di Andrea Stratta | da tribunodelpopolo.com
In attesa dell’incontro tra l’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne e i leader sindacali di CISL e UIL (prassi usuale dopo ogni consiglio di amministrazione dell’azienda torinese), gli operai “che non si piegano” si ritrovano davanti al Lingotto. Sono i lavoratori rappresentati dalle sigle sindacali che non hanno sottoscritto il nuovo contratto (FIOM, USB e COBAS) e che hanno espresso un secco NO al referendum voluto da Marchionne lo scorso anno a Mirafiori e Pomigliano e che quindi non godrebbero, secondo Fiat, del diritto di rappresentanza. A conclusione del suo discorso, di fronte agli operai, noi del Tribuno abbiamo voluto approfondire alcuni temi con il responsabile settore automobili della FIOM, che ci ha gentilmente concesso un’intervista.
Giorgio Airaudo perchè siete qui davanti al Lingotto oggi?
Airaudo: -Abbiamo voluto essere presenti oggi per portare la voce del più importante sindacato all’interno della Fiat, quello con il maggior numero d’iscritti, legittimato quindi dai lavoratori ed escluso per scelta dell’azienda!
A proposito di legittimazioni, anche le recenti sentenze giudiziarie vi danno ragione…
Airaudo: – Sì, nel caso di Pomigliano la magistratura ha riconosciuto il comportamento antisindacale e discriminatorio verso i nostri delegati, da parte dell’azienda, ordinando che siano reintegrati nei loro posti di lavoro. Con la sentenza sul caso Termoli, invece, abbiamo ottenuto la restituzione delle indennità speciali e di turno (circa 300 euro mensili!) e del diritto di assemblea…infatti siamo rientrati. Siamo in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale sulla “libertà di scelta” della rappresentanza sindacale, contro quella imposta dall’azienda.
John Elkann ha dichiarato ieri, con un ghigno beffardo, che i profitti sono in linea con le previsioni dell’azienda. Secondo la FIOM invece?
Airaudo: – Vede, l’aumento dei profitti, dovuti alle vendite di Chrysler, negli Stati Uniti e nel Sud America non è certo una sorpresa! Invece, l’aumento del debito di Fiat, è quello che ci preoccupa, proprio perchè è direttamente legato al crollo delle vendite in Italia e in Europa. La Fiat può portare i capitali e le fabbriche all’estero, ma non porta i lavoratori. Il mercato europeo, e quindi quello italiano, va aggredito con investimenti importanti.
Sempre ieri John Elkann ha detto che oggi avrebbero annunciato le intenzioni del gruppo riguardo lo sviluppo, finalmente buone notizie?
Airaudo: – E’ comunque tardi e non è nemmeno sicuro che venga annunciato qualcosa. Poi se l’investimento riguarda il 2014? Oggi ne abbiamo sicuramente bisogno; ci sono problemi di produzione anche con i nuovi modelli: si lavora a singhiozzo tra una cassa integrazione e l’altra e ai pochi che lavorano viene chiesto di lavorare di più. Il nostro compito è quello di far sì che tutti lavorino e il giusto. E poi, più che annunci, vorremmo che Marchionne prendesse degli impegni scritti.
Governo Monti, CISL e UIL che dire?
Airaudo: -Mi sembra evidente che questo Governo si sia dimostrato forte nei riguardi dei lavoratori (aumento di tasse e tagli alle pensioni) e debole con la Fiat. Tra l’altro perfettamente in linea con l’esecutivo precedente: se la Fiat vuole investire all’estero è libera di farlo! In una situazione del genere può essere indice di un vuoto di competenze.
Per quanto riguarda CISL e UIL: deboli anche loro. Dopo aver siglato l’accordo con Fiat, accordo che non è ancora stato rispettato dall’azienda, oggi chiedono garanzie. Non sanno più che cosa hanno firmato? Ripensamenti?Più che un incontro tra sindacati e azienda sembra una seduta di psicoanalisi!
E allora?
Airaudo: -Arriva lo sciopero generale. La CGIL finalmente ha compreso! E lo sciopero deve riuscire … il 14 novembre. La FIOM ha deciso di spostare lo sciopero di categoria ai primi di dicembre per poter aderire a quello generale. Quello di categoria non l’abbiamo voluto annullare perchè è importante: a sostegno delle aziende in crisi, contro l’aumento del lavoro a carico di pochi, contro i licenziamenti facili e indiscriminati, a difesa del contratto e contro il precariato!