
di Anastasia Korosteleva
Traduzione dal russo a cura di Eliseo Bertolasi
Si riporta integralmente la trascrizione e traduzione dell’intervento di Anastasia Korosteleva alla conferenza del 14 dicembre, nella città di Verona, “Dalla filosofia al patriottismo, attualità del filosofo russo Ivan Il’in”, organizzata dal Movimento Internazionale Russofili – Italia (MIR).
Relatori:
Anastasia Korosteleva, filosofa del Centro Educativo e Scientifico “Scuola Politica Superiore intitolata a Ivan Il’in”, in collegamento video da Mosca,
Eliseo Bertolasi, presidente della sezione italiana del Movimento Internazionale Russofili,
Massimiliano Bonavoglia, presidente dell’Associazione “Amicizia Lombardia-Bielorussia”.
Moderatore: Palmarino Zoccatelli, presidente dell’Associazione “Veneto-Russia”.
“Nel contesto dell’attuale modernizzazione russa, è pungente la questione dello sviluppo del patriottismo, la cui carenza è irta di gravi conseguenze. Come nota Huntington, la ricerca dell’identità nazionale (“Chi siamo noi?”) è diventata centrale nel mondo post-Guerra Fredda, trascendendo le divisioni ideologiche, politiche ed economiche: “I popoli e le nazioni stanno cercando di rispondere alla domanda più semplice che una persona possa mai affrontare: “Chi siamo?”. E questi rispondendo in modo tradizionale, si rivolgono a quei concetti che per loro contano di più”[1].
Il’in contrappone il patriottismo nazionale, basato sull’amore per il popolo e la madrepatria, con l’ideologema del “patriottismo” utilizzato per giustificare il regime politico esistente.
Aleksandr Dugin scrive: “Ivan Il’in era un hegeliano, la sua opera filosofica più significativa è dedicata a Hegel. La sua lettura di Hegel è del tutto coerente con le tradizioni dell’hegelismo di destra europeo, che rifiutava radicalmente l’interpretazione di sinistra, tipica del marxismo”[2]. Il’in considera Hegel una figura centrale nella storia della filosofia. Nel suo sistema, Il’in vede un riflesso adeguato dell’essenza tragica della storia mondiale, che si è manifestata in modo particolarmente chiaro nel ventesimo secolo. Qui la filosofia di Hegel appare come filosofia della tragedia mondiale, che spiega l’esistenza storica umana attraverso contraddizioni ontologiche fondamentali.
Dugin sottolinea l’influenza di Hegel su Il’in nella comprensione della storia come istituzione di una monarchia ideale “dove una persona realizza pienamente la sua missione, sarà stabilito un ordine verticale spirituale incrollabile”[3].
“Come filosofo, Il’in vedeva nella monarchia non solo uno dei possibili sistemi politici, ma la “fine della storia” hegeliana”[4]. Nonostante questa influenza di Hegel, riflessa nel fervore di Il’in per la dialettica, per il concetto di spirito del mondo, e di processo storico, Il’in ripensa le idee hegeliane integrandole nel proprio sistema religioso e filosofico, considerando l’apparizione di Gesù Cristo come il punto più alto e culminante dello sviluppo storico, in tal modo concettualizzando questo fenomeno da una posizione puramente russa e ortodossa, non caratteristica della filosofia di Hegel, che era un ardente protestante luterano.
È importante ricordare che Il’in è una figura molto controversa. La sua contraddizione coinvolge il concetto hegeliano di “coscienza infelice”. L’uomo, in quanto portatore sia del principio divino, che del male, è responsabile della vita e della morte degli altri, il che crea un dilemma morale insormontabile: il desiderio di perfezione è inevitabilmente associato a compromessi e sacrifici morali nel corso della storia dell’umanità. Questo argomento è rivelato in modo più completo da Il’in, in polemica con Tolstoj, nella sua opera “Sulla resistenza al male con la forza”.
Il sentimento di patria e di patriottismo hanno un significato sostanziale per Il’in, che li percepiva come un fenomeno spirituale e religioso basato sull’idea cristiana di unicità di ogni popolo. Il’in afferma che il tesoro spirituale della Patria vive nell’anima dell’uomo, nel profondo del suo cuore che canta.
Egli individua tre assiomi della coscienza civile: “il senso della propria dignità spirituale”, “la capacità di autogoverno volitivo” e “il reciproco riconoscimento spirituale”. Questi assiomi, radicati nella cultura spirituale (religione, arte, statualità, difesa della patria), portano all’“orgoglio nazionale”.
Il’in contrappone ciò al nazionalismo, quest’ultimo è fissato ai risultati materiali (economismo, statalismo) e nega le altre culture. Queste forme distorte di nazionalismo, in contrasto con il vero patriottismo, portano a significativi conflitti interetnici e d’interciviltà. Il vero patriottismo che agisce come la più alta autodeterminazione, basata sulla fede e sul servizio alla Patria, è subordinato al servizio di Dio. Per tal motivo non bisogna cedere a quelle accuse diffuse, secondo le quali Il’in viene interpretato come fascista, cosa che, ovviamente, non è mai esistita.
È importante notare che Il’in considera il patriottismo come un atto spirituale e creativo di autodeterminazione di un individuo e di una nazione, definito da tre fattori: geografico (estensione e necessità di autodifesa), religioso (l’Ortodossia come caratteristica fondamentale, incarnato nell’immagine della “Santa Rus’”) e stato (autocrazia storica). Il’in crea un concetto complesso e su più livelli di patriottismo russo, rifiutando spiegazioni semplificate di tipo biologico, o puramente statali.
Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che Il’in è anche un filosofo religioso ed esistenziale, quindi il punto chiave nel pensiero di Il’in è l’aspetto spirituale e religioso del patriottismo. Si allontana dal patriottismo ciecamente istintivo, dividendolo in forme inferiori e superiori. Il vero patriottismo, secondo Il’in, si basa sull’autodeterminazione spirituale dell’individuo, sulla sua consapevole scelta di fede e sulla sua attuazione nella vita. A questo patriottismo più alto, si arriva attraverso la maturità spirituale, la completezza e l’integrità dell’individuo, che trova significato nel servire Dio e la Patria.
Il’in si concentra sull’“autodeterminazione spirituale”, sullo “spirito” e sulla “vita spirituale” del popolo. Il legame spirituale e religioso di un popolo e di un individuo, secondo lui, si fonda su “un’esperienza simile a un unico e comune fenomeno spirituale”, la cui espressione più completa è rappresentata dall’unità della fede attraverso la “conciliarità” (Un insieme di visioni e idee religiose e filosofiche adottate dalla filosofia religiosa russa tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo che mirava a unire le persone sulla base dell’Ortodossia e della moralità popolare tradizionale ndr.). L’amore per la Patria, secondo Il’in, si consegue attraverso l’esperienza spirituale personale, che porta all’unità dello spirito della nazione, e si realizza mediante la consacrazione dell’energia creativa dell’anima al destino spirituale del popolo.
Il’in sottolinea il ruolo della fede ortodossa nella creazione della comunità spirituale e dell’unità del popolo. Crede che siano la comunanza di fede e la comunanza spirituale d’idee i legami più forti che contribuiscano all’interazione tra individuo e società, portando quest’ultima alla crescita spirituale. In tal contesto, il patriottismo diventa non solo un sentimento di amore per la Patria, ma un atto di affermazione spirituale.
L’identità nazionale, secondo Il’in, è la conseguenza e l’incarnazione di questa natura spirituale del popolo russo: “Va notato” – scrive Il’in – che il legame spirituale e religioso di un popolo, come di un individuo, si basa su un’esperienza simile a un fenomeno spirituale unico e comune. Non esiste unità più profonda come nella contemplazione stessa dell’unico Dio, e il vero patriottismo si avvicina a tale unità”[5], oppure: “Il criterio principale per ottenere l’amore per la Patria è la presenza nell’individuo di un’esperienza spirituale personale, che porta all’unità dello spirito della nazione. Una persona acquisisce la sua Patria solo quando dedica lo stato creativo della sua anima e del suo destino al destino spirituale del suo popolo”[6].
Certamente, come filosofo religioso, Ivan Il’in concettualizza l’esperienza spirituale. Lo fa nel suo libro “Assiomi dell’esperienza religiosa”. Il’in si concentra sull’esperienza religiosa individuale, sulla libertà e sulla responsabilità dell’individuo davanti a Dio, il che può sollevare la questione del posto della conciliarità cristiana: secondo Il’in, la preghiera collettiva è significativa solo per coloro che sono già capaci di preghiera indipendente, o per coloro che, attraverso la preghiera collettiva, comprendono la preghiera individuale. Tuttavia, l’idea di conciliarità si manifesta in Il’in mediante un’unica comunità di persone con l’aiuto della fede, poiché Il’in definisce il patriottismo attraverso il prisma della “vita spirituale del popolo”, associato alla spiritualizzazione personale e all’umiltà, raggiunta nella “comunanza del fenomeno spirituale”. L’amore per Dio s’identifica così nell’amore per la Patria.
In conclusione, vorrei dire che il contributo di Il’in alla cultura spirituale russa è significativo per via dello sviluppo dell’applicazione pratica della filosofia in un periodo, che lui stesso definiva come un’era di profonda crisi spirituale. Prevedendo con acume i problemi della fine del XX secolo – la perdita della spiritualità, il significato della vita e il declino morale – Il’in propose una via d’uscita a questo incaglio.
La sua filosofia si basa su una profonda analisi della natura spirituale delle cose, caratterizzata dalla più profonda visione religiosa del mondo, dove verità, bontà e bellezza appaiono trine e di origine divina.
Il’in considerava la storia da una prospettiva spirituale e ideale. La base del suo insegnamento è lo sviluppo sistematico dell’esperienza spirituale e morale”.
Note
[1] Huntington S., Scontro di civiltà. Mosca, 2003, pag. 17.
[2] Dugin A.G., Ivan Il’in: Monarchismo militante, Katehon.: https://katehon.com/ru/article/ivan-ilin-voinstvuyushchiy-monarhizm?ysclid=m4fqewd2sp228229774 (data di accesso 12/08/24)
[3] Ibid.
[4] Ibid.
[5] Ильин И.А. Путь духовного обновления // Ильин И.А. Сбор. соч. Т.1. М.: Русская книга, 1993. С. 191.
[6] Ильин И.А. Родина и мы: сборник / Сост., вступ. ст. и коммент Ю. Т. Лисицы. – Смоленск: Посох, 1995. – С. 318.
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