Documento conclusivo del Direttivo Regionale Cgil Piemonte

cgilpiemonteIn Piemonte la recessione continua ad essere straordinaria, peggiore che nel resto d’Italia, per le specificità della nostra economia particolarmente esposta al crollo del settore manifatturiero, a partire dalla filiera dell’auto, e alla brusca contrazione della domanda interna, tutto ciò nell’assenza di interventi di politica industriale sui settori strategici, dallo stesso sistema delle imprese e da parte del governo centrale e della Regione.

I numeri del Mercato del lavoro segnalano una situazione drammatica. Alla fine del 2011 si contano in Piemonte oltre 40.000 soggetti coinvolti in procedure di CIG Straordinaria, di cui oltre 9.000 in imprese in fallimento o in cessazione di attività. Le aziende che hanno presentato domanda di CIGD nel periodo compreso tra il 1 gennaio e il 15 maggio 2012 sono state 5510, con un incremento del 42% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un costo a preventivo superiore ai 150 milioni di euro. L’aumento è dovuto anche alla conclusione del periodo di CIG Straordinaria per alcune grandi aziende.

Alla palese inadeguatezza del finanziamento degli ammortizzatori in deroga nel Bilancio dello Stato si aggiunge il mancato invio da parte del Ministero dei pagamenti dovuti; si rischia, se gli stanziamenti statali non arrivano al più presto la sospensione dei pagamenti da parte della Regione, che ha già anticipato le somme finora trasferite all’INPS.

– Il settore della sanità e dell’assistenza, compresa la grave situazione delle cooperative sociali e di servizio,

– l’abbattimento dei contributi al trasporto pubblico locale, tra cui la incredibile antistorica cancellazione delle linee ferroviarie locali attive in Piemonte da metà dell’ottocento che ha portato allo sciopero unitario regionale di ieri con migliaia di manifestanti,

– l’aumento insopportabile della pressione fiscale da parte di tutte le Istituzioni locali

ci impongono di proseguire nella mobilitazione delle Strutture della regione, cercando le convergenze unitarie dove possibile, ma con la volontà di mettere in campo un’iniziativa della CGIL in grado di sfidare il Governo regionale ed il sistema delle imprese sulle scelte da operare per affrontare la crisi salvaguardando i diritti e gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici.

In questo quadro gravissima è la situazione nazionale, la ferita aperta dalla controriforma pensionistica con il drammatico seguito degli esodati senza lavoro, né pensione, le mancate risposte sull’alleggerimento della pressione fiscale sul lavoro dipendente, il DDL lavoro che presenta tratti di ulteriore peggioramento nella discussione Parlamentare.

Su Fisco, Crescita e salvaguardia del welfare la manifestazione unitaria del 2 giugno segna, dopo anni di accordi separati, un’importantissima convergenza che può preparare un’intesa unitaria anche per il futuro.

Le differenze tra noi e la CISL e la UIL tuttavia continuano ad essere notevoli: in materia di mercato di lavoro, flessibilità in ingresso, sulla durata e il carattere di universalità degli ammortizzatori sociali, sulla tutela piena ed efficace dal licenziamento illegittimo.

Il Direttivo regionale del Piemonte su questi temi ritiene che la CGIL debba portare avanti la mobilitazione intrapresa con gli scioperi territoriali, seguendo l’iter della legge in discussione in Parlamento, fino alla proclamazione, come previsto dal documento approvato dal Direttivo nazionale del 19 aprile, dello Sciopero generale nazionale.

Torino 29 maggio 2012
Votato a maggioranza con un’astensione