di Ângelo Alves, Commissione Politica del Partito Comunista Portoghese (PCP)
da avante.pt
Traduzione di Mauro Gemma
Pubblichiamo l’articolo del compagno Ângelo Alves come autorevole contributo alla discussione sugli sviluppi della politica italiana. L’articolo è reperibile anche nella rubrica “I comunisti e la questione nazionale”.
Italia, è tutto detto
Quando questo articolo sarà pubblicato, il parlamento italiano avrà già votato l’insediamento del nuovo governo italiano di coalizione tra i fascisti della Lega e il Movimento 5 Stelle. Sebbene un approfondimento si renda necessario, l’evento merita tre note telegrafiche:
1 – Il Movimento 5 Stelle, che si dice senza ideologia e che qualcuno è arrivato a considerare di “centro-sinistra”, è coautore, con un partito di natura fascista, di un programma di governo che, tra altre “chicche”, contiene misure come l’espulsione di 500.000 immigrati e rifugiati; sostegni sociali solo per gli italiani; ralizzazione delle autorizzazioni all’uso e al trasporto di armi; persecuzione dei musulmani praticanti; una luna di miele fiscale per i redditi più alti e le imprese e una riduzione della rappresentatività del parlamento italiano.
2 – Il modo con cui queste forze stanno gradualmente adattando il loro programma a un discorso “più moderato” su questioni relative all’Unione Europea, e il modo con cui hanno finito di accettare il veto sul nome indicato per il ruolo di ministro delle finanze, indica che il loro discorso elettorale di critica all’Unione Europea (che ha mobilitato molti voti in un contesto in cui le forze della sinistra non hanno assunto un’autentica critica), prima o poi, si rivelerà per ciò che è realmente: una strumentalizzazione populista dei giusti sentimenti del popolo italiano verso l’Unione Europea.
3 – E’ altamente chiarificatore della situazione politica in Italia e della natura politica dell’Unione Europea il fatto che l’unica difficoltà posta alla formazione di questo governo ha origine dall’esigenza che il ministro delle finanze non sia un difensore dell’uscita dall’euro. Ciò vuol dire che un governo può essere anche di natura fascista, purché non metta in discussione l’euro. E’ tutto detto!