Torino. Il rapporto della Fiom su Maserati e Comau: ritmi sempre più veloci sulle linee e paura di denunciare gli infortuni
«Lo stress, la velocità della linea e, in ultimo, i gas di scarico delle auto diffusi in un ambiente chiuso come è il nostro in fabbrica». È solo una delle tante risposte raccolte dalla Fiom di Torino, attraverso un questionario anonimo rivolto ai lavoratori, a proposito di condizioni e problemi relativi alla sicurezza negli stabilimenti del gruppo Fca-Cnhi. In particolare, Maserati e Comau di Grugliasco. Sfogliandole si scopre una fotografia ben diversa dal racconto del premier Matteo Renzi, che ieri è andato a Melfi per «vedere in faccia» gli operai.
Quello che esce dalle fabbriche è un ritratto di ansia e fatica. Pause troppo brevi; spazi ristretti; assenza di aspiratori e filtri non utilizzati; postazioni fisse e poco ergonomiche che provocano dolori agli arti superiori. Dolori insistenti alle braccia, ai polsi, alle spalle riguardano, in Maserati, la maggior parte degli addetti: 46,5% li avverte con frequenza, il 34% ogni tanto. Leggermente meno drastico, ma comunque significativo per il deterioramento del benessere psicofisico, il quadro alla Comau: il 47% ha risposto affermativamente alla domanda.