Emergenza sociale in Val Vibrata

di Erman Dovis, Comitato Centrale Pdci, Federazione di Teramo

 

 

ilprossimopotrestiesseretu-w350Le contraddizioni profonde che si innescano a livello internazionale,tra i gruppi monopolistici speculatori e le masse popolari,e tra il monopolismo e la piccola e media borghesia,che viene schiacciata dal capitale finanziario e spinta verso una condizione di proletarizzazione, si acuiscono sempre di più. Seguendo lo schema classico di destrutturazione produttiva e concentrazione monopolistica, risulta evidente come il monopolismo rastrelli ferocemente capitale a qualunque costo: si pensi ad esempio alla rapina di denaro liquido che la piccola e media borghesia possiede in banca (in ogni sua forma), la messa a pagamento di debiti insolvibili, il fallimento e la requisizione dei beni di queste classi. Uno dei risultati è appunto l’aumento dei fallimenti e la chiusura di piccole e medie imprese.

queste situazioni non possono non evidenziarsi anche a livello nazionale e locale,infatti la violentissima crisi che ha investito il nostro paese non ha risparmiato la Provincia di Teramo,spazzando via dal 2009 ad oggi ben 562 aziende dell’industria manifatturiera,di cui 188 in Val Vibrata.nelle città di Giulianova e Roseto degli Abruzzi sono state chiuse 103 imprese,e 54 nella sola Martinsicuro. Questo processo ha investito in pieno la classe operaia,causando la perdita di ben settemila posti di lavoro in circa quattro anni, determinando uno scenario di autentico dramma sociale. Secondo i dati della Fillea-Cgil, nel settore legno si denuncia una perdita del 40% della forza lavoro dal 2008 ad oggi, la chiusura di importanti fabbriche e la seria difficolta’ delle restanti, per un comparto produttivo che dà lavoro ormai solamente a 870 operai circa, mentre le ore di Cig sono aumentate del 295%. Il decremento dei lavoratori occupati nel settore dell’edilizia raggiunge una percentuale del 30% sempre in rapporto ai dati del 2008, con 1770 posti di lavoro perduti, e nel settore manufatti in cemento, si registra una perdita occupazionale del 17% rispetto a tre anni fa.

I dati forniti dalla Filctem per il settore tessile-abbigliamento sono drammatici per la nostra Provincia: dei 12000 occupati al 2008 non ne restano che 9400 circa, il che significa quasi tremila posti di lavoro bruciati, a cui vanno aggiunti 3500 lavoratori in mobilità, e 6400 in cassa integrazione. Agli ammortizzatori sociali si fa ampiamente ricorso anche nel settore metalmeccanico,con 1400 lavoratori in stato di mobilita’, cassa integrazione e cassa straordinaria.

Sono dati inequivocabili di una situazione ormai insostenibile, che per gli operai e le loro famiglie ha un significato preciso: poverta’ e disperazione. Un quadro di crisi generale,a cui localmente si deve rispondere ,come denunciato dalla Federazione Provinciale del Pdci, attraverso una immediata convocazione di tutte le parti sociali per aprire un confronto che ponga al centro della questione lo sviluppo di un piano industriale concreto che sappia rilanciare, attraverso il lavoro, la nostra Provincia e la Regione stessa.