Il Governo Monti dichiara di operare a favore di una ripresa occupazionale, soprattutto per i giovani. Prendiamolo in parola, mettendo per un momento da parte le dichiarazioni scorrette e inopportune sul “posto fisso,” sugli “sfigati” e sulla “vicinanza a mamma e papà”.
Se prendiamo seriamente questa annunciata volontà, allora è necessario rilanciare l’economia reale, attraverso un nuovo modello di sviluppo sostenibile e creare occupazione attraverso politiche e scelte strategiche che il Governo non ha ancora messo in campo.
Lavoro che abbia come fondamento la dignità delle persone. Non lavoro nero, finti tirocini, false collaborazioni ed eterni contratti a termine.
E’ NECESSARIO INVECE RIDURRE LE FORME CONTRATTUALI DI INGRESSO AL LAVORO ED ESTENDERE L’UTILIZZO DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI PER CHI E’ COLPITO DAGLI EFFETTI DELLA CRISI.
Se l’equità e la giustizia sociale, insieme alla crescita, sono obiettivi su cui convergere, il governo Monti deve fare molto di più per reperire risorse, attraverso il recupero dell’evasione fiscale , l’introduzione di una vera patrimoniale, riducendo così la pressione fiscale sui lavoratori, sui pensionati e sulle imprese.
Se il nostro Paese deve stare a pieno titolo in Europa è sbagliato dire, come ha fatto Monti, che l’art.18 dello Statuto dei lavoratori impedisce gli investimenti.
L’art. 18 non impedisce il licenziamento per giusta causa e giustificato motivo oggettivo, impedisce i licenziamenti discriminatori, impedisce l’arbitrio. Per questo affermiamo che si tratta di una norma di civiltà, fondamento del diritto del lavoro.
Dal 1970, anno di approvazione dello Statuto, ad oggi, l’Italia ha visto investimenti, crescita e forte presenza di importanti multinazionali.
Questa discussione sul licenziamento e sull’articolo 18 è quindi tema obbiettivamente marginale, distrae dai veri problemi e contraddice il dichiarato impegno di unità per affrontare la crisi.
La crisi è pesante, la situazione economica e sociale è difficile. Per qualcuno il mondo del lavoro dovrebbe subirne tutte le conseguenze e comprendere le ragioni “oggettive” dei mercati finanziari ed adeguarsi.
Noi non ci stiamo. Abbiamo fatto e continueremo a fare la nostra parte, ma non possiamo accettare affermazione ideologiche e pretestuose che colpiscono la dignità di chi cerca il lavoro, di chi lo perde e di chi cerca di conservarlo a costo di enormi sacrifici.
Riteniamo urgente un piano per il lavoro dei giovani, smettendo di vendere l’illusione che ridurre le tutele dei padri garantisca il futuro dei figli.
Firenze, 08 febbraio 2012
Mauro Fuso
Segretario generale CdLM Firenze
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