BOLOGNA 17 GENNAIO 2012: contributo al dibattito

NON AVEVAMO DECISO DI NON ESSERE + DISPOSTI A TUTTO?

coop4In questi giorni è stata raggiunta un’intesa di massima sull’ipotesi d’accordo sul CCNL della Distribuzione Cooperativa tra Filcams Cgil, Fisascat Cisl, e Uiltucs Uil con le controparti.

Si è deciso di sacrificare sull’altare dell’unità sindacale la difesa degli interessi dei lavoratori, questo accordo è infatti l’applicazione concreta della linea di Cisl e Uil sulla contrattazione su un contratto dove non sono rappresentativi. Non a caso, infatti, lo stesso adeguamento retributivo previsto è ricalcato nel solco dei parametri individuati dall’accordo separato del gennaio 2009, quello che allora la nostra organizzazione non firmò perché lo considerava giustamente “una vera e propria operazione di riduzione programmata dei salari”. Sono allineati i salari del ccnl coop a quelli del ccnl commercio che anche per questo motivo non era stato firmato.

86 euro lordi per un tempo pieno non sono solo pochi in assoluto, ma rappresentano almeno due punti in meno dell’inflazione che ci farà perdere ancora molto del già misero potere d’acquisto del nostro stipendio.

Inoltre le distanze dalla piattaforma a suo tempo votata (alla quasi unanimità) per il rinnovo contrattuale nel settembre 2010 sono addirittura abissali: ricordiamo che nella piattaforma si sosteneva che gli aumenti contrattuali dal 1° gennaio 2010 dovevano essere di 145 euro che comunque garantivano solo il potere d’acquisto e niente più visto il contesto. Gli emendamenti presentati dai lavoratori sui livelli e su altri argomenti, a quanto pare, sono stati ignorati.

La grande novità del Ccnl 2011-14 è l’introduzione dell’aumento dell’orario di lavoro settimanale e la riduzione dei permessi per tutti i nuovi assunti (con qualsiasi contratto).

Si tratta di qualcosa che dovrebbe far sobbalzare tutti i lavoratori che pensano che la crisi non la debbano pagare gli “ultimi”.

Più lavoro meno soldi per i giovani, a parità di lavoro si avrà un salario diverso, questo il prezzo pagato alle COOP.

Ma il prezzo lo pagheranno a breve anche chi lavora già, questo accordo di fatto rende ancora più conveniente evitare la stabilizzazione dei tempi determinati o consolidare il supplementare ai part time. Meglio utilizzare precari sempre “nuovi assunti” che non maturano diritti e costano molto meno.

Quindi occorrerà essere chiari con i lavoratori a tempo parziale: quando ci saranno i prossimi picchi lavorativi (Pasqua, Natale) difficilmente le Coop ci faranno fare le estensioni orarie…non converrà più; figuriamoci i passaggi da part-time a full-time.

Rendere sempre meno costosi i nuovi assunti incentiverà le Coop a liberarsi degli “anziani”, occorrerà quindi essere chiari con i lavoratori a tempo pieno: quando verranno approvati i licenziamenti facili con indennizzo (il Governo Monti lo ha previsto chiaramente), la coop, come ogni altra impresa, farà due conti e deciderà in base a questo chi tenere e chi liquidare….occorrerà licenziare qualcuno per poter difendere gli altri posti di lavoro ci diranno.

Ma tutti i peggioramenti previsti nel contratto nazionale non sono stati sufficienti ad accontentare le Coop. Si è previsto anche la possibilità di ricorrere alle deroghe al contratto nazionale attraverso accordi decentrati per poter modificare anche in peggio il contratto collettivo nazionale!

Noi della Filcams abbiamo duramente criticato il contratto del Terziario proprio sulla possibilità di peggiorare i diritti dei lavoratori nei singoli territori ed ora la Filcams sottoscrive per la cooperazione ciò che ha contestato per la Grande Distribuzione.

Se si mette in discussione il principio per cui il Contratto Nazionale è adattabile, a seconda dell’azienda, si mette in discussione l’essenza stessa del Contratto Nazionale e il suo valore generale. Si può aprire la corsa al ribasso tra coop, sui diritti dei lavoratori e con la scusa della crisi, senza nemmeno la consultazione degli addetti.

Un capitolo a parte merita il trattamento che avranno i dipendenti delle piccole cooperative che poi tanto piccole non saranno più visto che sono estese anche nel numero sino a 300 addetti.

E’ falso dire che così se ne favorirà l’accorpamento, semmai se ne incentiverà l’esternalizzazione delle attività di quelle medie per ridurre i dipendenti e far rientrare i loro lavoratori nella categoria dei lavoratori tutti di serie B.

A coloro che pensano che si sia sconfitta l’idea della COOP di applicare il contratto del Terziario rispondiamo che ormai le differenze sono così limitate che nella sostanza la distintività della cooperazione non esiste certo per il rispetto che ha nei confronti dei suoi dipendenti.

Per tutte queste ragioni, ovunque ve ne sarà la possibilità, proponiamo di

Votare NO

nelle assemblee di consultazione che si terranno fra i lavoratori nel mese di gennaio. Chiediamo alle direzioni nazionali delle Organizzazioni Sindacali, in primo luogo a quella della Filcams CGIL, di cambiare rotta, riaprendo la trattativa per chiedere e rivendicare:

Un vero contratto nazionale inderogabile

Un contratto della solidarietà contro le divisioni dei diritti tra vecchi e nuovi assunti

Un contratto che restituisca potere d’acquisto ai nostri salari.

Un contratto che dia dignità al nostro lavoro

Spartaco Martinelli rsa Filcams CGIL ipercoop (Roma), Cristina Forgia rsa Filcams CGIL ipercoop (Cuneo), Simona Leri rsu Filcams Cgil (Modena), Enzo Robustelli rsa/rls coop Filcams CGIL (Roma), Cristina Ronco Filcams Cgil (Novara), Claudio Po’ rsu coop Filcams CGIL (Modena), Barbara Colombari rsu Filcams Cgil (Genova), Savina Ragno rsu coop Filcams CGIL (Bologna). 

 

Contatti e adesioni: [email protected]