Ripartire con i referendum per il lavoro

da www.comunisti-italiani.it

operaio cascoIl lavoro prima di tutto e oggi lo mettiamo al centro dell’iniziativa politica”, cosi Oliviero Diliberto commenta il deposito dei quesiti referendari avvenuto stamane presso Corte di Cassazione a Roma. Per una singolare coincidenza nella giornata di ieri le vie della capitale hanno visto la protesta degli operai sardi dell’Alcoa. La vicenda dell’ILVA di Taranto è tutta sul piatto dell’agenda della politica, così come le miniere del Sulcis e le centinaia e centinaia di vertenze aperte di aziende grandi e piccole che rischiano la chiusura e di cui le cronache non fanno in tempo ad occuparsi. Allora come provare ad arginare l’attacco ai diritti del lavoro in atto da tempo, prima da parte del governo Berlusconi, poi con i provvedimenti dei “tecnici”? La prima risposta è giunta stamane con il deposito dei due quesiti referendari con i quali si chiede la cancellazione della norma che modifica l’art. 18 e la cancellazione dell’art.8 della legge finanziaria 2011..Due referendum il cui obiettivo è il ripristino di alcuni principi fondamentali che riguardano i diritti del lavoro.

Tutte le forze politiche a sinistra del PD hanno firmato i due quesiti: Oliviero Diliberto, Paolo Ferrero, Nichi Vendola , Antonio Di Pietro e Angelo Bonelli. Con loro una delegazione della Fiom guidata da Francesca Redavid.

Per il segretario dei Comunisti italiani ““Oggi la sinistra politica e sociale si è ritrovata in Cassazione, per depositare i referendum per il ripristino dell’articolo 18 e per l’abolizione dell’articolo 8 della finanziaria di Berlusconi. Due battaglie di civiltà”. Riferendosi alla necessità di creare un ampio fronte che si schieri al fianco dei lavoratori Oliviero Diliberto ha aggiunto “I diritti del lavoro stanno subendo un attacco senza precedenti, e la nostra risposta deve essere forte e chiara. Oggi partiamo con una grande battaglia unitaria, oggi partiamo con i referendum per rimettere al centro il lavoro”.

Il comitato.

Quello sull’art.18 è il quesito che mira alla cancellazione del provvedimento tanto voluto del Ministro Foriero e che è stato contestato addirittura dalla Confindustria che lo aveva definito “ininfluente” ai fini delle necessità di sviluppo delle imprese. Per i lavoratori è di una eccezionale gravità perché apre la strada ai licenziamenti facile in nome delle compatibilità di bilancio. Il secondo quesito riguarda invece la norma del DL 138/2011 che consente agli accordi aziendali di “saltare” i contratti nazionali di lavoro, aggirando in questo modo anche le leggi che lo tutelano. Nato come un regalo ala Fiat di Marchionne l’art.8 sta già diventando un grimaldello per scardinare la contrattazione collettiva e mettere in discussione la funzione stessa dei sindacati.

Da oggi sui due quesiti referendari (l’IDV porta avanti altri due referendum sui costi della politica) si mette in moto il comitato unitario per far conoscere l’iniziativa e preparare la mobilitazione dopo il vagli di ammissibilità e, soprattutto, per ricordare che la questione del lavoro è il tema dei temi su cui non si possono avere ambiguità.