Il Primo Maggio della crisi

di Ivano Osella* | da www.comunistitorino.it

torino 1maggio 24A Torino si è svolto un primo maggio diverso dagli altri anni, diverso dall’abituale corteo dei sindacati e delle forze politiche di sinistra. C’è stata infatti una partecipazione molto elevata della popolazione, come non si vedeva negli ultimi anni, che fin dai portici di piazza Vittorio Veneto salutava i vari spezzoni che componevano il corteo. La crisi e la mancanza di prospettive per i disoccupati, i lavoratori e i pensionati sono state il cardine intorno a cui è cresciuta questa bella partecipazione.

La diversità di questo primo maggio si è vista però anche nelle contestazioni e nella repressione che ne è seguita. Il Tav, le aziende in crisi, la privatizzazione dei servizi educativi sono stati infatti i temi forti che hanno determinato la contestazione al Sindaco Fassino a cui, come abbiamo assistito, è seguito un uso sconsiderato della forza da parte delle forze dell’ordine, come sempre accade da quando è in carica il governo tecnico.

Il clima di tensione è iniziato infatti già alla partenza del corteo quando sono partite le prime cariche della polizia sui contestatori ed è culminato in piazza Palazzo di Città dopo che è stata issata una bandiera No Tav sul balcone del Comune di Torino. Anche in questo caso la risposta data dalle forze dell’ordine sono state cariche e manganellate sui manifestanti. 

Questi due fatti, ossia le dure contestazioni e l’elevata partecipazione popolare a tutto il corteo sono la dimostrazione del fallimento del governo Monti, e, con esso, del fallimento di tutte le ricette liberiste e neo-liberiste di uscita dalle crisi economiche. 

E’ sempre più necessario un cambiamento di rotta nella politica del nostro paese che ponga al primo posto i lavoratori e le classi disagiate. Servono infatti come primi due interventi un sistema fiscale equo e proporzionato al reddito e una vera lotta all’evasione.

Occorre ridare la giusta e necessaria centralità al mondo del lavoro, eliminando la precarietà e la disoccupazione giovanile in primis, bloccando le delocalizzazioni delle imprese all’estero e non regalando più denaro pubblico al grande padronato e alle banche. 

Il ruolo dei comunisti in questa fase di durissima crisi economica deve essere infatti quello di portare avanti con vigore queste proposte, come hanno fatto le compagne e i compagni della Federazione della Sinistra durante tutto il corteo. La difesa dell’Articolo 18 dello Statuto dei

Lavoratori, l’opposizione alle privatizzazioni dei servizi pubblici, l’abbattimento del precariato e della disoccupazione e la tutela della garanzie sociali sono appunto le battaglie che ci caratterizzano e che devono vedere tutto il nostro impegno di comunisti.

*Coordinatore Provinciale FGCI Torino