di Alba Vastano
da http://www.blog-lavoroesalute.org/
La storia che stiamo attraversando sta trainando con sé, in modo progressivo, tutti i mali possibili. Una sorta di flagello universale che ha il sapore di un castigo biblico per tutte le malefatte dell’uomo. Le crisi si susseguono a ritmo incalzante quasi a togliere il respiro, rendendo vana la speranza di avvistare finalmente la luce in fondo al tunnel. A comprendere la forma infida del male in cui stiamo navigando, non del tutto consapevoli forse della gravità, ancora obnubilati dagli effetti della globalizzazione che tutto rende patinato, non poteva essere sufficiente la crisi economica, generata dai Trattati di un’Europa iperliberista che attaccando le Costituzioni ha smantellato lo Stato sociale. E da noi non è bastato neanche il Pd che ha attuato le peggiori riforme contro i diritti dei lavoratori e sulla scuola pubblica. E non è bastata neanche l’opera distruttiva di Salvini, allora ministro degli Interni, che ricoperto di rosari, invocando madonne varie a soccorrere gli Italiani in difficoltà, con ghigno satanico bloccava i barconi della morte.
Ad adombrare tanta barbarie e a confondere il rimpallo delle responsabilità sulla pessima gestione politica ed economica nell’affrontare la crisi sociale ed economica doveva accadere di peggio. E’ avvenuto così che agli albori del 2020 ci è caracollata fra capo e collo la peggior crisi sanitaria dal primo Novecento. Dai tempi della Pandemia dovuta all’epidemia della ‘Spagnola’ che riuscì a falciare milioni di vite. Mascherine, lockdown, terrore di contagiarsi. L’untore da autoctono con gli occhi a mandorla era diventato chiunque potesse anche lontanamente incrociare il nostro cammino. Il sospetto del contagio da Sars-Cov2 era sovrano. Dimenticati i convivi e gli abbracci. Tutti serrati nelle case. Silenzio di tomba nelle strade. 2021: arriva il sancta sanctorum: il dio vaccino della Big Pharma, a tasso elevatissimo di profitto, con sponsor di palazzo, sostenuti h24 da virologi ed epidemiologi a frotte che per un biennio hanno preso possesso di tutti i media. 2022: arriva la guerra. Putin invade l’Ucraina che nel 2014 era già stata invasa nella regione del Donbass dai fascio nazisti, provocando ben oltre 20mila morti nella popolazione ucraina. L’invasore russo invade l’invasore nazista. Ha inizio il gioco perverso di chi per primo ha invaso chi?
Intanto la de-escalation per fermare la guerra che può scivolare in guerra nucleare non avviene. Anzi viene fomentata l’escalation con l’invio delle armi, con il sostegno della Nato e di tutti i paesi atlantisti. ‘Qui si mette male’. E’ il pensiero più sdoganato, ma nessuno dei potenti trova gli accordi per stoppare la guerra. A qualcuno conviene l’escalation ed è chiaro. Ci sono le mega forniture di gas e gli interessi economici con mega profitti di mezzo a reggere acceso lo stoppino della discordia. E, di conseguenza, piomba sulle nostre vite l’ultima crisi, quella energetica di cui al momento non vediamo strabilianti effetti, ma ci avvisano dai media roboanti che il crollo dell’economia arriverà con il gelo. Intanto, a casa nostra, crolla il governo Draghi e si va anticipatamente ad elezioni. Straordinariamente da confezionare in due mesi. A Settembre è stabilita dal Capo di Stato la data per il ritorno alle urne, in modo da formare il nuovo Governo.
Sotto il solleone di un’estate infernale, la più calda dal 2003, solo alcune formazioni politiche, quelle che non hanno un santo in Parlamento, raccolgono firme. Mentre inizia il gioco delle porte girevoli fra i grandi schieramenti e delle formazioni per il voto utile. C’è chi salta il fosso della sinistra radicale e va ad infilarsi in quel contenitore liberista che ha smantellato lo Stato sociale. Per avere più opportunità in difesa degli ultimi, dicono. Sono in molti a pensare che il salto nel neoliberismo predatorio sia solo mero opportunismo per prendersi l’ultima cadrega rimasta e tanti privilegi a più zeri sul conto bancario.
E tutto questo preambolo è solo per comprendere, elencando i disastri che si sono abbattuti sulla nostra vita, in quale forma anomala di percezione del male, l’umanità postmoderna, quella della società liquida, si va infilando sempre di più. E sorge spontanea alla scrivente una domanda complessa: Se, per assunto, il male è tutto ciò che non è bene, nella società liquida che annulla i valori solidi, anche il male diventa liquido e non è più percepito come un valore negativo? Ovvero se ciò che è male diventa liquido e si camuffa alla vista e alla percezione comune del male stesso, si corre o no il rischio che il male passi inosservato e ci appaia non come un mostro da debellare e da cui prendere le distanza, ma come un solerte amico che vuole aiutarci ad uscire dal tunnel? Il male camuffato, infatti, usa delle strategie spesso vincenti.
Il male liquido ci tenta con false promesse, mai ci costringe. Siamo noi che, soffrendo di miopia o di strabismo verso il sistema dominante, scegliamo spontaneamente di farci travolgere, di farci inondare e sommergere nelle sue malefiche spire. Il male è un signore ben vestito , sempre sorridente che, con fare perentorio, ma suadente, appare sistematicamente sui grandi schermi tv, nei nostri profili social, nei grandi store frequentatissimi, templi del mercato globale, e ci convince che se daremo consenso incondizionato alle sue proposte saremo tutelati per sempre. Il male liquido agisce da effetto placebo sulle paure e sulle incertezze di una vita costellata da elementi di precarietà economica, dal bisogno di vivere degnamente, dalle necessità primarie di avere un lavoro, una casa, cure e istruzione. Il signore ben vestito, che non è altro che la metafora del capitalismo tossico dominante, continua a sproloquiare e a sparare dai monitor allettanti false promesse, ossequiato dalle masse ignare, è l’emblema del male liquido. Non coercizza, ma invita in modo mellifluo. E’ un sofista perfetto, tanto da apparire come colui che riporterà il bene e il benessere in questa storia malefica e traviata che stiamo attraversando. Basta dargli il consenso. E quale migliore occasione di quella delle urne per darla vinta al male liquido e farci dominare ancora e ancora una volta?
Zygmunt Bauman nel suo saggio ‘Male liquido’ che si articola su un dialogo con il filosofo Leonidas Donskis , analizza il tema del male nell’era della società liquida, pensiero da lui stesso coniato. Afferma il sociologo :” …Il male liquido ha l’impressionante capacità, tipica dei liquidi, di scorrere attorno agli ostacoli che si ergono o si trovano sul suo cammino. E, come gli altri liquidi, riesce a inumidire tali ostacoli, a impregnarli e macerarli fino ad eroderli e a dissolverli… E’ questa sua capacità, accanto alla elusività, a rendere ancora più arduo lo sforzo di resistere efficacemente al male liquido…”. Nel saggio il sociologo differenzia il male liquido dal male solido così: “A differenza di quello che possiamo definire ‘male solido’, privo di sfumature, bianco o nero, la cui tenace presenza è molto più individuabile nella realtà sociale e politica, il male liquido si presenta sotto un’apparenza di bontà e amore”.
E’ un infingardo il male liquido, così lo vede Bauman. Tramite i suoi devoti beniamini convince ingannevolmente l’ignaro ‘consumatore’ della società liquida che non vi sono alternative, né vie d’uscita migliori di quelle che il suo referente propone. Non rimanda al ‘There is no alternative’, il famoso slogan, contratto in TINA, del primo ministro conservatore inglese Margaret Thatcher, la lady di ferro? L’impotenza e lo smarrimento regnano sovrani nell’ipnotizzato consumatore, mentre il diabolico male camuffato da buon signore, forte delle ‘nozze tra neoliberismo e burocrazia’, compie l’ultimo cinico gesto scaricando tutte le responsabilità degli avvenimenti avversi sulle scelte personali degli individui, come se avessero libertà di scelta, colpevolizzandoli sullo stato globale degli avvenimenti.
Possiamo affermare che il male liquido non è altro che un pervasivo elemento diabolico che può privare gli uomini della memoria, spersonalizzandoli e rendendoli incapaci di un pensiero critico. Individui,deprivati della dignità e della libertà di pensiero, espressione ed azione, capaci solo di ubbidire a dei comandi. Individui sopraffatti dalla paura di vivere, incapaci di agire autonomamente. E tutto questo, alla luce del pensiero critico, è ciò che la paura di vivere e le crisi che si rincorrono stanno producendo. Ed è triste. Davvero molto triste.
Fonti: ‘Male Liquido’, Zygmunt Bauman e Leonidas Donskis- Ed. Laterza
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