OdG presentato da Maurizio Brotini alla riunione del 12 giugno 2012 del Comitato Federale di Firenze del PdCI ed approvato con un astenuto
Inseriamo e pubblichiamo come contributo alla discussione
Le politiche economiche e sociali del Governo Monti-Fornero sono inique, classiste e recessive: vanno contrastate sul piano sociale e su quello politico. Sul piano sociale valorizzando il percorso di mobilitazione e di lotta deciso e messo in campo dalla CGIL con la decisione di effettuare le 16 ore di sciopero contro la decisione del Governo e su quello politico mettendo a disposizione delle forze politiche che contrastano Monti e che non fanno del Governo tecnocratico la loro stella polare la manifestazione promossa a Roma dalla FdS, l’unica manifestazione politica contro il Governo. Occorre altresì operare intelligentemente per favorire la proclamazione dello sciopero generale da parte della CGIL.
Il Governo Monti colpisce duramente i soggetti che rappresentiamo ma le “ricette” che propone non hanno prospettive. Il precipitare della crisi rende sempre più impraticabili soluzioni tecnocratiche centriste o “blairiane”. La borghesia europea è attualmente incapace di trovare una via d’uscita alla crisi. I poli economici del mondo si stanno progressivamente spostando a paesi come Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, che stanno acquisendo un potere economico mondiale sempre maggiore, al quale gli USA possono efficacemente contrapporre la loro preponderanza militare, ma non più quella economica.
Non è escluso che l’Europa si stia avviando a diventare una periferia rispetto ai grandi poli mondiali e l’Italia una periferia della periferia. La crisi del ’29 innescò sconvolgimenti economici e politici in Europa e negli USA, dove il Presidente Roosevelt reagì con il “New Deal”, rispondendo quindi alla crisi con una scelta, con tutte le sue contraddizioni, progressista. In Europa, al contrario, la risposta prevalente fu una radicalizzazione a destra degli equilibri politici: il nazismo in Germania, asceso al potere tramite libere elezioni e il fascismo in Italia.
Fatte le dovute distinzioni, ci troviamo in un’epoca simile: l’acutizzarsi della crisi e l’incapacità della classe dominante di risolverla con strumenti ordinari e con il consenso “democratico”, fa si che dalla crisi o se ne esce da sinistra, riconnettendo questione sociale e politica o da destra, in forme sempre più autoritarie e fascistoidi. È necessario proporre un’alternativa di Governo su base programmatica: una proposta di Governo, non di opposizione, che parta dall’opposizione sociale e politica alle politiche del Governo Monti e che si rivolga a tutte le forze progressiste, in analogia con quanto organizzato dalla FIOM-CGIL il 9 giugno, quando sono state chiamate ad un confronto programmatico la Federazione della Sinistra, SEL, IdV ed il PD.
Il capitalismo italiano non ha la capacità ed i mezzi per pensare nuovi prodotti, nuove tipologie di “consumo”. Il mercato è saturo di case, automobili, elettrodomestici: bisogna individuare e investire in nuove e diverse produzioni attraverso una programmazione e un intervento pubblico. Come comunisti dobbiamo porre al centro della nostra iniziativa l’elaborazione di proposte di politica economica e sociale credibili e praticabili, sorrette da un blocco sociale e politico della trasformazione, che parli alla maggioranza del paese. Linguaggi, toni, iniziative, soggetti sociali e politici di riferimento devono corrispondere a questa esigenza: classe operaia e lavoro dipendendete pubblico e privato, precari, cassintegrati, disoccupati assieme a pensionati e studenti, parlando altresì ai ceti medi in disfacimento; la CGIL, l’ARCI e l’ANPI come organizzazioni di massa; FdS, SEL, IdV e PD come espressioni politiche. Sapendo che siamo dentro una fase che vedrà profonde trasformazioni anche sul piano della rappresentanza politica, essendo l’attuale configurazione assolutamente transitoria.
Il problema essenziale dell’oggi non è la mediazione di “palazzo” tra le forze del centro-sinistra , ma dotarci di un programma di uscita dalla crisi “progressista e democratico”, che possa e sappia parlare ad un’area vasta comprendente SEL, l’IdV e quella parte del PD che non fa delle politiche del Governo Monti la sua stella polare, che sappia soprattutto parlare ai soggetti sociali colpiti dalla crisi ed agli elettori che in quei Partiti si riconoscono o potrebbero riconoscersi. Nostro compito politico è attrarre detta area in un polo di Governo e trasformazione che punti ad essere maggioritario.
Il Comitato Federale di Firenze del PdCI da mandato alla Segreteria Provinciale di preparare un’iniziativa politica sul territorio nei termini proposti dai compagni della CGIL.