Firenze, 23 giugno 2012
Il Partito dei Comunisti Italiani è impegnato con entusiasmo e determinazione nel dare il suo contributo al pieno successo dello sciopero generale e delle manifestazioni indette a Firenze e provincia dalla CGIL per martedì 26 giugno, ritenendo questa iniziativa un’importante evento preparatorio dell’ormai indispensabile sciopero generale nazionale contro le politiche del Governo Monti, antioperaie e antidemocratiche.
Difendere il lavoro e il salario, reclamare politiche di intervento statale nell’economia tese alla programmazione di investimenti produttivi e alla lotta contro la rendita, ridurre drasticamente i profili contrattuali che dividono e precarizzano il rapporto di lavoro, riprendere la lotta sindacale e politica contro lo smantellamento del sistema previdenziale, difendere e rilanciare l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori come presupposto del rispetto di tutti gli altri diritti del cittadino lavoratore.
È a partire da queste e altre rivendicazioni come la difesa e il rilancio della scuola e università pubbliche, la riduzione delle spese militari, lo sganciamento dell’Italia dalle politiche recessive della BCE e della Germania che possiamo indicare una prospettiva di cambiamento ai lavoratori, ai disoccupati, agli studenti e a tutti i settori sociali colpiti dalla crisi e dalle cosiddette misure anti-crisi, unificandoli su obiettivi chiari e concretamente perseguibili.
Le classi dominanti della UE sono attualmente incapaci di trovare una via d’uscita alla crisi. Non solo: se le classi dirigenti continueranno a praticare le attuali politiche recessive si trascineranno dietro anche l’economia degli USA e lo stesso Barack Obama non ha mancato di farlo notare.
Dalla crisi se ne può uscire con più democrazia e diritti o con maggiore povertà, discriminazioni sociali e autoritarismo.
La portata delle manovre governative rende necessario lo sciopero generale nazionale come momento di mobilitazione da inserire nel “pacchetto” di 16 ore di astensione dal lavoro già decise dalla CGIL.
Quando l’atteggiamento della tua controparte, in questo caso il Governo, nega il tuo ruolo negoziale e di rappresentanza generale, la tua risposta deve essere adeguata.
Quando, oltretutto, i provvedimenti decisi sono iniqui, classisti e recessivi, la tua risposta deve essere adeguata.
Quando, di fronte all’emergenza sociale di precari, cassintegrati, disoccupati, scoraggiati, esodati, si pone la fiducia su un provvedimento che indebolisce l’articolo 18 rendendo più facili i licenziamenti arbitrari, riduce le protezioni sociali dentro una fase recessiva e nulla fa sostanzialmente per ridurre la precarietà, lo sprezzo per la dialettica democratica e il mancato riconoscimento del tuo ruolo sociale raggiunge vette inimmaginabili.
Quando accade tutto questo, la risposta possibile, necessaria, non è che lo sciopero generale, che sancisce una tappa del lungo percorso di mobilitazione che la CGIL ha costruito e praticato contro le politiche economiche e sociali del Governo Monti-Fornero.
PARTITO DEI COMUNISTI ITALIANI – Segreteria Provinciale di Firenze