della Rivoluzione di Febbraio risalta per il fatto di essere stata la prima rivoluzione popolare vittoriosa e anche per fatto di avere messo fine a più di 300 anni di regno della dinastia dei  Romanov, la monarchia più reazionaria e sanguinaria, di essersi trasformata in un evento di importanza internazionale e per il fatto che il proletariato russo e il Partito Bolscevico abbiano creato le condizioni per porsi all’avanguardia del processo rivoluzionario mondiale. Va rilevato anche come molte di tali esperienze si siano trasformate in patrimonio comune, acquisendo valore universale. Durante gli avvenimenti memorabili del 1917, nell’attività del Partito Bolscevico e del proletariato russo si sono manifestati processi che in qualche modo si sono ripetuti e non mancheranno di ripetersi in futuro in altri paesi.

Processi che sono stati comprovati da allora fino ai nostri giorni e che i comunisti portoghesi, che hanno partecipato alla rivoluzione più recente che ha avuto luogo in Europa, hanno potuto confermare, in particolare per quanto concerne il ruolo rivoluzionario della classe operaia nell’approfondimento delle trasformazioni democratiche e nella loro difesa; il carattere inscindibile della difesa delle libertà e della democrazia dalla liquidazione del potere economico dei monopolisti e dei latifondisti; la tendenza dei socialdemocratici ai compromessi con gli sconfitti del giorno prima, con l’obiettivo di soffocare le conquiste rivoluzionarie del movimento operaio e popolare; le ingerenze dell’imperialismo nella vita interna degli stati e dei popoli.

A dimostrare il carattere indissolubile tra il soddisfacimento delle rivendicazioni politiche, economiche e sociali dei lavoratori e delle masse popolari e le grandi trasformazioni socio-economiche e quanto sia illusorio parlare di libertà e democrazia per le masse conservando intatto il potere economico, politico, culturale e militare delle classi dominanti, la Rivoluzione di Febbraio ha fatto avanzare in modo significativo la natura e i contenuti del concetto di rivoluzione sociale.

La Rivoluzione di Febbraio ha cambiato profondamente il contesto dell’evoluzione del mondo. Con il crollo della monarchia zarista, si sono polarizzate le forze di classe su scala mondiale; la lotta di massa contro la guerra imperialista e la lotta dei lavoratori per il soddisfacimento delle rivendicazioni politiche, economiche e sociali, hanno ricevuto nuovo impulso; si sono rafforzate le posizioni organiche e ideologiche del movimento operaio e delle correnti socialiste rivoluzionarie, in opposizione alle correnti opportuniste della socialdemocrazia della II Internazionale, sprofondate nel pantano dell’opportunismo e della complicità con la guerra imperialista.

La prima fase

La conferma pratica della parola d’ordine dei bolscevichi, secondo la quale, per porre fine alla guerra è urgentemente necessario, per i lavoratori e i popoli, trasformare la guerra imperialista in guerra civile contro il dominio della borghesia, si è tradotta in una grande adesione, ha dato impulso alla lotta contro la guerra e per la pace e si è trasformata in una grave minaccia per il dominio della borghesia.

Questa parola d’ordine bolscevica, la cui elaborazione è attribuibile a Lenin, ha avuto un’enorme portata strategica nella misura in cui non si limitava a presentarsi solo nei termini di una lotta per una rivendicazione immediata – nel caso della Russia l’avvio di azioni per il rovesciamento della monarchia zarista – ma anche come necessità per le forme di lotta, il sistema delle alleanze, le rivendicazioni politiche, economiche e sociali e per proiettarne i risultati nella prospettiva del socialismo, di cui la rivoluzione democratica borghese ha rappresentato la prima fase.

I bolscevichi non furono colti di sorpresa dagli eventi di Febbraio, ma avevano idee ben precise, sia per quanto riguardava la rivoluzione che aveva appena trionfato, che riguardo alla questione della sua trasformazione in rivoluzione socialista, la cui teoria cominciò ad essere elaborata da Lenin nel corso della Rivoluzione del 1905-1907 e di cui la sua opera “Due tattiche della socialdemocrazia nella rivoluzione democratica” continua ad essere fonte di pensiero creativo anche nel nostro tempo.

Ovviamente, a quel tempo, Lenin non poteva immaginare che un mese dopo la Russia sarebbe entrata nelle doglie del parto della rivoluzione. Ciò che egli sapeva era che erano maturate, oggettivamente, in quasi tutti i paesi coinvolti nella guerra, le condizioni di una crisi rivoluzionaria.

E’ stato in Russia, all’epoca il paese in cui tutte le principali contraddizioni del sistema capitalista si presentavano in forma acuta e concentrata che la crisi è esplosa. La Russia si era trovata, per un insieme di circostanze storiche, al centro del movimento rivoluzionario mondiale. Le forze della classe operaia erano cresciute significativamente. In nessun altro paese del mondo erano così elevati i livelli di concentrazione della classe operaia (il 60% di tutti gli operai lavorava in imprese con più di 500 lavoratori, e in alcune di esse i lavoratori erano più di 10.000 e persino più di 20.000) e in nessun altro paese esisteva un partito rivoluzionario così solidamente radicato nelle fabbriche e con tanta influenza nella direzione della classe operaia. La Russia era praticamente l’unico paese in cui la classe operaia non era stata contaminata dal “virus” dello sciovinismo della II Internazionale. La Russia era, perciò, il paese in cui si erano create, in primo luogo, le condizioni perché la classe operaia passasse all’offensiva.

L’ascesa della lotta rivoluzionaria della classe operaia in Russia può essere misurata dalla gigantesca ampiezza delle lotte delle masse operaie, lotte supportate da grandiose azioni dei contadini e dei soldati.

La Rivoluzione di Febbraio scaturì da un gigantesco e combattivo movimento di massa che, combinando forme di lotta legali e illegali, pacifiche e non pacifiche, fece confluire in unico flusso la lotta della classe operaia, dei contadini, dei soldati e la lotta del movimento nazionale dei popoli soggiogati dallo zarismo, sotto la direzione del Partito Bolscevico – l’unico partito che disponeva di un’organizzazione nazionale e di un programma pensato per la rivoluzione.

La Rivoluzione di Febbraio ha creato una situazione veramente originale e unica. Il governo che era salito al potere doveva questo potere alle masse che presentavano rivendicazioni che il governo, per i suoi interessi di classe, non poteva soddisfare, ma neppure aveva la forza reale per affrontare le masse che non erano disposte a rinunciare alle loro rivendicazioni, né a prolungare la fine del coinvolgimento della Russia nella guerra. Situazione originale e unica in considerazione del fatto che la rivoluzione, per la sua natura, era si democratica borghese, ma già non lo era per la forma, nella misura in cui l’intervento delle masse e il potere dei soviet stavano dando impulso a una rivoluzione che andava ben oltre le rivoluzioni democratiche borghesi correnti.

Anteprima della Rivoluzione d’Ottobre

Le tesi di Lenin si fecero strada attraverso un’intensa discussione ideologica, in cui molte volte si era trovato in netta minoranza. La realtà, la rivoluzione nel concreto, poneva molti problemi che la teoria non aveva previsto o prevedeva in modo diverso. Era necessario rendersi conto che, come affermava Lenin, le parole d’ordine e le idee bolsceviche, in generale, sono state pienamente confermate dalla storia, anche se le cose sono andate in un altro modo da come ci si potesse aspettare, “in un modo più originale, più peculiare, più variato”.

Hanno assunto particolare rilevanza le questioni relative al ruolo del partito rivoluzionario, dello Stato, della democrazia come parte integrante della lotta per il socialismo e della rivoluzione socialista nella fase imperialista, questioni a cui Lenin ha dedicato particolare attenzione a partire dalla Rivoluzione del 1905-1907.

La vittoria della Rivoluzione di Febbraio si è tradotta in importanti conquiste politiche delle masse popolari: libertà di azione aperta a tutti i partiti politici; liberazione dei prigionieri politici e ritorno degli emigrati, abolizione della censura sulla stampa, libertà di espressione, di riunione e manifestazione.

L’esistenza e l’attività dei soviet, come espressione del potere popolare, è stata una conquista che non ha paralleli in qualsiasi altra democrazia borghese. La Russia era in quel momento il paese più libero, più democratico del mondo.

E’ stato in queste condizioni che, come Lenin aveva previsto, la conquista della democrazia in Russia non segnò, né poteva segnare, la fine della rivoluzione, ma avrebbe dovuto aprire la strada allo sviluppo della rivoluzione, verso la rivoluzione socialista.

Mentre la Rivoluzione del 1905-1907 è stata la prova generale delle rivoluzioni del 1917, la Rivoluzione di Febbraio è stata l’anteprima della Rivoluzione Socialista d’Ottobre, la rivoluzione che ha dato ai popoli della Russia “esausti per la guerra, la pace, il pane e la libertà”. Il 1917 è definitivamente entrato nel calendario della storia come l’anno in cui la classe operaia, intervenendo in modo indipendente, ha dimostrato la sua capacità come classe creatrice di una nuova forma di organizzazione sociale, il socialismo.