Con le Rsu contro la riforma Fornero

di Stefano Barbieri, responsabile lavoro PdCI | da www.comunisti-italiani.it

Care Compagne e cari compagni, voglio sottolinearvi una iniziativa di lavoratori e lavoratrici che io giudico di straordinaria importanza. Facendo riferimento anche agli ultimi dati dell’Ocse che certificano come la riforma Fornero abbia impoverito (più di quanto non lo fossero già) le future pensioni di chi oggi è precario, un gruppo di lavoratori che da tempo questo allarme lo ha già colto, si organizza per contrastare quella legge: sono Rsu (quindi Cgil, Cisl e Uil, con adesioni di altri sindacati) che attraverso un gruppo su Facebook e una serie di riunioni si stanno mobilitando contro la Fornero.  Il gruppo si chiama «Rsu contro Riforma Pensioni Fornero», l’iniziativa è partita da un ordine del giorno approvato dalle Rsu della Electrolux di Susegana e, negli stessi giorni, da quelle della CgtCls, multinazionale francese che ha sedi anche in Italia. In pochi giorni hanno aderito decine e decine di Rsu un po’ di tutta Italia (ma in special modo del centro-nord), non solo del lavoro privato: adesioni anche nel pubblico, tra i vigili del fuoco, la vigilanza. E ci sono anche singole adesioni di Ugl, Cobas, Usb. 


Il primo appuntamento calendarizzato dai promotori è per il 20 dicembre a Milano, ore 11: un’assemblea pubblica nella sede della Provincia, a cui, dai primi riscontri, dovrebbero aderire migliaia di lavoratori. Il gruppo può essere contattato su Facebook, o scrivendo a [email protected]

Qui di seguito, la piattaforma di richieste avanzata al governo e al Parlamento, perché le iniquità della riforma Fornero vengano cancellate.

Si chiedono innanzitutto «meccanismi di flessibilità di uscita, per correggere l’allungamento dell’età pensionabile, che genera disoccupazione per i giovani e per i lavoratori anziani che vengono espulsi. Per i pensionati, si chiede «un tetto pensionistico interamente indicizzato a 5 mila euro lordi mensili, con il divieto di cumulo di lavoropensione oltre tale cifra, eliminando l’attuale mancato recupero dell’inflazione. 

Per i lavoratori: il ripristino delle anzianità anagrafiche per l’accesso alla pensione di vecchiaia (60 anni per le donne e 65 per gli uomini). La possibilità di accedere volontariamente alla pensione di anzianità con 40 anni di contributi, la riduzione dell’età pensionabile per i lavori usuranti. 

E ancora: l’eliminazione dei coefficienti automatici di innalzamento dell’età pensionabile; una strategia inclusiva, attraverso l’omogeneizzazione contributiva (da elevare gradualmente al 33% per tutti), la copertura contruibutiva pubblica dei periodi di disoccupazione involontaria e dell’attività di cura che ricade perlopiù sulle spalle delle donne; una limitazione della riduzione automatica del tasso di sostituzione, rimettendo in discussione i coefficienti di trasformazione che devono garantire pensioni decenti e che non provochino un impoverimento improvviso delle persone; possibilità di destinare volontariamente alla previdenza pubblica una quota dei contributi destinati alla pensione integrativa, in modo da aumentare il proprio montante contributivo. 

Credo sia inutile sottolinearvi che queste rivendicazioni sono assolutamente in linea con quanto anche noi, come partito, abbiamo avanzato in termini di proposta politica anche nel nostro documento congressuale. 

Naturalmente, come segreteria nazionale, abbiamo immediatamente aderito alla iniziativa (saremo presenti a Milano nella giornata sopra indicata con una delegazione del Partito formata certamente dal sottoscritto e da altri compagni) come per altro hanno fatto altri partiti e associazioni della Sinistra, tranne il PD. 

Vorrei però che comprendessimo tutti l’importanza di questo appuntamento che, in termini generali, mette a valore la necessità di ripresa del movimento dei lavoratori alla testa del conflitto sociale come anche noi chiediamo da tempo. Sottolineo inoltre che, in una stagione politica e sociale come quella che stiamo attraversando dove le piazze del Paese sono riempite da grillini e forconi di vario tipo che sembrano essere gli unici a voler interpretare il massacro sociale di un popolo ormai allo stremo, o la sinistra e le istanze del lavoro tornano ad essere protagonisti della politica o la degenerazione “a destra” del conflitto stesso è, secondo me, più che un rischio. 

Per questo, dopo questa lunga premessa, sono a chiedere a tutti voi di provare ad organizzare la presenza alla manifestazione del 20 dicembre a Milano da parte soprattutto di RSU dei vostri territori che sono iscritti al partito o comunque vicini alle ns. posizioni, approfittando anche del fatto che i delegati presenti possono approfittare del permesso sindacale per l’assenza dal lavoro. 

Provo ad essere ancora più esplicito: non siamo noi i promotori dell’iniziativa e a quella assemblea parleranno SOLO lavoratori RSU dei vari comparti lavorativi, ma abbiamo partecipato al ragionamento politico che sta dietro alla stessa e alla costruzione dell’appuntamento in termini organizzativi e vogliamo garantire il contributo della nostra presenza attiva. 

Questa iniziativa che parte da Mi, si svilupperà nel corso 2014, con iniziative nelle province, in cui il Pdci, con i suoi contatti locali con Rsu, deve contribuire da subito. 

Quando sottolineiamo la necessità della costruzione dell’unità delle forze della sinistra che vogliono mettere al centro il tema del lavoro nell’agire politico, parliamo di fatto di “come stare” dentro a processi come quelli che possono nascere dall’appuntamento di cui vi sto parlando. 

Vi chiedo quindi di dare corso, compatibilmente a quanto possibile da parte vostra a questa mia richiesta e se lo ritenete di tenermi informato.

Stefano Barbieri, Responsabile nazionale Lavoro Pdci