
un interessante contributo che spiega la complessità della situazione geopolitica
di Yura Belyj
da https://safonovo.readovka67.ru
Tradotto da Eliseo Bertolasi
29/04/2025
Uno dei partner più affidabili della Russia sta passando dalla parte dei nazisti.
Il gruppo tedesco per la produzione di armi Rheinmetall ha deciso di completare le riserve di munizioni europee con l’aiuto di una filiale nella Repubblica del Sudafrica. La società ha organizzato per Spagna e Polonia consegne di proiettili per milioni di dollari. Probabilmente, l’obiettivo finale è quello di riempire gli arsenali esauriti dal 2022, ma è molto più probabile che le armi africane vengano inviate sui campi dell’Operazione Militare Speciale come aiuto all’Ucraina. Perché un membro dei BRICS consente l’assistenza ai nazisti? Chi sta mettendo i bastoni tra le ruote alle relazioni russo-sudafricane e dove cercare i “coltelli nella schiena”?
Un banchetto di proiettili
Il produttore di armi tedesco Rheinmetall Waffe Munition ha predisposto per l’Europa la fornitura di armi prodotte dalla sua filiale in Sudafrica. Si tratta di grandi quantità di proiettili d’artiglieria a frammentazione ad alto esplosivo, sostanze esplodenti a contatto, detonatori e altre armi, per un valore complessivo di oltre 37,8 milioni di dollari USA. Destinazione finale: Spagna e Polonia. Probabilmente le munizioni sono pronte a rifornire le scorte delle Forze Armate Ucraine. Ciò non contraddice la retorica “da orchi” europea e la posizione della stessa Rheinmetall, che dichiara ufficialmente di stare dalla parte dell’Ucraina.
La Rheinmetall, sul suo sito web, si vanta di fornire all’Ucraina enormi quantità di munizioni, tra cui centinaia di migliaia di proiettili a frammentazione ad alto esplosivo per l’artiglieria di base delle Forze Armate Ucraine, per l’obice americano M777 da 155 mm. Berlino e un altro paese della NATO, il cui nome non è stato reso noto, hanno ordinato all’azienda decine di migliaia di proiettili per l’Ucraina entro il 2025. Inoltre, i rappresentanti dell’azienda hanno firmato un memorandum col Ministro delle Industrie Strategiche dello Stato “Indipendente” (in gergo è un modo per definire l’Ucraina ndr.), Aleksandr Kamyshin. Tra i settori di assistenza rientra la fornitura di veicoli da combattimento per la fanteria Lynx e delle relative munizioni da 155 mm. Conclusione: i proiettili sudafricani finiranno, con il 100% di probabilità, al fronte.
Nel 2023, il Ministero della Difesa estone ha riferito che Kiev aveva bisogno di 200.000 proiettili al mese, ossia da seimila a settemila al giorno. Il costo di un proiettile (per M777) è di 1200 $. Per 37,8 milioni di dollari, dal Sudafrica potranno essere forniti 31.500 colpi, sufficienti alle Forze Armate Ucraine per circa cinque giorni. Si tratta di un sostegno consistente, considerando lo stato deplorevole in cui versano le Forze Armate Ucraine. L’esercito ucraino è stato cacciato dalla regione di Kursk. I colloqui di pace sono giunti a un punto morto. L’infame trasferimento delle riserve durante la tregua di Pasqua non ha fermato l’assalto russo. In un contesto così desolante, ogni mezzo è buono.
Offshore delle armi
Il significato originale dell’apertura dello stabilimento in Sudafrica era il tentativo da parte di Rheinmetall di aggirare le leggi tedesche. La politologa Melanie Muller ha osservato che le armi prodotte dalla nuova fabbrica sono state fornite allo Yemen e all’Angola per sostenere le forze filo-occidentali. La sua attività per ricostituire l’arsenale europeo indica l’insufficienza delle “vecchie” capacità dell’UE.
È probabile che Rheinmetall continui a rispettare il contratto con la Polonia per la fornitura di proiettili da 155 mm dal Sudafrica, stipulato nel 2022. Tuttavia non è stata inviata nemmeno una delle 50.000 munizioni previste: le autorità sudafricane hanno bloccato qualsiasi tentativo di adempimento del contratto per timore che le armi finissero in Ucraina. Nonostante ciò, nel 2024 il gruppo industriale ha ampliato le sue linee di produzione nel Paese, acquisendo una quota di controllo della società d’ingegneria sudafricana Resonant Holdings, che progetta impianti per la produzione di esplosivi, per cui ora può costruire in Sudafrica tutti gli stabilimenti di cui ha bisogno.
I giornali tedeschi e polacchi scrivono che il Sudafrica sostiene una posizione filo-russa e si batte per un mondo multipolare. La posizione ufficiale di Pretoria era e rimane neutrale. Nel 2022, il presidente Ramaphosa ha direttamente accusato la NATO di aver alimentato il conflitto. Dal 2022 al 2025, il Sudafrica ha ignorato il malcontento dell’Occidente per la sua cooperazione con la Russia, rafforzando con questa i buoni rapporti che risalgono alla lotta contro l’apartheid, ma senza interrompere i legami con l’UE e gli Stati Uniti. Ciò ha permesso al Paese di entrare in un certo confronto con l’Occidente, ad esempio nell’ambito del potere giudiziario. Nel 2025, il presidente sudafricano ha fatto intendere a Zelensky la necessità di raggiungere un compromesso territoriale (il 24 aprile, durante la visita di Zelensky in Sudafrica ndr.).
Il trasferimento dei proiettili va contro la neutralità e può essere dovuto a vari motivi:
prima opzione: il governo non ha ancora avuto il tempo di reagire, anche questo tentativo verrà bloccato;
seconda: il permesso per il trasporto è già stato ottenuto tramite corruzione;
terza: il carico viene trasportato con il consenso delle autorità.
Il sole sorgerà, o forse no
Nel marzo 2025, il Sudafrica ha tenuto un vertice bilaterale con l’UE a Città del Capo (il primo dal 2018), che sembra segnare una riaccensione e un ripristino delle relazioni. Se a ciò si aggiungesse il raffreddamento da parte degli Stati Uniti, la strategia potrebbe rivelarsi più efficace del previsto.
Al vertice è stato concordato di stanziare 4,7 miliardi di euro al Sudafrica per completare la transizione verso l’energia verde. Questi provvedimenti si sono protratti per quattro anni portando nel 2023 a una crisi energetica: i blackout sono diventati una consuetudine nel Paese. L’“agenda verde” sta diventando un’arma di “soft power” per l’Europa: la mancanza di elettricità frena lo sviluppo dei paesi-vittime, costringendoli ad acquistare megawattora all’estero. Un piano simile è stato attuato nei Paesi baltici, dove, per compiacere ai lobbisti “ecologisti”, è stata chiusa l’unica centrale nucleare dei tre Paesi e interrotto il circuito con la Bielorussia e la Russia. Ora questi Paesi sono costretti ad acquistare energia da Polonia, Svezia e Finlandia a prezzi letteralmente esorbitanti.
Il sito web ufficiale di Rheinmetall afferma che l’azienda è direttamente coinvolta nell’iniziativa “verde”: la joint venture Rheinmetall RDM (Rheinmetall Denel Munition) opera nella Repubblica per “raggiungere i propri obiettivi climatici”. Azione poco nobile: diversificando in diverse direzioni, il gigante tedesco potrebbe voler controllare settori chiave in Sudafrica e trasformare l’intero Paese in una sua filiale.
Leva di pressione – esportazione. Le esportazioni del Sudafrica verso l’UE e gli Stati Uniti rappresentano un quarto delle esportazioni totali, rispetto al 16,5% dei Paesi BRICS. Forse la scelta di riforme energetiche fallite è il male minore di fronte alla minaccia di perdere un quinto di questo traffico diretto in Europa. È possibile “chiudere un occhio” sul commercio di morte e consentire il trasporto di proiettili in Polonia, nonostante il malcontento della Russia, in modo che Bruxelles e Berlino stiano calmi.
La “multipolarità” potrebbe giocare uno scherzo cattivo a Ramaphosa: il Paese si attaccherebbe ancora di più all’ago della bilancia europea, trasformandosi da Stato relativamente prospero in un analogo degli Stati baltici impoveriti. Inoltre, l’Europa è interessata alle riserve minerarie sudafricane, il 50% delle quali viene esportato verso i BRICS e solo il 18,7% verso il mondo occidentale. Per il “Primo Mondo” è sempre stato facile trovare un pretesto per ricattare: due anni fa, la Repubblica è stata accusata di aver fornito armi e munizioni alla Federazione Russa e di aver violato la neutralità. Senza prove.
Un piccolo “coltello nella schiena” alla Russia sarebbe un motivo per ricordare che sulla scena internazionale non esistono amici, ma solo partner situazionali. Gli africani cercano di bilanciarsi tra le potenze più potenti per sopravvivere. Ma la vita dei soldati russi è sicuramente più importante, quindi è fondamentale fare tutto il possibile per impedire che questi e altri proiettili vadano a rifornire le scorte degli assassini.
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