Marlane-Marzotto. Un processo che non si vuole fare

di Giorgio Langella | da www.comunisti-italiani.it

marlane protestaOggi, 21 settembre, dovrebbe svolgersi l’udienza del processo Marlane-Marzotto al tribunale di Paola. Le ultime notizie danno per certo l’ennesimo scandaloso rinvio. I “grandi” avvocati difensori degli imputati eccellenti (dirigenti e padroni della Marlane, della Marzotto e della Lanerossi) con ogni probabilità sciopereranno. 

Ricordiamo che dopo oltre 15 anni di indagini, sospensioni, rinvii, archiviazioni e riapertura del caso, il processo doveva iniziare nell’aprile del 2011. Un anno e mezzo fa. Un anno e mezzo di ulteriori rinvii, di cavilli burocratici, di eccezioni e quant’altro che evidenziano la volontà della “difesa” di non far celebrare il processo e di arrivare alla prescrizione. Quanto di meno simile a quella Verità e Giustizia chiesta dai lavoratori della Marlane e dalle loro famiglie. 

Resta lo sconcerto per quanto sta accadendo. Uno sconcerto che dovrebbe trasformarsi in rabbia. Dovrebbe crescere un movimento di protesta di tutti i democratici e delle forze politiche che si dichiarano vicine ai lavoratori e ai problemi del lavoro in primo luogo. Sarebbe logico. Invece la battaglia (perché ormai questo è diventata la richiesta di verità e giustizia) viene condotta dai parenti delle vittime e dei malati, da forze sindacali come Si-Cobas e Slai-Cobas, da un “piccolo partito” come il PdCI-FdS. Il resto del mondo “impegnato” in politica è silenzioso, timido, assente … inutile. 

Non vogliamo colpevolizzare nessuno ma chiediamo per l’ennesima volta di alzare la testa e guardare in faccia la realtà. Quella vera fatta di mancanza di lavoro, di insicurezza nelle fabbriche, di salute negata ai lavoratori e ai cittadini, di inquinamento, di malattie professionali diffuse, di morte. 

Le forze politiche vicentine fino ad oggi indifferenti si impegnino in quella che è una battaglia di civiltà. Non si limitino a discutere sulle prossime alleanze elettorali o sulle “primarie” locali e nazionali. 

Il lavoro e la salute sono diritti inalienabili, conquistati con grandi lotte e duri sacrifici dai lavoratori. Lottare per essi non solo è giusto, è necessario. 

Il processo Marlane-Marzotto (e le indagini sui mesoteliomi tra i lavoratori della Marzotto di Valdagno, Schio e Piovene e della Valbruna) deve diventare simbolo di questa lotta. 

L’ennesimo, probabile, rinvio del processo a Paola è un insulto a chi cerca verità e giustizia. Inaccettabile per ogni democratico.

(l’autore è segretario regionale del Pdci del Veneto)