Alte intese sulla larga velocità

treni paralleliRiceviamo da Norberto Natali e volentieri pubblichiamo

Eccolo là, il comitato d’affari (imperialista) della borghesia, ennesima conferma dell’attualità del pensiero marxista: PD, Salvini, Berlusconi e fascisti (più o meno sfumati o ritinti).

Hanno finto di farsi la guerra per vent’anni, strumentalizzando i valori e gli ideali (condivisibili o meno) di tanti semplici elettori e poi -su comando della Banca Centrale Europea e della Commissione UE- hanno governato insieme per anni, imponendo infamie come la legge Fornero. 

Ora ci risiamo: dopo aver demonizzato per anni il “populismo” e il “sovranismo” (sostituendo Berlusconi con Salvini) eccoli a braccetto ad imporre il treno ad alta velocità, necessario ai capitalisti di mezza Europa. 

Tutti siamo sempre più colpiti da quei bombardamenti di tipo nuovo che sono gli uragani, le alluvioni e le frane, la tropicalizzazione del clima e le ondate di calore sempre più intense ed insopportabili. Le mutazioni climatiche, sempre più rapide ed angosciose, non sono un fatale destino ma atti di guerra che il sistema di produzione capitalista, per inseguire il proprio profitto, compie contro i popoli e l’avvenire.

Il comitato d’affari, però, pensa alla TAV come cinquanta anni fa avrebbe pensato alla plastica e prima ancora al DDT (che fu venduto e diffuso a tutto spiano finché si scoprì che provocava orribili deformazioni nei bambini ed inquinava perfino le profondità glaciali dei poli). Tutte queste merci (anche la TAV, a suo modo, lo è) vengono -e venivano- presentate come la bacchetta magica per lo sviluppo e la ricchezza: ma solo per lor signori, perché non ci hanno mai risparmiato l’aumento della disoccupazione, la riduzione dei salari e delle pensioni, le morti sul lavoro con tutto il corollario di incidenti e malattie professionali.

Il capitalismo è arrivato ad un punto di crisi tale che deve far circolare (mettere a profitto) i capitali in qualsiasi modo, sempre più freneticamente, senza badare a nulla (né al clima, né alle condizioni di lavoro), bisogna spendere i soldi purché sia, anche in opere che magari crollano dopo un po’ di tempo: non importa, poi se ne farà un’altra. 

È in questo quadro, che si spiega la priorità che i capitalisti danno ai tanti miliardi da spendere per la TAV: se poi essa avesse qualche effetto positivo -ammesso ma non concesso- sarebbe solo un fatto casuale, magari gradito ma superfluo. L’importante è il profitto di pochi speculatori. 

Quelli del comitato d’affari sono tutti uguali, con poche sfumature secondarie a differenziarli, nel subordinare l’interesse dei lavoratori (ma anche del clima come del livello di civiltà dato dai servizi sociali , ecc.) al profitto di pochi monopoli finanziari: la storiella è che se i padroni guadagnano, poi ne beneficiano tutti. Una storiella già smentita dai fatti e dalla storia i quali, invece, dimostrano tutto il contrario.

Se sono tutti uguali -ma non possono ancora sopprimere completamente la democrazia anche formalmente- come fanno a dividere il popolo e a spartirsi i voti delle masse secondo le più elementari regole della concorrenza commerciale? Semplice: devono trovare qualche argomento da rendere così abbagliante che nasconda il fatto che la loro concezione economica (ma anche della democrazia, nonché della politica internazionale) è sostanzialmente uguale. 

In alcuni casi, si “litigano” il ruolo di chi è il referente più affidabile, per esempio, degli USA o della NATO. Di conseguenza, fanno in modo che il popolo sia assorbito principalmente dal tema del “razzismo” di Salvini o della “invasione islamica” di cui incolpa i suoi avversari oppure sulle ridicole e medioevali tesi che il primo ha sponsorizzato nel convegno di Verona di qualche tempo fa contrapposte alla supposta distruzione della famiglia che sarebbe obiettivo dei suoi presunti antagonisti.

È lampante il caso del Venezuela, sul quale Salvini e Zingaretti hanno fatto a gara a chi fosse più filogolpista. Comunque la si pensi sulla questione, nessuno dubita che la politica di Trump (il tentativo golpista di Guaidò), avrebbe provocato una guerra sanguinosa e di lunga durata, peggiore di quelle già scatenate, recentemente, in Libia e Medio Oriente. Sarebbe stato un disastro che avrebbe costretto milioni di venezuelani a fuggire disperatamente, anche verso l’Italia, visto che molti di loro dispongono di un doppio passaporto. 

Quindi, i nostri “razzisti” e certi “antirazzisti” per quanto attiene loro, prima avrebbero contribuito a provocare la guerra in Venezuela e poi -quando milioni di innocenti sciagurati avrebbero cercato riparo in Italia- entrambi avrebbero lucrato le proprie fortune elettorali: chi con i “porti chiusi” e scimmiottando atteggiamenti anti-invasione, chi invocando “umanità ed accoglienza”.

Uniti nel prendersi gioco di tutto il popolo (comunque orientato) come uniti pensano alla TAV e agli altri ricchi affari dei loro padroni, mentre il mondo brucia…