GRAMSCI, SAVIANO E IL SENSO DELLA STORIA
di Guido Liguori
Antonio Labriola solamente capace di invocare il «tanto peggio, tanto meglio». Gramsci che inneggia alla violenza verbale e fisica (sia pure moderata: nella fattispecie minacciava «un cazzotto»). Togliatti che eccede con le parole nel giudicare Turati (nel 1932, in piena strategia staliniana del socialfascismo, che sarà ben presto archiviata e trasformata, grazie a Dimitrov e a Togliatti, nella stagione dei fronti popolari e del patto Pci-Psi). A Roberto Saviano, su la Repubblica di ieri, bastano poche frasi estrapolate senza nessuna contestualizzazione storica per tracciare il suo brillante teorema: il Pci e i comunisti sono i maestri dell’intolleranza, i padri spirituali di quell’estremismo che oggi – prosegue lo scrittore – guarda con simpatia a Cuba e a tutti i regimi più feroci purché antiamericani. Meno male che il Pd e Sel si sono ravveduti…
È, francamente, una tesi insostenibile, che dimostra – in primo luogo – una notevole incultura storica. Si può certo preferire la tradizione riformista a quella comunista (l’articolo prende le mosse da un libro su Turati e Gramsci), non si può invece usare disinvoltamente il metodo postmoderno di prendere poche citazioni isolate e costruirvi una narrazione di comodo. Labriola, il filosofo napoletano primo maestro di Benedetto Croce, è dunque alla stregua di un brigatista rosso? Il Gramsci che è oggi il pensatore italiano più studiato nel mondo sta tutto in quel giovane polemista dalla penna troppo tagliente? Neanche Vendola può essere d’accordo con questa caricatura… E Togliatti, uno dei padri della democrazia e della Costituzione italiane, da molti dipinto alla stregua di un prudente Cavour del Novecento, è davvero tutto in quel giudizio eccessivo e sbagliato su Turati, che va però contestualizzato in quegli anni «di ferro e di fuoco»? Anche Bersani insorgerebbe! E il Pci, il partito di Berlinguer, era in combutta con gli «untorelli»? E Cuba è solo illibertà (e dunque, per converso, il potente vicino stelle e strisce, è davvero il campione della libertà)?
Saviano – traspare dall’articolo – frequenta molto la rete, e vi trova anche opinioni strampalate, sbagliate, eccessive: on line un singolo fa pesare, si sa, la propria voce, qualunque cosa dica, ben più che se fosse in una piazza o in un corteo. Ma affermare che l’origine e la responsabilità di ogni posizione oggi controcorrente, condivisibile o meno che sia, vadano ritrovate nella storia dei comunisti, in particolare dei comunisti italiani, è una tesi non seria. Forse Saviano, oltre che navigare e leggere pamphlet a tesi – esercizio senz’altro utile, beninteso – potrebbe riservare un po’ di tempo anche a leggere qualche buon libro di storia.