Prima la notizia: la notte di S. Silvestro, a Roma, l’83,5% dei vigili urbani si è dato malato o comunque si è assentato dal lavoro utilizzando altri tipi di permesso (dalla legge 104 alla donazione di sangue).
Come conseguenza, grande scandalo, governanti di ogni livello e media di regime scantenati contro i “fannulloni del pubblico impiego” – tutti insieme, nessuno escluso, come si fa nei pogrom – e richiesta generalizzata di bastonare i reprobi (il pubblico impiego in generale). Il premier Matteo Renzi cavalca l’onda con facilità, annunciando che il 2015 sarà l’anno del “cambio di regole nel pubblico impiego” per far sì che non si ripetano mai più casi come quello della Capitale.
Il ministro del settore, Marianna Madia, cala per una volta la maschera di madonnina e tira fuori artigli, ventilando “azioni disciplinari” per “colpire gli irresponsabili”. Il Garante per gli Scioperi – quell’autorità creata quasi venti anni fa con l’unico obiettivo di impedire o rendere comunque irrilevanti gli scioperi nei servizi pubblici (tra precettazioni, “servizi garantiti”, sanzioni e “affollamenti”) – ha prospettato sanzioni “fino a 50 mila euro”.