La versione del valvassino Fornero

di Anna Migliaccio, Comitato Regionale PdCI Lombardia

forneroArt. 4.

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società

Così recita la Costituzione italiana all’art. 4. Il lavoro è un diritto ed è insieme un dovere. A discendere dal più celebre articolo 1 “l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. 

Questo punto di vista, pur parzialmente inquinato dalla conclusione, che inclina sul piano della metafisica, in un punto di caduta che sta là dove si trova il difficile equilibrio tra ideologie opposte dei Padri costituenti, pure in quel gorgo spiritualista del disposto costituzionale, presuppone che la società e lo Stato siano entità complesse dove ciascuno dà e riceve, nell’ambito di una pianificazione collettiva che assicuri quest’armonia tra eguali.

Il binomio diritto e dovere è già, a nostro avviso, la più alta concezione possibile di quello che taluni chiamerebbero meritocrazia privo dell’aggressività individualistica e antisociale che il capitalismo vi imprime.

La società capitalistica, nel suo selvaggio sviluppo individualistico, nega questo principio, e riafferma quello feudale di un lavoratore servo, schiavo, nella migliore delle ipotesi liberto, corvéeables a mercì. In questa opposta concezione, un buon lavoro, un posto, è una preghiera, un privilegio, per qualcuno simile a quel posto al cimitero, in un punto un poco più soleggiato, che l’accattone di Pasolini cercava e non trovava nel suo terribile sogno premonitore. L’ombra lo inseguiva, come la fame e la miseria inseguono la massa dei servi della gleba nel mondo del privilegio feudale, e come la triste fine della manovalanza criminale insegue l’accattone, morto su un freddo marciapiede per un furtarello di salami. 

Il lavoro non è stato, nella storia d’Italia, un diritto, ma piuttosto una triste conquista di quelle masse di pezzenti imbarcate per Lamerica, caricate sulle littorine per le miniere della Rurh, lontano dalla Patria che fissò quel nobile principio. 

Ecco: quello è il modello di mondo nel quale la tecnocrazia borghese al Governo ci sta gettando, indietro di decenni, forse di secoli.