Coalizione sociale, la Fiom fa sul serio

landini-la-pressedi Massimo Franchi
da il manifesto, 14 marzo 2015

Il progetto. Questa mattina prima riunione informale della «associazione di associazioni». Landini: nè Podemos nè Syriza, ma vogliamo cambiare il paese contro l’alleanza Renzi-Confindustria. Il leader dei metallurgici riunisce in sede Libera, Emergency, Arci, Libertà e giustizia. A metà aprile il lancio del nuovo movimento.

Le mail sono par­tite venerdì scorso. Desti­na­tari una cin­quan­tina di asso­cia­zioni, movi­menti, per­so­na­lità. Quasi tutti vec­chi com­pa­gni di strada: Emer­gency, Libera, Arci, Giu­sti­zia e Libertà, vari costi­tu­zio­na­li­sti. Come nuovi com­pa­gni di viag­gio si pos­sono citare gli stu­denti, le par­tite Iva, i free­lance, per­fino i gruppi cat­to­lici. Una vera «rete» da aprire «sul territorio».

Nes­sun par­tito invi­tato, nes­sun par­tito all’orizzonte. Ma, si sa, la panna media­tica si monta in fretta. Ed è bastato un arti­colo del Cor­riere della Sera che dava conto della let­tera del segre­ta­rio gene­rale della Fiom per creare un pan­de­mo­nio: «Nasce la Pode­mos di Landini».

Que­sta mat­tina alle 10 invece alla sala Airoldi del semin­ter­rato della palaz­zina ex Flm di Corso Trie­ste 36 si terrà sem­pli­ce­mente la prima riu­nione di un lungo per­corso della già ampia­mente annun­ciata «coa­li­zione sociale». La volontà è quella di «una chiac­chie­rata infor­male» par­tendo da chi ha par­te­ci­pato a “La via mae­stra” a difesa della costi­tu­zione due anni fa. Un con­fronto chiuso ai media che tra i par­te­ci­panti non avrà nomi alti­so­nanti anche per­ché non ci saranno né Gino Strada (il primo a dire sì pub­bli­ca­mente al pro­getto) né Don Ciotti, impe­gnati altrove e sosti­tuiti da loro col­la­bo­ra­tori, men­tre Ste­fano Rodotà è ancora alle prese coi postumi di una frat­tura alla gamba.

La novità comun­que c’è ed è rile­vante. La Fiom è la pro­mo­trice di que­sto pro­getto e ha un’idea su come por­tarlo avanti. La forma che dovrebbe pren­dere la «coa­li­zione sociale» è quella di «un’associazione di asso­cia­zioni», sulla fal­sa­riga di “Libera” di Don Ciotti che non a caso è in prima fila nella par­tita. Un appun­ta­mento più isti­tu­zio­nale per lan­ciare il pro­getto dovrebbe esserci a metà aprile.

Nes­suno — tanto meno Lan­dini — si è dilet­tato con nomi o sim­boli. Al momento l’unico nome e l’unica pro­po­sta è sem­pli­cemtne «coa­li­zione sociale», defi­nito «uno spar­tito» ancora tutto da scri­vere. Con alcuni capo­saldi però: indi­pen­denza, auto­no­mia, pen­siero col­let­tivo. Fare poli­tica — «come la Fiom fa da 115 anni» — pro­muo­vendo la par­te­ci­pa­zione, seguendo i prin­cipi della Costituzione.

L’idea di Lan­dini — che oggi sarà esa­mi­nata dagli altri movi­menti e da buona parte del gruppo diri­gente nazio­nale e locale della Fiom — è quello di darsi obiet­tivi strin­genti a par­tire dal tema lavoro. Lo scopo è ricon­qui­stare diritti in tutti i campi: beni comuni, giu­sti­zia, par­te­ci­pa­zione. Gli stru­menti saranno vari: dal refe­ren­dum abro­ga­tivo a quello pro­po­si­tivo, dalla legge di ini­zia­tiva popo­lare alla con­trat­ta­zione sociale sul ter­ri­to­rio. Nes­suna par­te­ci­pa­zione diretta a qual­siasi tipo di ele­zione, ma non si esclude di appog­giare sin­goli can­di­dati o movi­menti locali. In stretto rap­porto — come è sem­pre stato — con i par­titi e movi­menti poli­tici della sini­stra. Il modello dun­que non è Pode­mos (par­tito nato da una pro­te­sta sociale) o Syriza (fede­ra­zione di par­titi e movimenti).

«Io non so par­lare né spa­gnolo né inglese, parlo a mala­pena l’italiano. Quello di domani (oggi, ndr) è solo l’avvio per dare sostanza a una lotta per cam­biare il paese non come vogliono governo o Con­fin­du­stria ma come vogliono le per­sone che hanno a cuore giu­sti­zia sociale, libertà e i diritti del lavoro», ha riba­dito Lan­dini. Se pro­prio si vuole guar­dare a un modello, ad un esem­pio del pas­sato si può pen­sare al sin­da­cato che in Inghil­terra finan­ziava il Labour o alla rina­scita del par­tito socia­li­sta francese.

Nel frat­tempo in agenda c’è già un appun­ta­mento a Firenze il 23 marzo. E la mani­fe­sta­zione del 28 marzo, che da ieri ha anche un nome e un pro­gramma: si chia­merà “Unions”, la pri­ma­vera dei diritti e si terrà di (sabato) pome­rig­gio a Roma con cor­teo da piazza Ese­dra (ore 14) a piazza del Popolo, esat­ta­mente lo stesso pro­gramma de “La via mae­stra” del 12 otto­bre 2013.

Lan­dini ha lan­ciato l’idea della coa­li­zione sociale a novem­bre: met­tere assieme chi ci sta con­tro Renzi e la sua coa­li­zione con Con­fin­du­stria. A Cer­via tre set­ti­mane fa ha avuto il via libera da parte dell’assemblea nazio­nale dei dele­gati. Il docu­mento con al cen­tro il pro­getto di «coa­li­zione sociale» ha rice­vuto con oltre il 90 per cento avendo il voto favo­re­vole anche della com­po­nente rifor­mi­sta dei “camus­siani” gui­dati da Gianni Ven­turi. La stessa Camusso è stata messa al cor­rente del pro­getto e delle riu­nioni già orga­niz­zate. Non che que­sto abbia dimi­nuito la sua con­tra­rietà, ma (i pro­ba­bili) attac­chi che arri­ve­ranno da altri espo­nenti della Cgil hanno comun­que uno scudo solido nel fatto che l’operazione è già stata spie­gata e illu­strata ai ver­tici di Corso Italia.