Sintesi dei lavori dell’Assemblea Nazionale del 19 maggio convocata dal Comitato per la difesa dell’art.18 e dalle Aree di “La cgil che vogliamo” e “Lavoro-società”

cgilchevogliamo assembleaL’Assemblea dal punto di vista della partecipazione è riuscita: la sala era piena, erano presenti delegati da tutta l’Italia, ed anche alcune decine dal Piemonte.

La notizia del vile attentato alla scuola di Brindisi ha raggiunto l’assemblea all’inizio dei suoi lavori. Il primo atto è quindi stato quello di esprimere lo sdegno per il vile attentato, il cordoglio e la solidarietà alle giovani vittime.

La compagna Maolucci, nella presentazione, ha ricordato che l’incontro scaturisce dalla necessità di consolidare l’opposizione emersa nell’ultimo Comitato Direttivo Nazionale alla linea della Segreteria della Cgil che aveva dato una valutazione positiva delle modifiche apportate al Decreto in discussione in Parlamento sull’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.

Il compagno Nicolosi ha introdotto i lavori. Ha illustrato il contesto europeo, in particolare l’Europlus e il Fiscal compact, i due atti fondanti della politica neoliberista europea che tanti danni sta producendo. 
Rilevando la continuità tra Berlusconi e Monti, ha denunciato il diverso atteggiamento tenuto dalla Cgil, anche e soprattutto sui temi delle pensioni, delle liberalizzazioni e del lavoro, a dimostrazione della mancanza di autonomia dalla politica. 
Noi sul merito possiamo trovarci. Dobbiamo rivendicare lo sciopero generale e, se il Decreto sul mercato del lavoro diventerà legge noi dovremmo proporre in Cgil la discussione sul referendum di abolizione anche dell’art.8.
Nicolosi annuncia che lunedì, in segreteria, chiederà conto dello sciopero generale.

Dopo una comunicazione del prof. Alleva sul Decreto (art.8, ammortizzatori sociali e precarietà in ingresso) nella quale ha fornito argomentazioni per le ragioni della nostra opposizione, si è aperto il dibattito. A nome della nostra area del Piemonte è intervenuto anche il compagno Passarino che ha ribadito la necessità di rivendicare lo sciopero generale. 

Rinaldini, nel concludere l’assemblea, è partito dall’importanza e dalla novità che si è manifestata con l’ultimo Comitato Direttivo Nazionale: il 30% ha votato contro un Odg che era la richiesta di un voto di fiducia verso la segreteria. 
Denunciando i tentativi di costruire uno sciopero con Cisl e Uil sul fisco a giugno (come vorrebbe la Cgil della Campania) che vorrebbe dire chiudere con la difesa dell’art.18, ribadisce la necessità che invece si chieda lo sciopero generale a giugno sui temi del lavoro e della difesa dell’art.18, altrimenti si convochi il Comitato Direttivo per disdire lo sciopero.
C’è un terreno, afferma Rinaldini, su cui è possibile aprire una discussione e sviluppare tra noi (anche se ci sono diffidenze reciproche da superare) un percorso di iniziativa e di battaglia anche nei territori. 
Se non verrà proclamato lo sciopero (possono dichiararlo solo dopo il 2 giugno, la manifestazione unitaria Cgil, Cisl e Uil) noi ci impegniamo ad andare avanti su questa strada. Non si tratta di sciogliere aree o di costruirne altre… si tratta di partire da questo punto di incontro tra noi.

Commento conclusivo:

Come avrete potuto capire dalla sintesi, quel 30% di voti contrari al documento della segreteria nell’ultimo Comitato Direttivo, sommato alle astensioni di significativi territori e categorie, rappresenta il vero fattore di novità da cui occorre partire. 
È presto per vedere se l’iniziativa di sabato 19 maggio, pur riuscita nei numeri, possa dar vita ad un percorso nuovo. Non tutte le voci che abbiamo ascoltato sabato erano in sintonia, le “diffidenze” e le diversità sono un fatto reale che occorre tenere presente. Sicuramente ci sono le premesse per costruire nei territori e nelle categorie, sul merito dei problemi, un’opposizione più ampia, che vada oltre la semplice rivendicazione dello sciopero generale e che richieda alla Cgil di percorrere una linea più determinata, più autonoma dal quadro politico, che sia in grado di rispondere e non rimanere indifferente, come oggi purtroppo invece accade, ai provvedimenti che di volta in volta il Governo assume, sollecitato o ispirato dall’Europa, per smantellare definitivamente le conquiste del mondo del lavoro nel campo dei diritti e della contrattazione.

L’Area del Piemonte ha dato e darà il suo contributo in questa direzione. Ne discuteremo presto nel nostro Coordinamento che convocheremo appena possibile.

Claudio Stacchini
Coordinatore La Cgil che vogliamo del Piemonte
Torino 21.05.2012