di Giorgio Langella
Sergio Mattarella ha finalmente parlato. Su cosa? Sul fatto che la nostra Costituzione viene massacrata dalla “riforma” di Renzi? Sul fatto che tale “riforma” è stata approvata di notte, senza l’opposizione e da personaggi che siedono in parlamento grazie a norme dichiarate incostituzionali? Sul fatto che vengono chieste continue fiducie e che le camere sono ridotte a votare decreti e deleghe a un governo che impedisce il dibattito parlamentare? …
No, per carità, Mattarella ha detto la sua sull’assassinio avvenuto a Mosca con una dichiarazione: “Il Presidente della Repubblica ha appreso del brutale assassinio di Boris Nemtsov avvenuto nel centro di Mosca. Con Nemtsov scompare una figura significativa ed un autorevole esponente dell’opposizione in Russia”.
Mattarella interviene sul crimine moscovita ma è, invece, molto “discreto” nell’esprimersi sulle questioni italiane. Perché? Non avrebbe il dovere di esprimersi sulle ripetute espressioni di revanscismo fascista durante manifestazione promossa dalla Lega ieri a Roma dove si è ripetutamente inneggiato al duce? E perché nulla dice sul fatto che truppe statunitensi di stanza a Vicenza sono state trasferite in Ucraina ad aiutare un governo golpista, appoggiato da organizzazioni dichiaratamente naziste, in un conflitto che potrebbe trasformarsi in una guerra mondiale? E perché ha taciuto sulle sparate di qualche ministro che pochi giorni fa dichiarava necessario un intervento armato in Libia da parte del nostro esercito?
L’attacco alla Costituzione da qualsiasi parte provenga, dai fascioleghisti che manifestano a Roma, dai ministri vogliosi di entrare in guerra, da un governo che sta umiliando il parlamento impedendo – di fatto – la libera discussione delle leggi prima di approvarle o meno, dovrebbe essere puntualmente e severamente condannato dal presidente della Repubblica.
Mattarella invece, su queste cose, rimane “stranamente” muto. Forse non vuole “disturbare” chi sta umiliando e distruggendo la nostra povera Patria.