di Michele Di Biase, segretario PRC– FDS Venosa (Potenza)
MELFI ( POTENZA) GIOVEDI 3 MAGGIO- ORE 11.00-13.00CANCELLI FIAT S.NICOLA DI MELFISALARIO- DIRITTI- OCCUPAZIONE – ARTICOLO 18
In vista della manifestazione nazionale della Federazione della Sinistra, il 12 maggio a Roma, contro le politiche neoliberiste del governo Monti, la federazione di Potenza parte proprio dal luogo di lavoro simbolo delle recenti lotte per la salvaguardia del lavoro, dei diritti, della dignità e della democrazia. E, con l’importante presenza dell’onorevole Fosco Giannini, ritorna al fianco delle metalmeccaniche e dei metalmeccanici della Fiat-Sata di San Nicola di Melfi, con l’obiettivo di far ripartire proprio dalle fabbriche e dai luoghi del conflitto sociale una forte mobilitazione per la salvaguardia dell’articolo 18, un baluardo di diritti e tutele per i lavoratori e le lavoratrici che questo governo con il benestare della stragrande maggioranza dei parlamentari vorrebbe manomettere.
Positiva è stata – al sit-in della FDS – la risposta degli operai, che non hanno per nulla nascosto le grandi preoccupazioni per le sorti del mondo del lavoro, partendo proprio dalla loro realtà, dal peggioramento delle condizioni della loro fabbrica. Una realtà che ha visto l’imposizione autoritaria del “modello Pomigliano” tramite un accordo separato senza alcuna possibilità di scelta per le lavoratrici e i lavoratori tramite referendum, e di conseguenza un peggioramento delle condizioni di lavoro e di salario senza nessuna certezza per il futuro industriale e occupazionale, nonchè il superamento delle Rsu elette dai lavoratori con la nomina della Rsa da parte delle sole organizzazioni firmatarie. E proprio da quest’ultima imposizione parte la sistematica estromissione dall’azienda di un sindacato maggioritario quale la Fiom, ma soprattutto si verificano minacce e ripercussioni nei confronti dei suoi iscritti e delegati, un piano messo in campo in modo da eliminare qualsiasi antagonismo alla logica padronale, fino a violare le libertà sindacali e a limitare la democrazia sul posto di lavoro. Da ultimo le elezioni farsa della scorsa settimana, che oltre ad essere antidemocratiche per l’assenza di un’organizzazione sindacale importante, risultano anche abbastanza anomale dato l’impedimento – tra le altre ambiguità- agli operai di assistere allo spoglio delle schede elettorali, ma soprattutto le pressioni forti per andare a votare. Perciò, visto il forte clima oppressivo, vanno fortemente ringraziati i 911 metalmeccanici e metalmeccaniche che non hanno espresso voto e i 1895 che hanno partecipato al voto simbolico fuori la fabbrica per il ritorno della Fiom in Fiat.
Pertanto è forte la necessità di una mobilitazione contro questo autoritarismo diffuso che limita la democrazia e attacca i diritti lavorativi e costituzionali. Occorre un’opposizione costituente a questo governo dei poteri forti contro la ricetta perversa dell’austerità che aumenterà solamente le disuguaglianze, l’indigenza e la povertà, e contro le logiche mercificanti del lavoro e dell’esistenza, ribadendo con forza che per uscire dalla crisi vanno salvaguardati i diritti, i salari e le libertà.
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