di Gianni Rinaldini, Coord.Naz.La CGIL che Vogliamo
L’intesa sulla produttività che il Governo ha imposto alle parti sociali come condizione per l’utilizzo delle risorse messe a disposizione nella Legge di Stabilità è nata male e rischia di finire peggio.
Si è voluto un tavolo delle parti presupponendo che la produttività sia solo in capo al lavoro dipendente, che deve farsi carico della stessa senza interventi pubblici, strutturali di sostegno all’innovazione di processo e di prodotto.
Le imprese hanno fatto i compiti a casa, proponendo un’intesa nella quale si chiede ai lavoratori di lavorare di più e di guadagnare di meno: rinunciare alle tutele salariali e normative del Contratto Nazionale significa non avere più uno strumento universale di certezze su questioni fondamentali, quali il recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni, il rispetto di mansioni e inquadramento professionale, un regime di orari concordato.
Bene ha fatto la CGIL a respingere l’accordo.
Il 14 Novembre bisogna scioperare anche contro Confindustria e il sistema delle imprese che , in assoluta coerenza con le linee di austerità, stanno utilizzando la crisi per cancellare i diritti del lavoro.