Il reddito di base è una cosa seria

cashcashdi Angelo Romano e Andrea Zitelli

Pubblichiamo come contributo alla discussione

Dare un reddito incondizionato a ogni persona per sconfiggere la povertà e garantire una nuova forma di libertà dalla necessità di avere un lavoro per vivere. Un’idea affascinante e radicale, che ha assunto coloriture e caratteristiche diverse a seconda dei periodi storici e delle aree geografiche in cui si è tentato di applicarla. Il concetto di reddito di base non nasce oggi, ha fatto più volte capolino nel corso della storia tra politici, studiosi e imprenditori. Ma, pur avendo avuto tanti “padri nobili”, sia progressisti sia conservatori, non è stato ancora mai messo in pratica per due motivi, scrive Stefano Toso, docente di Scienza delle Finanze all’università di Bologna: per i suoi costi elevati per il bilancio pubblico e per “la diffusa ostilità verso l’idea di erogare un reddito anche a chi, potendolo fare, non offre alla società alcun contributo sotto forma di un lavoro o della disponibilità a lavorare”.

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