di Armando Petrini, coordinatore regionale FdS Piemonte
La scelta della Regione Piemonte di azzerare i fondi destinati alle borse di studio è gravissima. Non soltanto diverse migliaia di studenti già dichiarati idonei non potranno usufruire di un diritto acquisito, ma -quel che è per certi aspetti ancora più grave- in questo modo si mette in discussione un diritto costituzionale, il diritto allo studio, che dovrebbe trovare al contrario nelle Regioni il proprio garante.
La scelta della Regione Piemonte è una scelta politica. Una scelta che va nella direzione dello smantellamento progressivo dell’Ente per il Diritto allo Studio.
Proporre, come fa l’Assessore Maccanti, di passare al sistema del Prestito d’Onore, significa innanzi tutto non sapere che quel sistema non sta funzionando nei paesi dove è stato introdotto (per esempio la Gran Bretagna).
In secondo luogo significa non capire, o far finta di non capire, che un conto è erogare borse di studio a studenti meritevoli e in difficoltà economiche (il sistema attuale), contribuendo così a garantire il diritto allo studio, un altro conto è prestare dei soldi che dovranno poi essere rimborsati una volta laureati (il prestito d’onore). Non sembra esattamente un incoraggiamento allo studio prospettare agli studenti un ingresso nel mondo del lavoro con un debito sulle spalle di cui potranno sgravarsi solo dopo molti anni.
E’ indispensabile perciò che la Regione riveda la propria decisione, reintegrando i fondi per il diritto allo studio. I soldi ci sono, è necessaria la volontà politica.
La Federazione della Sinistra farà la propria parte fino in fondo, come ha fatto sin qui, a partire dalla discussione in Consiglio sul bilancio.