da www.comunisti-italiani.it
In questi ultimi anni ho conosciuto belle persone. Hanno nomi semplici. Teresa, Luigi, Francesco, Giulia … Del resto, sono persone semplici che vivono vite normalmente difficili. Ma vivono con la testa alta, senza piegare la schiena. Non hanno amicizie altolocate. Non cercano raccomandazioni. Non hanno i numeri di telefono di ministri che li possano aiutare.
Non sono famosi. Non sono, neppure, esenti da difetti. Anzi, probabilmente, ne hanno tanti, normalmente tanti. Ma sono difetti da poco. Queste persone non cercano la notorietà. Semplicemente, vorrebbero vivere una vita normale, senza dolore. Ma sono “caduti” in una storia grande, loro malgrado. Una storia che è una delle tragedie del lavoro più devastanti del nostro paese. E lottano, ogni giorno, ogni istante della loro vita per ottenere verità e giustizia per chi è morto di lavoro alla Marlane di Praia a Mare. Lottano con testardaggine e caparbietà, nonostante tutto, perché la tragedia che hanno vissuto (e vivono) fatica ad essere conosciuta. Lo fanno perché sono eroi? No, lo fanno perché non hanno potuto scegliere altrimenti. Lo fanno perché non possono farne a meno. Sono vittime, parenti delle vittime, persone che non accettano che possano esistere soprusi, sfruttamento, indifferenza.