Faccia a faccia col ministro Fornero

di Armando Rinaldi | da www.comunisti-italiani.it

fornero-pUna dozzina di nostri associati si è trovata di fronte all’Università Bocconi in occasione del convegno sulle pensioni che vedeva la presenza del Ministro Fornero e del Presidente dell’Inps Mastrapasqua. Abbiamo distribuito circa 600 volantini ai molti studenti presenti nell’area dell’Università o che hanno partecipato al convegno.

Uno dei nostri soci, Marcello, è entrato nell’atrio del convegno e all’arrivo del Ministro (entrata da un ingresso secondario) l’ha apostrofata gridandole “la sua riforma della previdenza è uno schifo, si vergogni”. Il Ministro si è fermata e rivolgendosi al nostro socio gli ha detto “vorrei ascoltarla, mi aspetti al termine del mio intervento”. Marcello ha informato noi che stavamo all’esterno ed è rientrato in attesa del Ministro. All’esterno, oltre che con gli studenti, avevamo intavolato una discussione con alcuni funzionari di polizia (molto arrabbiati perché anche sulle loro pensioni si sta abbattendo una pesante riforma). 

Visto che il colloquio era cordiale ho chiesto loro di poter affiancare Marcello nell’incontro con il Ministro. I funzionari che scortavano la Fornero hanno dato l’autorizzazione. 

Io e Marcello abbiamo quindi atteso la fine del suo intervento e siamo stati invitati in una saletta contigua all’aula magna dove siamo stati raggiunti dal Ministro. Il colloquio è durato circa una ventina di minuti. 

Cerco di riassumere i contenuti più significativi. La parte più lunga del dialogo si è svolta tra il Ministroe Marcello dato che la Fornero si è rivolta a lui chiedendogli di riassumergli la sua situazione. 

Marcello ha spiegato che due anni fa ha accettato di lasciare l’azienda nella quale lavorava a fronte di un accordo di assunzione, in altra azienda collegata, a tempo determinato della durata di due anni che gli avrebbe permesso di raggiungere i 40 anni di contributi agli inizi del 2013 e quindi di andare in pensione. Ora, con l’ultima riforma, non saranno più sufficienti i 40 anni e lui tra pochi mesi sarà senza lavoro, pensione e reddito. 

Il Ministro ha chiesto a Marcello quale ruolo professionale avesse svolto e, saputo che si trattava di un ruolo manageriale, gli ha detto “mi sorprende che lei, con il ruolo che svolgeva, non abbia avuto la capacità di capire che le regole sarebbero potute cambiare”. In qualche modo gli ha fatto capire che avrebbe dovuto pensarci prima di accettare l’accordo con l’azienda che lo ha estromesso. Il Ministro ha poi ribadito che la riforma era inevitabile perché il sistema previdenziale non poteva reggere. Il debito pubblico era alle stelle, per troppi anni si erano concessi privilegi a destra e a manca. 

A Marcello che le faceva notare che invece di intervenire sulle pensioni si sarebbe potuto puntare ad una patrimoniale, il Ministro ha risposto che nel nostro paese la patrimoniale non è attuabile in quanto non esiste un registro dei patrimoni, che gran parte delle ricchezze sono occultate e che il governo è intervenuto con l’IMU che, al momento, è l’unica forma di patrimoniale perseguibile. Ma loro, i tecnici, stanno lavorando per mettere a punto un registro dei patrimoni. 

A questo punto sono intervenuto ricordando al Ministro i nostri scambi di mail ai quali fece seguito una mia convocazione a Roma (poi rimandata nel tempo e poi cancellata definitivamente) a seguito del suo desiderio di incontrarmi. La parola “desiderio” l’ha fatta inalberare al punto che ha sottolineato la mia parola “desiderio???” quasi fosse una bestemmia. Poco male. Sono andato avanti evidenziando il problema di chi è disoccupato a pochi anni dalla pensione, senza nessun sostegno al reddito. La sua risposta è stata la seguente: “Questo non è un problema che riguarda le pensioni, è un problema di assistenza. Io sono da sempre favorevole alla introduzione di un “reddito di cittadinanza” ma “non ci sono soldi”. Tornando alle pensioni ha voluto precisare che lei sta risolvendo i casi di tutti quegli “esodati” i cui accordi di esodo sono transitati a livello governativo. Ma intende in futuro farsi carico anche di coloro che hanno avuto accordi a livello locale a patto che le Regioni o altri enti locali forniscano le informazioni al Ministero. 

Prima di chiudere il colloquio, ricordando che Marcello le aveva gridato di vergognarsi, ha tenuto a precisare che lei non si vergogna affatto della sua riforma, che la riforma è stata fatta nell’interesse del paese e che non è disposta ad accettare nessun passo indietro, che o la riforma rimane così come è o lei se ne va. 

Un mio giudizio: non ho mai avuto grandi aspettative da un incontro con il Ministro e, pur con il poco tempo a disposizione, quello che pensavo è stato confermato. D’altra parte non si può rinunciare, pur conoscendo i limiti della cosa, ad incontrare chi con le sue decisioni determina le condizioni future di vita di tante persone. Credo di poter dire che l’unico elemento positivo di questo incontro sia dato dal fatto che mi ha permesso di valutare faccia a faccia il personaggio. Dura, piena di sé, zero flessibilità, certezza assoluta di essere dalla parte della ragione, aggressiva, nessuna reale disponibilità al dialogo o al confronto se non a livello di facciata. 

Un grazie comunque a Marcello per la sua iniziativa e anche al funzionario di polizia che ha agevolato l’incontro. 

E’ tutto. 

P.S “Gridiamo piano se no si svegliano gli italiani” (scritta comparsa su di uno striscione dei manifestanti in Spagna)

(l’autore fa parte di ATDAL OVER40, associazione nazionale per la tutela dei diritti dei lavoratori ultraquarantenni)