Intervista. Diliberto, appello alla sinistra: “assumiamo il programma della Fiom”

di Lorenzo Mauro | da www.articolotre.com

oliviero diliberto 2Il segretario del Pdci-Fds critica il governo e affronta il tema alleanze: “prima uniamo la sinistra attorno alla Fiom, poi vediamo che vorrà fare il Pd”.

Il governo festeggia la riforma Fornero e l’accordo europeo e Monti dichiara di vedere la luce in fondo al tunnel. Nel frattempo, la disoccupazione giovanile segna un nuovo massimo, ma la sinistra sembra immobile e concentrata sulla ‘questione alleanze’.

Onorevole Diliberto, i dati sulla disoccupazione pubblicati ieri continuano a preoccupare, specialmente per quanto riguarda il segmento giovanile. Il governo però dopo l’approvazione della riforma Fornero è ottimista sul futuro. Monti da Kiev ha dichiarato di vedere la luce in fondo al tunnel, lei che ne pensa?

Il 36% di giovani disoccupati, che diventa il 50% al Sud, è un dato drammatico e allarmante per il futuro del Paese. Da quando il Governo tecnico si è insediato non c’è un solo indicatore economico che faccia intravedere la ripresa. Iniquità e inefficacia potrebbe essere lo slogan di questo esecutivo. La riforma del lavoro, ad esempio, abolisce di fatto l’articolo 18 e non fa nulla contro la precarietà: le 46 forme contrattuali della Legge 30 sono ancora tutte lì.

Intanto il premier, tornato da Bruxelles, sembra aver difeso l’orgoglio italiano. Il risultato della riunione la soddisfa?

Diciamo che per la prima volta ha minacciato di mettere il veto, strategia che l’Italia avrebbe dovuto applicare da tempo. Detto questo, il risultato non è soddisfacente: il quadro giuridico rimane poco chiaro, ad esempio il Bundestag dopo il vertice ha votato un provvedimento in contraddizione con quanto stabilito, inoltre non sono fissate né la soglia né le condizioni per intervenire sul differenziale tra i titoli. Il problema principale è che i soldi del Fondo salvastati non sono sufficienti per intervenire sullo spread. Dal nostro punto di vista, l’unica soluzione possibile è un intervento diretto della Bce, che deve fungere da prestatore di ultima istanza. Ho la sensazione, tuttavia, che tutti questi nodi verranno al pettine al vertice convocato per il 9 luglio che dovrebbe stabilire i cosiddetti ‘dettagli’.

L’apertura di Bersani a Casini ha fatto infuriare Vendola e Di Pietro. Lei cosa ne pensa dell’apertura ai moderati? Si sente di dire ‘mai con l’Udc’?

Penso che la partita non si vinca né sulla rincorsa al centro né sul politicismo esasperato. La discussione in Italia e in Europa è come si esce da questa crisi. Krugman e Stiglitz in testa, che non sono certo due estremisti, dicono che la politica di tagli e massacro sociale è un vicolo cieco. Su questo credo si possano trovare convergenze nel centrosinistra. La domanda principale a cui dobbiamo rispondere è sul futuro dei nostri giovani. E la sinistra vince o ottiene risultati epocali, come testimoniano la Francia e la Grecia, quando aggredisce questi temi.

La prospettiva della Fds è centrosinistra unito o unità della sinistra alternativa al Pd?

Il ragionamento va ribaltato. La Fiom il 9 giugno ha presentato un programma di governo, che io mi sento di sostenere in pieno: ripristino dell’articolo 18, cancellazione dell’articolo 8 sui licenziamenti facili di Berlusconi, una tassa sui grandi patrimoni, investimenti sulla conoscenza. La sinistra politica e sociale, Fds, Sel, Idv in primis, assuma quel programma e sulla base di quelle proposte verifichi le intenzioni del Pd.

Un’ultima questione. Lei ha seguito gli Europei di calcio? I gol di Balotelli hanno mostrato urbi et orbi la multietnicità della società italiana e anche uno come Borghezio ha dovuto ammettere l’esistenza di “neri italiani”. Pensa possa essere un primo passo per una legge sulla cittadinanza? Voi vi impegnerete su questo fronte?

Ho seguito gli europei come la stragrande maggioranza degli italiani. L’Italia multietnica è una realtà da almeno due decenni. L’esempio di Balotelli che lei cita, come quello delle coppie di fatto, dimostra la difficoltà della politica nel registrare i cambiamenti in atto nella società. Per questo credo che non sarà facile fare passi in avanti. Noi, come sempre, ce la metteremo tutta, perché si tratta di provvedimenti sacrosanti che non servono solo ai comunisti o alla sinistra, ma al progresso del Paese.