di Dina Balsamo, Comitato centrale Pdci | da www.comunisti-italiani.it
Nel nuovo Decreto scuola è prevista l’assunzione di 69.000 docenti in 3 anni, cioè 23.000 all’anno, che riusciranno a coprire a mala pena i posti lasciati liberi dai pensionamenti ma non restituiranno di certo il tempo prolungato e tutta le opportunità che offriva la “scuola di qualità” spazzata via da Tremonti e Gelmini.
Personale ATA: qui non si danno numeri, si parla di “un piano triennale di assunzione con copertura dei posti vacanti e disponibili per il personale ATA”: in parole povere si coprirà il turn over e si stabilizzeranno i posti in organico che, anche quest’anno, ha subito ulteriori tagli (in alcune province sono costretti ad intervenire gli Enti Locali per garantire l’apertura dei plessi scolastici). Nessuna buona notizia per i “quota 96”, lavoratori della scuola, cioè, che hanno maturato il requisito età+servizio ma che non possono andare in pensione a causa degli effetti della riforma Fornero; parecchi di loro hanno vinto cause davanti ai Giudici del Lavoro e ora sono in attesa di una sentenza della Corte Costituzionale. Gli unici che possono sorridere sono gli insegnanti di sostegno ma, per dire la verità fino in fondo, il sostegno è l’unica classe di concorso che, fino ad ora, aveva un organico pari a meno della metà delle reali esigenze degli alunni: una compensazione quindi.
Tante belle parole sul “Diritto allo studio” ma pochi soldi: 15 mil di euro per: combattere la dispersione, alleggerire la spesa delle famiglie per pasti e trasporti (sulla base dell’Isee) e premiare il merito negli studi in base alla valutazione scolastica. Non sono riuscita a trovare articoli che approfondiscano questa parte del Decreto ma temo che questi finanziamenti verranno “equamente” suddivisi tra le famiglie che mandano i figli alla scuola pubblica e quelli che si avvalgono della “libera scelta educativa” e, chissà come, hanno un ISEE più basso del mio. Universitari: la bella notizia è che verranno stanziati 100 milioni di euro per il Fondo per le borse di studio degli studenti universitari, quella brutta è che per il diritto allo studio universitario la Germania e la Francia stanziano qualcosa come 2 miliardi di euro all’anno e la Spagna quasi 900 milioni. In Italia, lo stanziamento per le borse di studio è stato, nel 2012, di appena 332 milioni e, da diversi anni, ha subito forti decurtazioni. In Francia gli studenti borsisti sono più di 560mila, in Germania più di 550mila e in Spagna più di 235mila. In Italia i tagli scellerati degli ultimi anni ci hanno portato da circa 150 mila a circa 130 mila borsisti.