Il Marchese del Grillo, un sosia all’ombra degli Arcana Imperii

di Anna Migliaccio, Comitato regionale PdCI Lombardia

sordi marchesedelgrillo«C’era una vorta un Re cche ddar palazzo / mannò ffora a li popoli st’editto: / “Io sò io, e vvoi nun zete un cazzo”». Il sonetto del Belli, recitato da Alberto Sordi, Marchese Onofrio del Grillo, nell’omonimo, splendido film, basta da sé a commentare la difficile situazione della costituenda amministrazione grillesca della città di Parma. Anche la trama del film c’azzecca e molto, giocata com’è sullo scambio di persona: il Marchese del Grillo, nobile sfaccendato, ha un perfetto sosia, popolano improbabile carbonaro alcolizzato, inseguito dalla moglie armata di mattarello per le bettole di Roma. Dopo il trionfo, a Parma urge la nomina di assessori e del Direttore generale. Ora, a quanto pare le nomine devono passare dal quartier generale Grillo – Casaleggia, come nella migliore edizione del neo-berlusconismo dei nominati.

Inutile dire che per la Legge non è così: il Sindaco, nell’attuale quadro normativo, è una specie di Presidente di una minirepubblica presidenzialista, per quanto senza autonomia e soprattutto senza portafoglio. La nomina degli assessori spetta a lui, e gli assessori non sono eletti, bensì nominati, questo è vero, ma nominati dal Sindaco, e non da Beppe Grillo. E’ chiaro che poi, nella realtà, le nomine rispondono, come è giusto e normale che sia, agli equilibri interni di una maggioranza politica. E’ ciò che chiamano democrazia rappresentativa, e significa che i cittadini, organizzati in forze politiche, Partiti politici, pretendono che ciascun Partito abbia una rappresentanza, magari proporzionale ai voti presi. E qui arriva il bello! Il Marchese del Grillo ci racconta che i Partiti sono morti, liquefatti, e che lui sarà il Messia di una nuova democrazia dal basso. Molti giornali padronali lo amplificano a dismisura, e sappiamo il perché: alla borghesia la democrazia non è mai piaciuta molto, tanto quanto non piaceva ai Papa Re, e ci hanno applicato vari edulcoranti. 

A Parma c’è un neo eletto Consiglio comunale. I suoi membri a chi rispondono? Per legge, ai cittadini che li hanno eletti. 

In che modo i cittadini potranno da ora in poi interloquire sulle scelte che costoro faranno? 

Pizzarotti è stato eletto da un partito non-partito, senza Statuto, senza trasparenza né democrazia interna, con un segretario- Padrone, che ha già commissariato, ab origine, l’eletto dai cittadini di Parma. L’eletto, ricordiamolo, che ha vinto grazie al convogliarsi su di lui nei ballottaggi dei voti che al primo turno erano della destra e del partito di Berlusconi. L’eletto che adesso farà i conti con la difficile questione delle alleanze: chi gli ha dato i voti non gli chiederà nulla in cambio? Con il Patto di stabilità, il PGT e le aliquote dell’IMU, l’emergenza sociale, in una città già reduce dal commissariamento e dagli scandali, che ora vedrà l’assalto di quegli stessi interessi che l’hanno precedentemente condotta al commissariamento. L’eletto, comunque, che è stato eletto dai cittadini di Parma, e che nessuno (men che meno Grillo!) è in grado di far decadere, se non il Consiglio comunale di quella stessa città, con una mozione di sfiducia, che riporterebbe a nuove elezioni dopo una fase di nuovo commissariamento. 

Ai cittadini parmensi ci piacerebbe oggi domandare che pensano del fatto che la scelta degli assessori per la loro città passi attraverso l’invio di curricola via mail al duo Grillo / Casaleggia. C’è chi dice addirittura che Beppe non c’entra, non è lui che parla. Personalmente gli credo, naturalmente non perché stimi Grillo migliore dei poteri oscuri che lo muovono, ma perché il gioco di scambio di persone in questo caso è multiplo e l’effetto non altrettanto divertente che nel film di Alberto Sordi. 

Là dietro il velo fantasmatico del blog, si aggira l’ombra di un potere oscuro, fatto di persone oscure, nel senso puro e semplice che non sappiamo chi siano. 

Ci piacerebbe anche sapere cosa pensano quelli che hanno eletto Pizzarotti: lo credevano un cospiratore della Rivoluzione, e oggi si accorgono che è un sosia del Marchese del Grillo? Nel gioco degli scambi il bello sta nello stare al gioco. Pizzarotti resta Sindaco di Parma anche con la bolla di scomunica der Papa Re Grillo, come l’amico Tavolazzi. A noi piace per ora stare a guardare lo spettacolo (che altro possiamo fare?) e ne vedremo delle belle, a tragiche! Noi, sagge mummie conservatrici e anti liberiste, ricordiamoci che i Partiti politici, possibilmente ben strutturati e ben organizzati, sono la forma più raffinata di democrazia popolare che dagli ateniesi in poi sia stata inventata. Al posto di questi ci può essere solo il Dictator, e a quanto vediamo, non avrebbe neppure le virtù di un Cesare o di un Cincinnato. E’ cosa, questa sulla quale invitiamo gli elettori a riflettere, possibilmente prima del 2013.