di Fosco Giannini, Segretario regionale PdCI Marche
Il PdCI delle Marche ha partecipato, martedì 15 ottobre, alla manifestazione contro le politiche neoliberiste del governo Letta-Alfano, contro il capo del governo e i suoi ministri giunti nella città Dorica per un summit italo-serbo. Il segretario della Federazione provinciale PdCI Ancona, Fabio Pasquinelli; la segretaria della Sezione PdCI Ancona, Loretta Boni, assieme a dirigenti regionali e ai militanti del PdCI hanno sfilato assieme ai giovani dei centri sociali e ai dirigenti regionali del PRC e di SEL, assistendo sia alla carica di passione democratica dei giovani e dei militanti comunisti e di sinistra, che alle cariche, assurde e violente, delle forze dell’ordine contro i manifestanti.
“ Contro il governo Letta – Alfano; contro l’innaturale, antidemocratica e antioperaia Grossa Coalizione tra il PD e il PDL; contro le sue politiche liberiste che non rinnovano la cassa integrazione, che non risolvono il problema degli esodati, delle delocalizzazioni selvagge e di massa, che continuano le politiche di riarmo e di guerra, che finiscono di abbattere la sanità e la scuola pubblica in osservanza dei più duri diktat dei Trattati dell’Unione europea, che vogliono manomettere in senso liberista la Costituzione nata dalla Resistenza”: con queste parole d’ordine centinaia di giovani del centri sociali autogestiti, di comunisti e della sinistra anconetana hanno attraversato Ancona, con la città blindata, strade vietate, un imponente schieramento di polizia e gli elicotteri dei carabinieri a controllare dal cielo. Momenti di tensione ci sono stati nel corteo, una prima volta quando la polizia ha impedito l’accesso in via De Gasperi per non far avvicinare i manifestanti al palazzo della Regione, dove si stava tenendo il meeting italo-serbo, avente come obiettivo il progetto di una nuova “macro-regione Adriatica” (Quale “macro-regione”? Della democrazia e della pace o del liberismo dettato dall’Ue, delle guerre imposte dalla USA e dalla NATO? Di un Adriatico come il mare della solidarietà tra i popoli o di un mare razzista, che respinge ed uccide gli immigrati?: questi i temi dei manifestanti). Un altro momento di forte tensione si è avuto quando, su corso Carlo Alberto, sempre la polizia ha improvvisamente caricato, ferendo un giovane al volto. Dopo di che è stato consentito al corteo, che ha mantenuto sempre la sua compattezza e la sua volontà non violenta, di proseguire, pacificamente come era cominciato, e di concludersi, dopo aver raggiunto piazza Ugo Bassi, il ponte e finalmente via De Gasperi.
Il messaggio al capo del Ber-Letta (governo Berlusconi-Letta) è stato comunque mandato forte e chiaro attraverso gli striscioni, gli slogan e i discorsi dei manifestanti. I giovani dicono basta con la precarietà, i licenziamenti e gli sfratti e con l’austerità imposta sempre a senso unico, verso il basso; sono contro l’infame razzismo che specula sulle guerre tra poveri e chiedono di abolire la vergognosa legge Bossi Fini; vogliono che sia garantito a tutti il diritto all’acqua e che siano tutelati i beni comuni. E vogliono difendere e praticare la democrazia e la Costituzione, contestando legittimamente gli sbarramenti, le chiusure di strade e la militarizzazione di un’intera città, una militarizzazione volta ad impedire una legittima – annunciata e praticata – contestazione pacifica al governo; una militarizzazione spropositata che in sé era, essa sì, una provocazione non pacifica. “ E per fortuna che Letta è un capo del governo a nome di un Partito Democratico”, dicevano i giovani, gli studenti, i lavoratori, le donne, durante il corteo. La coscienza politica tra i giovani è, probabilmente, più grande di quanto si pensi. E’ la lezione della manifestazione di lotta svoltasi ad Ancona. Una speranza di trasformazione e di pace. Nata sotto gli elicotteri di guerra.