Alle primarie in Lombardia il PdCI sostiene Andrea Di Stefano

di Anna Migliaccio, comitato regionale PdCI Lombardia

andreadistefanoSabato pomeriggio, a Milano presso la Cascina Cuccagna, il prof. Andrea Di Stefano, economista e direttore della rivista “Valori” ha convocato una conferenza stampa per lanciare la propria candidatura alle primarie per le elezioni regionali in Lombardia. Il candidato ha lanciato un programma fortemente caratterizzato a sinistra (lo si può trovare sul sito www.perunaltralombardia.it) e si è candidato a rappresentare la sinistra “a sinistra” del PD, includendo apertamente e senza ambiguità il PdCI, presente in delegazione con il suo Segretario Regionale, il compagno Gianni Pagliarini, e altri membri della segreteria regionale. 

Il PdCI in Lombardia intende essere parte della coalizione di Centro sinistra e partecipare alle primarie, sostenendo il candidato Di Stefano. Dal canto suo, Rifondazione Comunista, in Lombardia, ha assunto a maggioranza la medesima decisione e sostiene il medesimo candidato. Le riflessioni sulla diversa (incompatibile) strategia locale e nazionale dei nostri compagni di Rifondazione la lasceremo ad altra sede, anche perché davvero incomprensibile. 

In questa annunciamo che è in corso la raccolta delle firme, tremila, necessarie affinché il candidato possa partecipare alla pre competizione elettorale e che i tempi sono strettissimi: sabato prossimo!

Ora, per chi leggesse i giornali di oggi, la notizia che chi scrive sta dando, e cioè la candidatura di Andrea Di Stefano, sarebbe di non facile reperimento. Al candidato Andrea Di Stefano non viene dedicato altro che qualche rigo di menzione. Diamo atto a Repubblica, edizione di Milano, di avere dedicato un trafiletto. Eppure si tratta di una persona nota e popolare, che tra l’altro proprio su Radio Popolare conduce una trasmissione di approfondimento economico (Il giorno delle locuste). La notizia del giorno è invece la discesa in campo del candidato Umberto Ambrosoli, che dopo aver detto no, ora pare dire sì, e a parere dei dirigenti del PD e, a quanto ci è parso capire, dell’area centrista della coalizione, renderebbe le primarie superflue. Qualcuno giustamente non ci sta. Non ci stanno gli altri candidati alle primarie, già a buon punto nella raccolta delle firme, e non ci sta il candidato Andrea Di Stefano. Mentre qualcuno, o più d’uno, di cui taceremo il nome, è pronto a ritirarsi se rassicurato sulla propria futura sorte, noi, pur non avendo nella nostra cultura politica le primarie, a questo punto riteniamo sbagliata la scelta di non farle, soprattutto se questa scelta significasse un restringimento della coalizione e un’interdizione al contributo che anche noi stiamo dando alla redazione del programma. 

In questa fase politica le elezioni regionali in Lombardia sono un’occasione troppo importante perché si corra il rischio di affossare nei personalismi la possibilità vera e concreta di una vittoria del centrosinistra, tutto intero. Come evidenziato dallo stesso prof. Di Stefano durante la conferenza stampa, ritirare le primarie dopo averle annunciate apre le porte all’astensione e all’antipolitica, ovvero rafforza i due fenomeni che hanno caratterizzato le elezioni siciliane: affermazione del Partito di Grillo, che noi non riteniamo di collocare nel campo della sinistra, e diserzione delle urne. Noi, da comunisti, dobbiamo aggiungere a questa corretta analisi che antipolitica e astensione sono due fenomeni funzionali al disegno politico della grande borghesia, e che pertanto non deve sorprenderci che siano proprio gli organi di comunicazione (giornali e tv) borghesi ad accentuarli mediante la propaganda. Ci auguriamo che il PD lombardo assuma oggi la decisione di confermare le primarie in Lombardia, e di non modificarne le regole in corsa, un’altra decisione, quest’ultima, ventilata, e altrettanto pericolosa in quanto non priva di possibili conseguenze per l’esito delle primarie nazionali.