di Anna Migliaccio, Comitato regionale PdCI Lombardia
Se la verità sullo scandalo tangenti di Finmeccanica è ancora oscura, e potrebbe riservare nuove sorprese e nuovi collegamenti, ci sono alcune certezze nelle vicende della holding che meritano la nostra attenzione. Sotto il governo Berlusconi -Bossi, Finmeccanica si è aggiudicata niente di meno che l’appalto per l’informatizzazione della security delle basi NATO. La notizia non ha ricevuto la dovuta attenzione sulla stampa nazionale, e nessun commentatore politico ha ritenuto attenzionarla, mentre è stata relegata alle pagine finanziarie, quasi che l’unico aspetto di rilievo fosse valutare l’andamento della società in Borsa. L’appalto di cui parliamo è una commessa di valore stratosferico. L’altra certezza, è che nell’ambito della Holding diverse società come Alenia, Fincantieri e Selex sono in fase di così detta ristrutturazione, che significa tagli di personale per migliaia di unità. Le aziende del gruppo stanno dismettendo, delocalizzando e licenziando in massa. La società però non è affatto in crisi, anzi, sta lavorando per gli USA e questi hanno probabilmente deciso che la produzione deve favorire l’occupazione della manodopera americana, e non di quella italiana.
Il cambio di governance ai vertici di Finmeccanica è una faccenda che non pare avere niente a che fare con la linea economica dl gruppo. E’ in atto da tempo un processo di dismissione di alcune delle aree produttive di Finmeccanica, a vantaggio della produzione militare che rimarrà l’unica ed esclusiva competenza. La commessa stratosferica da parte della NATO non porta alcun beneficio all’economia italiana, pur portando enormi introiti a Finmeccanica e ai suoi manager.
Oggi l’ex Ministro Maroni dichiara che il complotto mediatico giudiziario contro la Lega sarebbe una scusa per mascherare lo spacchettamento di Finmeccanica. Una affermazione notevole! In realtà, ciò che si deve osservare è che il governo Berlusconi – Bossi rappresenta la perfetta continuità con la politica del capitalismo a sovranità limitata che ha caratterizzato il cinquantennio democristiano sotto l’ombrello atlantico, con l’aggravante che quell’ombrello negli anni si è usurato, e non pare più in grado di difenderci dalla pioggia, come avveniva nell’epoca andreottiana, mediante un clientelismo diffuso e di massa, ovver a pioggia.
La ristrutturazione (ovvero privatizzazione – spacchettamento di Finmeccanica) è un fatto che certamente giova ad altre economie, e probabilmente risanerà quella americana, anche attraverso una escalation della politica imperialista, ma lede di sicuro i livelli di occupazione in Italia.
La terza certezza è che per fare operazioni del genere, cioè mantenere l’economia di un Paese in stato di soggezione e subalternità, il metodo delle tangenti può essere efficace, così come risulta efficace, a monte, selezionare una classe dirigente di boiardi facilmente corruttibili, di faccendieri, di personaggi prelevati dal sottobosco dell’Intelligence, e di politici della medesima specie. Si tratta di allevare mercenari, ossia personaggi che non possono, non devono, per loro natura, avere a cuore l’economia italiana e il suo sviluppo.
Questa classe politico – dirigenziale, che definiamo mercenaria, è funzione (causa e insieme prodotto, in una circolarità viziosa) di un paese a sovranità limitata, non poi dissimile rispetto al sudamerica dei colonnelli e dei golpe, almeno per quel che attiene la gestione delle politiche industriali, ma anche dei livelli di trasparenza di una democrazia compiuta e matura.
Oggi, mentre la crisi sta mordendo il proletariato di questo paese, e mentre la Magistratura svolge il suo interessantissimo e illuminante lavoro, non sappiamo nè se nè quando esso si tradurrà in sentenza. Le notizie giovino al crescere della coscienza politica, perchè ciò che conta non è sostituire singoli uomini, oppure offrire quale capro espiatorio alla giustizia elementi della manovalanza criminosa di tale geopolitica, come Lavitola o Bisignani.
Si tratta di riprendere possesso delle politiche industriali di questo paese, e restituire ad una classe politica nuova il pieno potere decisionale nel quadro di un legittimo interesse più mediterraneo e meno Atlantico.