Tra giustizia e uguaglianza
di Gilda Fariñas Rodríguez | mujeres.co.cu
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Con l’obiettivo comune di discutere sull’integrazione della dimensione di genere nel diritto e il suo legame con le altre scienze sociali dal punto di vista dei risultati e della sfide nel raggiungimento della sostanziale uguaglianza per le donne e le bambine, la VI Conferenza internazionale “Donna, genere e diritto” ha aperto mercoledì 11 maggio le sessioni, ricche di intensi dibattiti composti dai partecipanti dell’America Latina, dei Caraibi, degli Stati Uniti e della Spagna.
Nelle sue parole di benvenuto alle e ai delegati riuniti all’Hotel Habana Libre della capitale cubana, Yamila González Ferrer, Vicepresidente della Giunta direttiva nazionale dell’Unione dei giuristi di Cuba, ha descritto la situazione delle donne e delle bambine nel mondo, dove il volto della povertà estrema continua a essere femminile; le bambine mantengono una situazione di svantaggio nell’accesso all’educazione, alla salute; le donne percepiscono un salario inferiore a quello degli uomini, subiscono lo sfruttamento sessuale, i sequestri, le violazioni… sono anche le principali vittime dei conflitti armati e della mancanza di rispetto dei principi sanciti dalla carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale.
González Ferrer, coordinatrice della VI Conferenza e insegnante di Diritto all’Università de l’Avana, ha ricordato i 60 anni della nascita della Commissione della Condizione giuridica e sociale della Donna nelle Nazioni Unite e la necessità di un reale accordo con gli stati per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda di Sviluppo 2030 relativa allo sviluppo sostenibile nella cornice dei diritti umani e dell’uguaglianza di genere.
Riferendosi allo scenario delle donne a Cuba, ha spiegato che le politiche pubbliche per garantire il loro avanzamento personale fanno parte del programma di sviluppo sociale iniziato più di cinque decenni fa. Da allora, l’impatto di queste, insieme a numerose norme giuridiche e all’appoggio della Federazione delle Donne cubane, hanno potenziato l’empowerment femminile in tutti gli ambiti del paese.
Senza dimenticare che rimangono ancora da eliminare stereotipi, pregiudizi, condotte e giudizi di valore sessisti radicati nella cultura patriarcale, ha fatto risaltare l’interesse del governo cubano nel proseguire nel potenziamento dell’equità tra generi e nel maggiore accesso delle donne in tutti gli ambiti pubblici del paese.
In tale senso ha enumerato alcuni dei più rilevanti dati statistici, dove le cubane hanno ampia rappresentanza. Per esempio, le donne sono il 49% della forza lavorativa nel settore statale, il 66,8 % dei professionisti e dei tecnici di livello medio, il 63% degli studenti universitari, il 53,4% del personale docente, il 48,9% dei ricercatori scientifici, più del 70% del personale della sanità, il 48,86% dei rappresentanti in Parlamento e il 41% nel Consiglio di Stato.
In quanto al settore giuridico, ricoprono il 77,8% dei pubblici ministeri, il 71,3% dei giudici professionisti, il 71,4% dei Presidenti dei Tribunali provinciali e il 66% dei Giudici della Corte suprema. Oltre al fatto che il Ministero della Giustizia è diretto da una donna.
Yamila González ha annunciato che questo incontro sarebbe stato dedicato alla memoria della storica guerrigliera combattente e presidente della Federazione delle Donne Cubane (FMC), Vilma Espín e al 90° compleanno di Fidel Castro, per le loro lotte e gli instancabili sforzi nell’affrontare ogni forma di discriminazione, i pregiudizi sessisti e per difendere i diritti delle donne.
In rappresentanza della FMC e responsabile dell’ambito ideologico di quella organizzazione, Teresa Hernández, ha riconosciuto la VI Conferenza come “uno spazio per dialogare, condividere e scambiare sapere, esperienze, sfide che senza dubbio porteranno a stringere alleanze in temi comuni e anche diversi”.
In relazione ai progressi delle cubane in termini di equità, la funzionaria della FMC ha mostrato che un sguardo alle statistiche di genere evidenzia l’autonomia raggiunta nell’ambito economico, politico, sociale e culturale, superando ostacoli e assumendo nuove sfide.
Allo stesso modo ha sottolineato che a differenza di altre pratiche, la realtà cubana prosegue rendendo concreti profondi cambiamenti culturali necessari per progredire sulla via dell’inclusione, del rispetto per le diversità e contro le manifestazioni di discriminazione per qualsiasi motivo.
Nella cerimonia di inaugurazione erano presenti Teresa Amarelle Boué, membro dell’Ufficio Politico del Partito Comunista e Segretaria Generale della FMC, Homero Acosta, segretario del Consiglio di Stato, Ana María Mari Machado, vicepresidente del Parlamento cubano e altri funzionari e dirigenti delle differenti istanze del sistema giudiziario di Cuba e delle agenzie dell’ONU con sede nel paese, come quella della Sig.ra. Myrta Kaulard, Coordinatrice residente del sistema delle Nazioni Unite.
Da dentro la Conferenza
La prima giornata della VI Conferenza Internazionale “Donna, genere e diritto”, si è sviluppata attraverso numerosi e diversi gruppi di lavoro che hanno suscitato interessanti dibattiti e scambi. Prima della presentazione delle relazioni, la Sig.ra. Myrta Kaulard ha tenuto una conferenza magistrale dedicata all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Nella sua presentazione, la funzionaria dell’ONU, ha ricordato che senza uguaglianza e diritto non ci può essere sviluppo sostenibile.
Kaulad ha detto che sebbene siano certi i progressi ottenuti e gli sforzi per migliorare gli scenari discriminatori e di violenza di genere, ancora non è sufficiente, per questo risulta indispensabile continuare a lavorare per trasformare la mentalità e la prospettiva del lavoro di coloro che devono amministrare la giustizia sui diritti delle donne. Con riguardo a punire ogni tipo di aggressione nei confronti di persone per il loro orientamento sessuale o identità di genere.
Il giovedì, il programma includeva la conferenza magistrale “Rispetto del Diritto Internazionale dei Diritti umani. Raccomandazioni del comitato della CEDAW”, di Gloria Ramírez, Coordinatrice della Cattedra Unesco di Diritti umani dell’UNAM, Messico e il gruppo di lavoro “Democrazia paritaria e leadership delle donne”, a carico delle dirigenti cubane, Arelys Santana Bello, seconda segretaria della FMC e Rufina Hernández Rodríguez, giudice della Corte suprema Popolare.
Per la sessione pomeridiana era prevista la partecipazione di Isabel Moya, direttrice della Casa editrice della donna nel gruppo “Buone pratiche nella prevenzione della violenza degli audiovisivi”. Questa attività ha la particolarità di condividere i lavori con l’Incontro latinoamericano su Genere e Comunicazione che si riunisce a l’Avana anche questa settimana.