La “Tenda della Resistenza” al tempo della crisi

di Luca Servodio, direzione nazionale PdCI

presidio irisbusValle Ufita – Il problema fondamentale del nostro secolo è la creazione di una nuova visione proletaria, delle classi subalterne, di una nuova concezione di vita che (nella prima fase, di movimento per la conquista dello stato per dirla con Gramsci) penetri nella coscienza dei governati (del popolo) e sostituendosi a quella precedente, restringa l’area del consenso popolare alla forma liberale dello stato; e poi (nella seconda fase, di gestione del potere conquistato) assicuri al nuovo stato proletario, la più ampia base di adesioni. Così il proletariato sarà classe dominante e classe dirigente insieme.

Con queste parole voglio iniziare questa mia breve riflessione. Mi accingo a raccontare la ripresa della lotta dei Lavoratori Irisbus – Resistenza Operaia, una vertenza mai conclusa da parte loro. Mercoledì (28 marzo 2012), monteranno la nuova “Tenda della Resistenza”, intesa come luogo d’informazione e di direzione, per riportare, dopo il drammatico abbandono da parte di tutti, la voce della giustizia sociale. Gli operai hanno tenacia e caparbietà da vendere e non sembrano preoccupati di questo secondo atto di una vertenza che potrebbe essere molta lunga. A confortare lo spirito e il morale di questi uomini e donne in lotta è la fermezza che tutto ciò che hanno fatto e continueranno a costruire, ha come unico obiettivo la difesa del diritto al lavoro e del proprio territorio.

Un dramma nato l’otto luglio 2011, quando la Fiat comunicò agli operai dello stabilimento Irisbus- Iveco in Valle Ufita, provincia di Avellino, la procedura di cessione dello stabilimento.

Gli operai dal primo istante non hanno voluto accettare ardua sentenza e cominciò cosi la grande stagione di lotta.

Come direbbe qualcuno: “Non ci sarebbe stato il sessantotto, se non ci fosse stato un sessantadue così sovversivo”. Oggi possiamo dire: se non ci fosse stato il presidio dei 120 giorni, la nuova “Tenda della Resistenza”, non ci sarebbe concretizzata.

Le condizioni di partenza della lotta non sono uguali per tutti. Il principio solidaristico diventa essenziale della classe lavoratrice, muta la psicologia e i costumi degli operai.

Da qui bisogna partire (o meglio, ripartire) per arrivare all’atto finale; cosi oggi la lotta dei Lavoratori Irisbus – Resistenza Operaia, che rappresenta una delle tante che emergono nel Paese, tenute frammentate dalle burocrazie sindacali, che spesso operano attivamente per non unire le lotte in una prospettiva nazionale, ritorna a soffiare.

Gli operai ancora una volta saranno protagonisti, nella pratica, di una lotta contro i tentativi della Fiat Italia, di determinare la morte definitiva dell’unico stabilimento italiano di pullman, che deciderà la fine di un territorio, in una provincia dove desertificazione ed emigrazione giovanile la fanno da padrone.

L’area tra la Campania e la Puglia, che ha avuto l’industrializzazione forzata con il dopo terremoto del 1980. Miliardi e miliardi di lire inondarono l’Irpinia. La Fiat prelevò il denaro dei contribuenti per realizzare lo stabilimento, in Valle dell’Ufita negli Anni ’70, quando ministro dell’Industria era Ciriaco De Mita.

Anche in Irpinia, avvenne, il passaggio da campagna a città. La povertà delle aree rurale è stata il prodotto storico delle logiche clientelari. I tempi erano duri, bisognava lavorare, e cosi nacque l’opinione: “Ma era importante lavorare. E poi votare”.

Come in qualsiasi conflitto, i concetti di vittoria e sconfitta si possono definire solo in base agli obiettivi che si pongono i contendenti. Se il tuo nemico vuole distruggerti, la tua sopravvivenza, anche se ti è costata un caro prezzo, rappresenta la sua sconfitta. L’alternativa sarebbe stata quella di rassegnarsi oggi e non poter partecipare alle lotte di domani. La ripresa della lotta arriva con una certa maturazione, perché per ragioni generazionali, molti degli operai e delle operaie, non avevano mai partecipato attivamente a uno sciopero, erano poco sindacalizzati (al di là, di essere iscritti o no a un sindacato), organizzare manifestazioni e presidi, discutere le forme di lotta in assemblea e poi praticarle, hanno consentito di imparare a lottare e di questi tempi, non è poco. Allora lunga vita ai Lavoratori Irisbus – Resistenza Operaia.



PER UN NUOVO SOLE E UN SERENO DESTINO

di Lavoratori della IrisbusResistenza Operaia

Vicenda Irisbus Iveco ha vissuto negli ultimi mesi un periodo di stallo. Sembra che tutto sia stato dimenticato: la lotta dei 117 giorni già è storia che appartiene ad un passato remoto, il destino dei 700 lavoratori, delle famiglie e dell’intera Valle Ufita è in balìa di assordanti silenzi e colpevoli assenze.

I lavoratori tutti hanno vissuto drammaticamente l’abbandono a se stessi, ma hanno deciso di recuperare terreno e di riaprire la lotta per far sentire altisonante e decisa la voce della giustizia sociale e della riappropriazione del diritto al lavoro.

Se altri hanno deciso di dimenticare noi invece abbiamo giurato di non dismettere, di continuare a sperare e soprattutto di continuare a resistere.

È per questi motivi che mercoledì 28 marzo alle ore 9.00 in Valle Ufita verrà montata la nuova “Tenda della Resistenza” intesa come luogo di informazione e di direzione, una tenda di proposte, di iniziative, di lotta, ed idee che guardano al futuro cercando di riaccendere le luci sulla vicenda Irisbus per trovare la via d’uscita da questo nero tunnel nella certezza di scoprire un nuovo sole e un sereno destino.

… e la Lotta Continua!  

Mirabella Eclano, lì 24 Marzo 2012