Patrimonio scientifico-tecnologico fra lunga durata e attuale emergenza

di André Tosel | da www.robertosidoli.net

toselLa tradizione italiana marxista di riflessione sulle scienze e il loro uso sociale è sempre stata reticente nei confronti del realismo epistemologico, marcata dallo storicismo e dall’idealismo soggettivo: bisogna risalire alle opere troppo trascurate e notevoli di Ludovico Geymonat (e di certi dei suoi alunni) – come tra l’altro Filosofia e filosofia della scienza (1960), Scienza e realismo (1970) e la monumentale Storia del pensiero scientifico e filosofico – per vedere proposta un’interpretazione materialista e dialettica della storia della conoscenza scientifica, che difenda del tutto l’obbiettività di questa conoscenza e la sua necessaria utilizzazione da parte delle forze desiderose di trasformare la società capitalista. Bisogna anche tenere conto del materialismo leopardiano di Sebastiano Timpanaro, critico di qualunque progressismo.

Il riferimento al materialismo dialettico, ispirato all’Engels della Dialettica della natura ed a Lenin, è ancora più rara, tanto fu compromessa dal percorso del dia-mat sovietico. È un segno del tempo che alcuni filosofi, Roberto Sidoli, Massimo Leoni e Daniele Burgio, osino ritornare su questo problema riferendosi ancora a Marx, Engels, Lenin, pur sempre rimanendo consapevoli che la prospettiva di un’ontologia materialista generale, dall’atomo alla Storia, ha perso qualunque giustificazione e che il sogno della filosofia che si trasforma in una scienza enciclopedica delle scienze è o impossibile o da incubo.

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