di Alexandra Storari, segreteria Federazione PDCI Ferrara
Uomini che odiano le donne è il titolo di un romanzo di successo dello scrittore e giornalista svedese Stieg Larsson. Solo sulla superficie romanzo poliziesco, è invece un romanzo di formazione, un Bildungsroman, centrato sulla figura – del tutto inconsueta nel genere giallo – di una giovane donna Lisbeth Salander.
Forte, determinata, hacker di professione, Lisabeth Salander è in realtà una ragazza fragile, che ha conosciuto sin dalla adolescenza quanto il potere maschile – del padre, del tutore, ma anche dell’istituto psichiatrico dove viene rinchiusa, del carcere in cui viene ingiustamente condotta, e infine dello Stato rappresentato dal tribunale che la vuole giudicare – possa essere un mondo di violenza, di sopraffazione, di crudeltà. Violenza non solo fisica ma anche psicologica, crudeltà non solo delle singole persone che ruotano intorno a lei ma anche delle apparentemente “neutre” istituzioni svedesi, sopraffazione non solo dei propri diritti e della propria libertà ma anche della propria individualità, del proprio essere più profondo.
Tutto questo mi è venuto in mente nel ricordarvi che il 25 novembre, fra pochi giorni, si celebrerà la Giornata internazionale dedicata all’eliminazione della violenza contro le donne.
Istituita dalle Nazioni Unite nel 1999, ma già scelta prima dalle donne attiviste che da anni si battevano contro la piaga della violenza sulle donne, la data ricorda il terribile omicidio, avvenuto nel 1960 nella Repubblica domenicana su ordine del governatore dominicano Rafael Trujillo, delle tre sorelle Mirabal, stuprate ed uccise per la loro lotta contro gli atti di stupro femminile che avvenivano nell’isola.
La violenza contro le donne è, a distanza di quel lontano 1960, purtroppo sempre attuale. Esiste la violenza sessuale, ma anche quella fisica, psicologica, culturale, economica. Studi e rapporti scientifici, e più semplicemente le cronache quotidiane, ci raccontano di una violenza che occupa tutti gli spazi della nostra società: c’è la violenza domestica, che si consuma tra le mura della casa, nel contesto familiare, ad opera del marito, del padre, dell’amante respinto; c’è la violenza urbana, quella che avviene tra le strade delle nostre città, punto finale di una vergognosa tratta di schiave del nuovo millennio; c’è la violenza sottile, subdola, sul posto di lavoro, che può prendere le forme del mobbing; c’è la violenza economica della disoccupazione femminile, della differenza salariale, della mancata mobilità sociale.
Alcuni dati. Circa il 70% della popolazione femminile mondiale dichiara di aver subito una forma di abuso o violenza nel corso della propria vita. La prima causa di morte o invalidità nel mondo per donne tra i 16 e i 44 anni sono le violenze subite, nel mondo 140 milioni di bambine e donne hanno subito qualche forma di violenza, ogni anno vengono stuprate 150 milioni di bambine.
In Italia le donne uccise dagli uomini risultano essere state almeno 651 negli ultimi cinque anni, 127 nel solo 2010. E’ un dato probabilmente sottostimato, che non tiene conto delle violenze e degli stupri non denunciati.
Sono in crescita gli assassini di donne da parte degli uomini a testimonianza del persistere di una cultura machista, di una prevaricazione di genere, che non accetta il rifiuto, il diritto delle donne di decidere di sé, di autodeterminarsi.
Molestie, stalking e violenze sessuali non lasciano indenni le studentesse universitarie dei Paesi europei. Secondo la prima ricerca mai realizzata in Europa sulla violenza di genere tra le iscritte agli Atenei in Italia, Germania, Polonia Gran Bretagna e Spagna una grande percentuale delle studentesse universitarie dei Paesi europei sono vittime di molestie, stalking e violenze sessuali. Per l’Ateneo di Bologna hanno risposto al questionario 3.531 studentesse: il 72% di esse afferma di avere subito molestie sessuali almeno una volta negli anni dell’Università, il 34% è stata vittima di stalking e il 7,6% ha subito violenza sessuale.
Violenza è anche quella culturale, dell’immaginario: quella di una donna oggetto, stereotipo di genere proprio di una visione maschilista arcaica, arretrata, pre-moderna.
Per questo prepariamoci a promuovere la Giornata internazionale dedicata all’eliminazione della violenza contro le donne. E’ importante per sensibilizzare e promuovere una cultura di genere che è ancora lontana dall’essere patrimonio di tutti.
Ritornando a Lisabeth Salander, ci piace ricordare che il suo percorso di dolore e sopraffazione terminerà, che Lisabeth riuscirà a vincere contro un potere violento e ingiusto. Tutto ciò avverrà grazie alla sua forza, alla sua intelligenza, ma anche grazie ad un incontro, quello con il giornalista Mikael Blomkvist, una figura positiva che le permetterà di scoprire un universo maschile diverso, positivo, e così facendo le permetterà di riconciliarsi con tutti quegli uomini che amano le donne.
Alexandra Storari segreteria Federazione PDCI Ferrara
responsabile lavoro giovanile e femminile e pari opportunità