I libertari

di Pigramano | da www.comunisti-italiani.it

grillo manifestiDopo mesi , mesi e mesi di fuoco incrociato contro i partiti, la loro esosità e la loro oscura gestione interna, dopo due scandali che hanno riguardato proprio le modalità autistiche e cortigiane con le quali tesorieri e forse (!) segretari di Lega e Margherita hanno gestito le risorse economiche dei due partiti, scoppia la febbre libertaria. Tutto nasce quando la Rosy Bindi mette in votazione nel dibattito alla Camera sulla nuova disciplina dei rimborsi elettorali, un emendamento del’Udc Pierluigi Mantini che obbligherebbe i partiti richiedenti il rimborso di avere uno Statuto interno “conformato a principi democratici della vita interna con particolare riguardo alla scelta dei candidati, al rispetto delle minoranze, ai diritti degli iscritti”. La norma passa con 342 si, 54 no e 104 astenuti e….scoppia lo scandalo! L’Ansa per prima titola: “norma anti-Grillo” e a seguire fino a sera un susseguirsi di lanci e di articoli il giorno dopo che continuano su questa falsariga.

Ma il capolavoro occorre la sera stessa quando il direttore del Tg de La7 quasi interrompe il telegiornale alla Minzolini per dichiarare senza se e senza ma il suo disappunto sulla norma ritenendo che anche un movimento che “orgogliosamente” ritiene di non dover avere uno statuto interno, abbia diritto al rimborso suddetto perché lo stesso verrebbe erogato sui voti presi e non sulle prerogative di democraticità interna dei richiedenti. Siamo al cortocircuito. Capisco che oramai tra televisioni e giornali si sia scatenata la caccia all’audience grillina che è di moda (..tutto fa brodo in tempi di carestia editoriale..), capisco che difendere ed esaltare il risultato dei 5stelle e ridimensionare, livellare i risultati degli altri fornisce una indubbia per quanto virtuale boccata d’ossigeno ad un Monti forte di un consenso internazionale ma in caduta libera in patria, ma che adesso dopo il tentativo di omologare tutti i partiti ad unum oscenum, si scateni la canea libertaria, che insomma chiunque anche un singolo può prendere soldi dallo Stato e farci un po’ quello che gli pare senza regole e controlli mi sembra troppo. Allora diciamolo, ha ragione Bossi, i soldi della Lega sono “roba sua” con la quale mantenere figli, finanziare mogli, ristrutturare terrazzi e tra l’altro, guarda un po’, mantenere a lungo una rigida monarchia assoluta. Con buona pace di tutti i neo-libertari che farebbero bene a curiosare sulle modalità di mantenimento del loro capofila Partito radicale che si dichiara contro qualsiasi forma e percentuale di rimborso. Certo, i partiti hanno delle enormi responsabilità sulla miseria del dibattito che si è inserito su questi argomenti, ma bisogna cominciare a discutere anche della miseria di certo giornalismo d’accatto, di informazione senza più il senso del proprio ruolo e delle proprie responsabilità non meno essenziali per una decente vita democratica, sempre alla ricerca del titolo roboante o dello scuppone costi quel che costi anche se poco attendibile e poi siano gli altri a verificarne la veridicità. Ahimè, anche nel giornalismo quanto nella politica non c’è più scuola! Come se non bastasse questa “campagna” di libertà ha fornito uno straordinario assist a Grillo che ha subito ribadito sul suo blog che lui si tiene il suo Non-Statuto di 7 punti e del rimborso elettorale non gliene può fregare di meno, lasciando tutti noi a chiederci come lui e tutti gli altri ipocriti soloni che hanno proposto l’azzeramento totale dei rimborsi elettorali farebbero a finanziarsi anche in maniera Francescana. Per il resto ha ragione Diliberto quando dice che noi comunisti, sulla gestione delle risorse economiche e sulle rigide regole statutarie che ci legano liberamente e consapevolmente, non prendiamo di certo lezioni da un comico miliardario.