Il 15 ottobre 1987 Thomas Shankara venne ucciso nel corso di un golpe in Burkina Faso assieme ad altri dodici ufficiali. Il colpo di stato era stato organizzato da Francia e Stati Uniti e pose fine al suo progetto rivoluzionario di liberazione dalla povertà.
“Per l’imperialismo è più importante dominarci culturalmente che militarmente. La dominazione culturale è la più flessibile, la più efficace, la meno costosa. Il nostro compito consiste nel decolonizzare la nostra mentalità”. Queste parole di un acume straordinario sono state pronunciate da Thomas Shankara, rivoluzionario, marxista, leader politico carismatico il cui ricordo rimane ancora prepotente in Africa, e non solo. Primo presidente nella storia del Burkina Faso, Shankara si impegnò in modo assiduo nel portare avanti riforme radicali contro la povertà. Soprannominato il “Che Guevara” africano, Shankara avrebbe poi condiviso con il rivoluzionario argentino anche la morte, entrambi infatti sono stati beceramente assassinati da chi era troppo spaventato dal loro genio.