
di Marco Pondrelli
Il 25 aprile ci permette di guardare al nostro passato ma ci costringe anche ad aprire gli occhi sul nostro presente. L’antifascismo nella narrazione ufficiale rischia di diventare una caricatura, si disconosce il ruolo dei comunisti (italiani e sovietici anche di quelli che combatterono in Italia) e si accompagna al ricordo della Resistenza quello delle foibe e degli alpini morti, che un improbabile Presidente regionale vorrebbe morti per difendere la nostra libertà.
Questo banalizzazione e falsificazione dell’Antifascismo e della Resistenza è funzionale alle politiche belliciste della Nato e dell’Unione europea. Con grande leggerezza oggi si parla di nucleare e di riarmo (tedesco), si descrive una Russia aggressiva mentre negli ultimi 30 anni è stata la Nato ad allargarsi e ‘abbaiare alla porta della Russia’. I valori e gli ideale che ispirarono uomini e donne nella guerra contro il nazifascismo erano all’opposto di questa politiche.
Se oltre al 25 aprile volessimo degnamente ricordare Papa Francesco dovremmo ricordare le sue parole per la pace, dovremmo ricordare quando parlo di ‘pazzi’ a proposito di coloro che parlavano del 2% di spese per la difesa e dovremmo ricordare anche le sue parole sul genocidio a Gaza. La cifra della politica italiana e mondiale è l’ipocrisia.
Sgombrando il campo da tutta questa nebbia ideologia, proviamo a guardare quello che ci circonda. Il Partito democratico cita spesso la Costituzione e la necessità di difenderla (dopo peraltro avere provato a stravolgerla) ma come si possono legare le politiche belliciste alla nostra legge fondamentale. L’articolo 3 recita: ‘E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese‘, domandiamoci se gli ‘ostacoli’ vengono rimossi o se ogni giorno se ne creino di nuovi.
Il nostro 25 aprile deve essere diverso, il ricordo della Resistenza non può essere slegato dall’impegno per la pace e per la giustizia sociale, chi canta ‘bella ciao’ e chiede di spendere in armi tradisce quei valori e non a nulla a che spartire con l’antifascismo.
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