In occasione dello sciopero generale europeo di mercoledì 14 novembre, promosso in Italia dalla CGIL e altre sigle sindacali, sentiamo la necessità di lanciare alle forze politiche, alla società civile e alla cittadinanza della Provincia di Taranto un appello alla mobilitazione.
Le ragioni che hanno ispirato la convocazione di questa giornata di lotta si esprimono nella rivendicazione di un modello di sviluppo radicalmente diverso da quello che ci ha condotti alla crisi e che contribuisce al suo perdurare. Questo modello di sviluppo è consistito nel porre al centro della vita economica il profitto, subordinando al suo perseguimento la sicurezza dei lavoratori, la salvaguardia della salute e dell’ambiente e la coesione sociale delle popolazioni europee.
La vicenda che sta scuotendo il nostro territorio, legata al futuro di ILVA, riassume bene tutti questi elementi. In quindici anni, grazie al pieno utilizzo dello stabilimento tarantino, i Riva hanno conseguito margini di profitto fino a poco tempo prima inimmaginabili. Questo avrebbe potuto consentirgli di effettuare per tempo tutti gli investimenti necessari a rendere gli impianti sostenibili sul piano ambientale e sociale; ma piuttosto che affrontare la sfida della trasformazione, essi hanno preferito continuare a ricavare vantaggi competitivi dall’ipersfruttamento della manodopera e dell’ambiente circostante. Una direzione politica, nella maggior parte dei casi, improntata al più miope “lasciar fare” – in certi casi condito anche da elementi di corruzione – glielo ha consentito.
Oggi i nodi sono venuti al pettine, ma i Riva continuano a far finta che nulla sia successo. Martedì 6 novembre la direzione aziendale ha annunciato quasi contemporaneamente la messa in Cassa Integrazione di 2.000 lavoratori dell’area a freddo e la presunta impossibilità di ottemperare alle prescrizioni contenute nell’AIA fin quando non sarà ordinato il dissequestro degli impianti dell’area a caldo. Si tratta di misure tanto più gravi in quanto fanno il paio con la mancata presentazione di un piano industriale che renda noti, una volta per tutte, gli impegni puntuali che l’azienda intende sostenere per abbattere le emissioni inquinanti dello stabilimento e rendere lo stabilimento compatibile con la conservazione della vita umana e dell’ecosistema naturale.
Siamo di fronte a un bivio: o si affermerà concretamente l’indirizzo per cui “un altro modo di fare acciaio è possibile” oppure la fabbrica – e con essa la provincia jonica e buona parte del sistema produttivo nazionale – entrerà in un tunnel senza uscita.
Noi ci opporremo con tutte le nostre forze a questa catastrofe. Che i Riva dichiarino subito le loro intenzioni su Taranto! E se queste sono negative, che il governo intervenga per trovare tutte le possibili soluzioni affinché gli impianti vengano ammodernati senza la perdita di un solo posto di lavoro e addebitando alla proprietà i costi di risanamento!
Lo sciopero generale del 14 novembre rappresenta una prima imperdibile occasione per avanzare questi contenuti, conferendogli la dimensione europea che gli compete. Per il nostro paese e per il nostro territorio la soluzione positiva del caso ILVA significherebbe infatti fare un passo avanti in direzione delle aree più avanzate del sistema economico europeo, che già da tempo hanno affrontato con successo la sfida della compatibilità ecologica. D’altra parte, l’affermazione dei diritti dei cittadini e dei lavoratori (su tutti quello a vivere e lavorare in un ambiente che non sia causa di malattie e morte) rappresenterebbe nell’attuale fase di crisi che investe l’intero continente un primo significativo segnale di superamento del modello di sviluppo basato sul profitto ad ogni costo.
Il modello di sviluppo che invece noi immaginiamo – per Taranto, per il Paese e per l’Europa – si basa su investimenti in innovazione, che possano rilanciare le aree afflitte da disoccupazione e precarietà, dando vere opportunità ai giovani, che al momento hanno di fronte la sola opzione dell’emigrazione per sfuggire al deserto che gli si fa intorno.
Per questo saremo in piazza il 14 novembre e invitiamo tutti i cittadini della Provincia di Taranto che vogliano sostenere questa prospettiva di rinnovamento ad esserci.
Adesioni appello sciopero generale 14 Novembre
Alessandro Leogrande (giornalista e scrittore)
Alessio Di Florio (attivista PeaceLink – Abruzzo)
andrea basile (copywriter e scrittore, Resp. Org Arci Palacool)
Alfredo Cervellera (cons. Regione Puglia)
Angela Bianco (parrucchiera)
Anna Addabbo (Spi Cgil)
Angela Todaro (operatrice sociale, Associazione Babele)
Angelo Farano (già membro dir.prov. DS Taranto)
Anna Maria Bonifazi (coordinatrice prov. Libera)
Anna Rita Lemma (docente)
Antonio Giannone (lavoratore Als – segreteria provinciale PRC)
Antonio Paladini (lavoratore precario, Leverano)
Anzolin Preneste (dirigente scolastico)
Chiara Barbieri (Studentessa e Senatrice Accademica Università di Pisa)
Cosimo Cicala (operaio ILVA)
Cosimo Nume (medico)
Cosimo Spada (praticante avvocato)
Donatella Duranti (coordinatrice prov. SEL)
Emanuele Franco (avvocato)
Edvige Grifoni (pensionata)
Enzo Pilò (Presidente Associazione Babele)
Ernesto D’Eri (consigliere comunale Taranto)
Ettore Bucci (Studente Università di Pisa – Assemblea Federale SEL Pisa )
Fabio Boccuni (operaio ILVA)
Ferdinando Dubla (Segreteria Prov. PdCI – Responsabile Cultura – Scuola e Formazione)
Francesco Bardinella (RSU FIOM Ilva)
Francesco Brigati (RSU FIOM Ilva)
Francesco Falcone (commercialista)
Franco Gentile (ass. Provincia di Taranto)
Gabriele Caforio (attivista Peacelink, Salice Salentino)
Giancarlo Girardi (pensionato Ilva)
Gianni Liviano (consigliere comunale Taranto)
Giovanni Lippolis (segretario sez. “Peppino Impastato” PRC)
Giuseppe Miceli (segreteria prov. PRC)
Giuseppe Stea (scrittore)
Ilaria Cinieri (psicologa e ricercatrice psicopolitica, “Voce del verbo essere”)
Jacopo Lorè (operatore sociale, ARCI Palagiano)
Laura Tussi (attivista PeaceLink – Milano)
Lina Monteleone (commercialista)
Lisa Nuzzo (operatrice sociale)
Luca Occhionero (segretario prov. PRC)
Lucia Schiavone (docente)
Martino Di Lonardo (lavoratore Alenia)
Mauro Cipriano (Comitato federale PdCI Taranto)
Mario Marturano (Comitato federale PdCI Taranto)
Milvia Grifoni, (coordinatrice circolo SEL Pertini)
Paola Biasi (dottoranda)
Piero D’Elia (operaio ILVA)
Pietro di Bari – Lavoratore precario – Bologna
Remo Pezzuto (praticante avvocato – Pres ass. Sinistra in Movimento)
Roberto Polidori (bancario)
Salvatore Romeo (dottorando)
Sarah Latorre (componente della segr Prov del PdCI )
Serena Miccoli (Studentessa)
Stefania Castellana (dottoranda)
Stefano De Pace (impiegato)
Stefano Tamburrano (ass culturale il cantiere- Palagiano)
Stella Fuggiano (studentessa universitaria)
Valentina Basta (studentessa, presidentessa circolo ARCI Palacool)
Vincenzo Vestita (operaio ILVA)
Vito Vetrano (bracciante, Associazione Braccianti Palagiano)
Tonia Spinelli (Presidente del comitato politico prov. PRC)