di Gregorio de Falco
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pubblichiamo un breve ma efficace commento di Gregorio de Falco sulle recenti nomine del governo
Mentre la pandemia ancora affligge il Paese avendolo investito a macchia di leopardo, ed al Nord miete ancora centinaia di vite al giorno, mentre alcune Regioni entrano in tensione tra loro ed anche con il Governo in taluni casi, rischiando di provocare gravi lacerazioni, ai limiti del dettato costituzionale, e si avverte forte la crescente sofferenza della popolazione, oggi sarà presentata la lista di nomi per le cariche di vertice delle maggiori aziende pubbliche partecipate. Mentre le Regioni si accusano tra di loro di essere prone agli interessi degli industriali, sotto la copertura mediatica del Covid-19 si fanno le grandi spartizioni fameliche dei partiti, nella penombra e senza alcuna coerenza politica.
In queste circostanze, infatti, da alcune delle designazioni, come la conferma di Claudio Descalzi ad A.D. di ENI (PD/IV), proposta ed accettata a dispetto delle gravi accuse di corruzione internazionale e del conflitto d’interessi con la moglie, la quale ha responsabilità in società in rapporti con il gruppo ENI, questa decisione, sotto il profilo politico, è fatta soprattutto in contrasto con il cambiamento politico promesso dal Movimento 5 Stelle. In cambio di tale accondiscendenza, il Movimento “piazza” la Professoressa Lucia Calvosa, che è componente del board della casa editrice de “il Fatto Quotidiano”, alla Presidenza di ENI.
Contestualmente, il dott. Starace viene confermato A.D. dell’ENEL, ma in cambio il M5S ottiene di scegliere per la Presidenza, l’avvocato Crisostomo. Giusto per capire, il dottor Starace è quel signore che, in un’intervista, senza alcuna remora, aveva affermato che, nella organizzazione dell’ENEL: “Occorre distruggere fisicamente i centri di potere che non vogliono cambiare. Si deve creare malessere. Appena sarà evidente andrà creata paura nel resto dell’organizzazione”.
Un programma progressista, non c’è dubbio!
Insomma, mentre l’Italia è lacerata e gli italiani soffrono, “poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva…” (A.Gramsci), e si porta a compimento una spartizione di potere che rinnova l’inquinamento della società ad opera della politica, secondo le vecchie e giustamente disprezzate logiche nauseabonde dell’appartenenza politica, piuttosto che nella logica del merito nell’interesse dei cittadini.
Dispiace vedere il Movimento contendersi brandelli di sottopotere, proprio quella formazione politica che aveva avuto successo anche perché aveva fatto del cambiamento una bandiera. E’ triste vedere come sia stato ridotto il Movimento, mortificandone le persone migliori, e dimenticando le nobili aspirazioni ideali.