Caserta: scene di lotta di classe

di Mimmo Pascarella, segretario provinciale PdCI Caserta
e Roberto Di Martino, segretario cittadino PdCI Caserta

firemaFabbriche, aziende, padroni, operai: il conflitto nel casertano e il ruolo delle forze sindacali e dei comunisti del PdCI

FIREMA
 

Firema Trasporti è una società per azioni italiana del settore metalmeccanico operante nella progettazione, costruzione e riparazione di locomotive, treni, metropolitane e tram.È in amministrazione straordinaria dal 2 agosto 2010. Nata nel 1980, nel 1993 avviene la creazione di Firema Trasporti con la partecipazione al 49% dell’IRI tramite Ansaldo S.p.A. e la fusione delle principali aziende private del settore riunite in Firema Finanziaria S.r.l.(tutte con più di 80 anni di storia). L’azienda casertana, con oltre 500 lavoratori (altri siti a Tito in provincia di Potenza, a Spello in Umbria, a Milano per la progettazione, per un totale di circa mille lavoratori; non considerando le miriadi di piccole aziende dell’indotto), lavora su commesse della Metrocampania, della Sepsa, della regione Lombardia (il Meneghino), dell’Ansaldo Breda.

La scellerata gestione padronale (operazioni finanziarie che poco avevano a che fare con la produzione) portò, nel giugno 2010, al fallimento l’azienda, tanto che, nell’agosto 2010 veniva nominato il Commissario straordinario nella persona del Dott. Stajano. La procedura fallimentare portò al congelamento delle commesse ed all’impossibilità, per assenza di liquidità, di completare vecchie commesse. Grazie alla dura lotta dei sindacati (con anche azioni eclatanti di stazionamento in tenda sul tetto di uno stabile della fabbrica), con il supporto attivo del PdCI e della Federazione (ricordiamo che all’epoca e fino a fine dicembre 2010, il nostro compagno Mimmo Pascarella ha rivestito il ruolo di Assessore al comune di Caserta con varie deleghe, tra cui il Lavoro) e il coinvolgimento delle altre forze politiche, fu possibile ottenere la CIG ma non fu possibile salvare circa 70 lavoratori precari a contratto a tempo determinato, che furono messi in mobilità. Più incontri sono stati effettuati sia in regione Campania (Assessore competente dott. Vetrella) sia al Ministero delle attività produttive (prima con il delegato di Berlusconi, poi con il ministro Romani) per attivare il piano industriale di risanamento, sbloccando le commesse e i fondi della regione Campania e cercando di ottenere un coinvolgimento attivo del Ministero.
 

A tutt’oggi non si è attivato alcun piano da parte del ministero e la regione Campania non ha tenuto fede agli impegni presi con il protocollo di intesa con Metrocampania e Sepsa per sbloccare circa 7-8 milioni di euro per la ripresa della produzione, sottolineando il fatto che i veicoli della Metrocampania dovrebbero essere sotituiti per la loro vetustà. In questo quadro pessimistico una notizia parzialmente positiva è stata la proroga di un anno, avvenuta il 2 marzo 2012, del Commissario Stajano (che si deve dire si è molto impegnato a favore dei lavoratori) e della CIG. Il 4 aprile p. v. si terrà un Coordinamento sindacale nazionale per fare il punto sulla vertenza e, ovviamente, sulle strategie da mettere in atto.
 

Ci sono pressanti voci di un interesse privato di speculazione edilizia nei terreni dell’azienda, così, per intendersi, come avvenuto a Caasina Pecchi per la Jabil.
 

In tutte le fasi della lotta dei lavoratori, il nostro partito ha avuto sempre un ruolo più che attivo, contribuendo sostanzialmente alla definizione dei percorsi e delle iniziative, non tralasciando mai il coinvolgimento di tutte le istituzioni e di tutte le forze politiche, coinvolgimento necessario per ottenere un buon risultato (c’è da dire che, a parte l’iniziativa isolata di qualche istituzionale, sia esso regionale o nazionale, l’impegno della politica è del tutto insoddisfacente, con molte chiacchiere, passerelle e pochi fatti). Il sunto attuale del percorso di lotta (ribadiamo il nostro impegno quasi esclusivo!) è:
 

  • Costituzione del Comitato “Salviamo la Firema”.

  • Coinvolgimento del Consiglio comunale con una seduta tematica.

  • Coinvolgimento di tutte le istituzioni e i rappresentanti locali (scarsi risultati, al momento).

  • Obiettivo di sblocco a livello regionale dei fondi per la Firema e delle commesse regionali, essendo le aziende coinvolte a partecipazione pubblica.

  • Obiettivo di un tavolo con il governo con il coinvolgimento del ministero delle attività produttive e del ministero della coesione sociale.

  • Organizzazione di un punto permanente di protesta e di informazione nella città.

  • Organizzazione di uno sciopero generale delle aziende in crisi con capofila la Firema con l’obiettivo di ottenere un piano di azione per la promozione di sedi produttive stabili.

ACMS (Azienda Casertana Mobilità e Servizi)
 

L’azienda vede la gestione diretta dell’ente Provincia che coordina i 104 Comuni della provincia di Caserta, con il concorso della Regione Campania (fondi dovuti per obbligo di legge). La storia dell’ACMS si può sintetizzare nell’incuria gestionale degli organismi istituzionali con parallelo favoritismo di imprenditoria privata locale (conoscendo perfettamente percorsi ed orari e con esiziali favoritismi concessi dal “pubblico”, i mezzi privati anticipavano sistematicamente quelli pubblici). Incuria gestionale dell’ente Provincia, che non è mai stata in grado di definire un preciso piano di mobilità provinciale, anzi distogliendo fondi (in corso un’indagine della Finanza, con iniziale blocco degli stipendi e dei beni degli istituzionali) dall’azienda e con un tentativo, andato fallito per pressioni e “giochetti” dei privati, di un Bando Europeo di assegnazione del servizio (appunto bloccato!). Incuria da parte dei Comuni che da una parte non hanno quasi mai versato i fondi da loro dovuti e d’altra parte non hanno, per lo più, mai approvato un preciso piano di mobilità comunale. Incuria dell’ente Regione che non ha inserito l’azienda nel piano regionale dei trasporti (pur versando i fondi dovuti). Tutto ciò ha portato ad un bilancio di gestione molto negativo (anche perché la concorrenza privata e l’abolizione di tratte hanno sempre più diminuito gli introiti, favorendo ulteriormente le aziende private) che ha portato, nella settimana scorsa, alla Procedura fallimentare, mettendo a grave rischio di perdere il lavoro di 500 lavoratori. Lo scenario futuro, a meno di azioni pubbliche tempestive, vedrà, come paventato da molti, il formarsi di un Consorzio di aziende di trasporti tutto privato, con il reintegro di solo una piccola parte dei 500 lavoratori e la stragrande maggioranza che andrà verso il licenziamento.

Nei giorni scorsi ci sono state varie iniziative di lotta indette dal Comitato dei lavoratori e ci sono state cariche della polizia, ma la lotta continuerà!
 

Anche in questo caso, il nostro partito è in gioco direttamente, essendo un nostro compagno vice segretario della FILT-CGIL.
 

Ixfin
 

È un’azienda che aveva conglobato gli ex lavoratori della Texas Instruments e della Olivetti, agente nel campo della componentistica elettronica soprattutto nel campo delle TLC. Diversi anni orsono, in seguito ad un servizio di Report, fu avviata un’indagine da parte della Finanza dalla quale emersero distrazioni di fondi, bilanci falsificati, speculazioni finanziarie, attività produttive “fantasma”. Le ovvie conseguenze furono la procedura fallimentare, la chiusura della produzione, le lotte dei lavoratori, l’attivazione della CIG. Dei circa 900 lavoratori coinvolti, una piccola parte andò in mobilità e prepensionamento, ma la maggior parte, essendo di giovane età, sta continuando la lotta per non essere definitivamente licenziati e, pochi giorni fa sono stati concessi gli ultimi 9 mesi di CIG. Come spesso accade, anche qui i tentativi di rilancio dell’azienda, attraverso il coinvolgimento di cordate imprenditoriali, sono andati falliti, così come gli accordi di programma variamente succedutisi. Ed infatti, l’ultimo Accordo di Programma prevedeva la costituzione di un Gruppo consorziato, con una cordata imprenditoriale, ed il coinvolgimento dei lavoratori di altre due aziende chiuse, la ex Formenti e la ex 3M (altri 2000 lavoratori nel campo chimico), con l’obiettivo della riassunzione della maggior parte dei lavoratori. Questo accordo è andato nel dimenticatoio né tanto meno ci sono state proposte imprenditoriali serie (solo intenti speculativi).
 

Considerazioni
 

Quello descritto è uno spaccato di una realtà occupazionale molto più ampia e preoccupante, caratterizzata da una miriade di aziende in crisi e di molti lavoratori che corrono il rischio di entrare nel perverso percorso che porta alla perdita definitiva del posto di lavoro. Per questo il lavoro politico del PdCI in provincia di Caserta è orientato, sempre attivamente (per quanto ci è possibile per l’esiguità delle forze umane disponibili) ed in cooperazione con i Comitati di lotta dei lavoratori, all’attivazione complessiva di una grande VERTENZA LAVORO per il coinvolgimento di fondi soprattutto pubblici ma anche privati mirati al riavvio della produzione nei settori delle TLC, Chimico e Metalmeccanico e la creazione di posti di lavoro “buono” e soprattutto stabile (conosciamo bene, qui, il giochetto degli imprenditori del “prendi i soldi, i moltissimi soldi pubblici, e scappa). Costituisce un’ovvietà il nostro impegno di raccolta firme in difesa dell’art. 18.