di Riccardo Chiari | da il Manifesto
Nuove critiche all’istituto guidato da Mastrapasqua: «Dati fuorvianti». Ma il totale arriva a 370mila
Ammette che ci sono altri 55mila esodati urgenti, da aggiungere ai 65mila già salvaguardati. Ma Elsa Fornero non riesce a dire di avere sbagliato. Non ce la fa, sembra Fonzie nella vecchie serie tv Happy Days. Però il playboy della «working class» era simpatico. Mentre il ministro del lavoro non dà certo questa impressione, quando in un aula del senato non gremita se la prende nuovamente con l’Inps che avrebbe fornito dati «parziali e fuorvianti».
Per poi riconoscere, pur parzialmente, l’evidenza dei fatti: «Questa nuova platea di lavoratori da salvaguardare è quantificabile, con il margine di errore che le stime necessariamente comportano, in circa 55mila soggetti. In particolare ci sono 40mila lavoratori in mobilità ordinaria, a seguito di accordi sindacali stipulati entro il 31 dicembre e con data di licenziamento successiva al 4 dicembre».
Anche quest’ultimo particolare – 4 dicembre come data spartiacque fra i salvati e i condannati a non avere né lavoro, né pensione – la dice lunga su come il ministro Fornero interpreta la sua «mission». Di fronte alla quale perfino l’Udc pretoriana del governo Monti fa dire al capogruppo D’Alia: «È necessaria la circolazione delle informazioni, e una collaborazione fondamentale con le parti sociali». Sarà un’impresa di lungo periodo, visto il secco commento di Luigi Angeletti della Uil al Tg3: «Le nuove stime sugli esodati del ministro Fornero sono assolutamente inaffidabili». Un concetto subito ribadito sia dalla Cgil che dalla Cisl.
I numeri, quelli veri, arrivano dalla Fondazione studi dei Consulenti del lavoro: «Se non sono 390mila – certifica Rosario De Luca – certo non scendono sotto i 370mila. Le cifre rese note dall’Inps sugli esodati sono reali e veritiere. E impongono al governo un intervento immediato». Eppure Elsa Fornero insiste: «I dati Inps sono parziali e fuorvianti. Prestandosi a facili strumentalizzazioni, hanno alimentato la polemica dei giorni scorsi, quando invece occorre chiarezza e trasparenza». La soluzione del problema, secondo il ministro del lavoro, sarebbe un «tavolo tecnico» con le parti sociali, che peraltro hanno ascoltato con allarme crescente le prime ipotesi avanzate a Palazzo Madama, fra cui spiccano quelle del richiamo alla partecipazione a «lavori di pubblica utilità», o all’allungamento della indennità di disoccupazione.
Insomma la sensazione è che ci vorrà del tempo, con il ricorso a un disegno di legge e non certo a un decreto legge. «A quanti vorrebbero che la soluzione su principi e scaglioni venisse fuori in pochi giorni – ammette il ministro – rispondo che siamo impegnati a trovare una soluzione e siamo certi che parlamento e parti sociali non faranno mancare il loro sostegno convinto». Al tempo stesso però Elsa Fornero ha ribadito la richiesta alla maggioranza parlamentare che il ddl sul lavoro sia approvato entro il 28 giugno, così da consentire a Mario Monti di presentarsi «con i compiti fatti» al prossimo vertice Ue.
Di fronte a questa prospettiva, al solito nel Pd le opinioni divergono. Questa volta tocca a Cesare Damiano fare la faccia cattiva e avvertire: «Serve un accordo contestuale. Non accetteremo prima il disco verde sulla riforma del lavoro e poi la soluzione per gli esodati». Più sottile Stefano Fassina: «’La comunicazione del ministro Fornero è un significativo passo avanti verso la soluzione del problema. Ma altri passi vanno compiuti. Finalmente si coinvolgono i sindacati e le rappresentanze delle imprese, è l’occasione per affrontare anche il buco di copertura assicurativa, provocato dal ddl lavoro a causa della cancellazione dell’indennità di mobilità, dopo l’innalzamento dell’età di pensionamento. E va chiarito al più presto dove trovare le risorse per affrontare l’onere di finanza pubblica». Chiara la sinistra extraparlamentare: «Fornero continua a dare i numeri sugli esodati, e la sua proposta di trattarli come disoccupati è irricevibile – dice Paolo Ferrero del Prc – il governo può fare una sola cosa che sia accettabile: garantire ai lavoratori esodati la pensione, da subito. Le sue parole sulla possibilità di ricollocazione dei lavoratori sessantenni dicono solo che vive fuori dal mondo». Tranchant anche Nichi Vendola: «Il livello di improvvisazione del ministro Fornero è impagabile. La produzione di gaffe e l’esibizione di sciatteria tecnica è davvero impressionante».