a cura di Milena Fiore | da donneinrosso.wordpress.com
IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, GIORNATA INTERNAZIONALE DI LOTTA, PUBBLICHIAMO IL MESSAGGIO DELLA COMPAGNA LIÈGE ROCHA, SEGRETARIA RESPONSABILE DONNE DEL PDCI – REGISTRATO A MARGINE DEL MEETING DELLA FDIF (FEDERAZIONE DEMOCRATICA INTERNAZIONALE DELLE DONNE) TENUTOSI A CIPRO NEL MARZO SCORSO – , COME SEGNO DELLA SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALISTA FRA I PARTITI COMUNISTI.
L’anno scorso, il Partito comunista del Brasile ha festeggiato i 90 anni della sua esistenza.
Nel suo percorso, le donne hanno inciso con una partecipazione importante e significativa.
Negli ultimi anni ’80, quando era ancora segretario João Amazonas, organizzammo una riunione nazionale in cui discutemmo come potenziare e migliorare il protagonismo delle donne e come precisare meglio la linea del Partito riguardo alla lotta per l’emancipazione femminile.
In questo percorso facemmo alcune esperienze organizzative: Commissioni nazionali femminili, organizzazioni di base di donne, che però vedemmo che non era la soluzione ideale perché finiva per ghettizzare le donne.
In questi ultimi anni abbiamo intensificato la nostra azione tanto che oggi in Parlamento brasiliano noi abbiamo proporzionalmente la maggiore rappresentanza femminile.
Inoltre, i tre maggiori Stati del Paese – Rio de Janeiro, Minas Gerais, San Paolo – sono guidati da donne.
Durante il Congresso in fu modificato lo Statuto, il Partito inserì articoli riguardanti la lotta per l’emancipazione delle donne.
Furono previste: un Segretariato nazionale per le donne, un Forum permanente del PCdoB sulla condizione femminile e la realizzazione di Conferenze nazionali periodiche sull’emancipazione delle donne.
L’anno scorso abbiamo realizzato la seconda Conferenza nazionale del PCdoB sull’emancipazione femminile, nella quale abbiamo affrontato tre aspetti importanti:
– Un aspetto teorico. Riteniamo che qualsiasi lotta per la trasformazione, per la costruzione di una nuova società, che sia vittoriosa necessiti la partecipazione delle donne.
In un documento abbiamo previsto quale tipo di emancipazione vogliamo, e nel quadro dell’emancipazione umana quale sia il ruolo delle lotte per l’emancipazione delle donne.
E questo aspetto teorico è molto importante perché combatte la sottovalutazione del ruolo strategico dell’emancipazione femminile nel processo di costruzione di una nuova società.
– Un altro aspetto importante è come discutere della realtà delle donne nel quadro di un progetto nazionale di sviluppo, che noi del PCdoB consideriamo parte di un percorso più ampio di transizione a una nuova società. E noi diciamo che una parte importante di questo processo è la lotta per l’emancipazione delle donne.
Quindi è fondamentale conoscere la realtà delle donne, capire come si può promuovere il loro protagonismo, quali obiettivi sono importanti per costruire un programma di azione politica delle donne, e come questo programma si concili con le singole lotte delle donne: la lotta contro la violenza sulle donne, per la loro salute, per i diritti sessuali e riproduttivi, per l’autonomia economica, per il diritto al lavoro; come incoraggiare il lavoro delle donne attraverso politiche pubbliche; una maggiore uguaglianza tra uomini e donne; e poi la questione dell’educazione: come combattere gli stereotipi culturali e combattere l’educazione differenziata tra bambini e bambine, per un’educazione che costruisca l’uguaglianza.
A questi aspetti diamo importanza perché non basta proclamare la lotta contro l’imperialismo, per l’integrazione regionale, per la costruzione della democrazia se non si riesce a promuovere la partecipazione delle donne.
La lotta per l’emancipazione femminile va di pari passo con la lotta per la democrazia perché finora le donne sono state sottorappresentate nei luoghi nei quali si prendono decisioni.
– Il terzo aspetto anch’esso fondamentale è che la lotta per l’emancipazione femminile non spetta unicamente ed esclusivamente alle donne, ma deve essere una lotta di tutto il Partito. Questo non significa che, come diceva João Amazonas, le donne devono essere la prima forza che porta avanti la lotta per l’emancipazione femminile, ma che uomini e donne devono essere uniti in questa lotta di tutto il partito.
– E il partito nella seconda Conferenza (femminile) ha stabilito che in tutti gli Stati e in tutte le capitali le donne siano il 30% degli organismi dirigenti, e allo stesso modo agiamo sul versante internazionale, per cui non c’è delegazione internazionale che non abbia una presenza di donne, perché questo è il modo di attuare nella pratica quello che si afferma in teoria.
– Se ci sono delegazioni in visita in Cina, in Corea o al Foro di S. Paolo, che riunisce i partiti progressisti dell’America Latina e Caribe, il Partito ha la preoccupazione che sia garantita la presenza femminile. E questo è un esercizio che il Partito sta facendo collettivamente, anche se è chiaro che non tutto si realizza in modo ideale.
Questa discussione sulla partecipazione delle donne nei luoghi della politica è approdata alla proposta di una mini-riforma elettorale che garantisca almeno il 30% di donne nelle liste elettorali. Durante le ultime elezioni il PCdoB ha eletto quasi 1000 rappresentanti nelle istituzioni locali, ma solo 133 sono donne, circa il 13%.
Quello che è importante in questa mini-riforma, proposta dal PCdoB alla Camera federale è quello che il 5% dei fondi pubblici dati ai partiti deve servire a promuovere la partecipazione delle donne. Con questi fondi abbiamo organizzato seminari di formazione politica per donne e abbiamo garantito la partecipazione di due compagne per ciascuno dei 27 Stati del Brasile al corso nazionale del Partito, cosicché è stato il primo corso a cui hanno partecipato decine di donne.
Nella nostra politica di quadri, dunque, è fondamentale la promozione di quadri femminili nella direzione del Partito.
Penso che oggi i Partiti comunisti, partiti che lottano per la costruzione di una nuova società socialista, in questo momento importante in cui il mondo è in crisi, è fondamentale che attraverso la lotta possano fare avanzare questo processo di trasformazione verso questa “sognata” società, giusta ed egualitaria che tutti noi vogliamo costruire.
Liège Rocha