di Norberto Natali
SENTI CHI PARLA. Dunque gli elettori liguri hanno “premiato il buongoverno” della destra, secondo le prime dichiarazioni della Meloni e dei suoi alleati.
Condividono ciò molti dell’ambiente PD e di centrosinistra concludendo -di conseguenza- che il popolo ligure è complice (o quanto meno indifferente) con la corruzione e la destra: parlano proprio loro che consegnarono la Liguria alla destra a causa del malaffare e della corruzione delle proprie amministrazioni. Qualcuno, più spericolato, si spinge a dire (sempre in varie chat, gruppi, ecc.) che Orlando avrebbe perso per colpa dei “comunisti”. Parlano proprio loro che insieme alla destra hanno votato la equiparazione dei comunisti (e dell’Unione Sovietica) al nazismo nel quadro di un disegno che mira alla messa al bando proprio dei comunisti. Parlano proprio loro che fanno a gara con i fascisti ad essere più guerrafondai, più amici dei nazisti ucraini e immobili rispetto al genocidio del popolo palestinese, cavandosela con qualche parola retorica mentre continuano ad armare e sostenere Israele.
I NUMERI VERI. Il candidato della destra, Bucci, ha preso 92.000 voti -quasi un quarto del totale- in meno del suo predecessore Toti il quale, nel 2020, prese il 56,1% dei voti validi invece del 48,7% attuale. Tuttavia i politicanti -quando commentano i risultati odierni come gli altri- parlano del “popolo” o “dell’elettorato”, senza precisare che si riferiscono alla minoranza che vota effettivamente.
Perciò, se vogliamo parlare di questo, bisogna riferire i risultati effettivi all’insieme degli aventi diritto al voto.
In Liguria sono poco più di 1.340.000 e di questi solo 291.000 hanno votato per il candidato della destra, ossia appena il 21,7% del totale mentre Toti ottenne il 28,6%: come si vede, appunto, ben un quarto in meno.
Il centrosinistra ha preso 282.000 voti (47,3% dei voti validi) ossia il 21,1% dell’intero corpo elettorale. Nel 2020 aveva preso 265.000 voti a cui va aggiunto il risultato di un’altra lista (oltre 16.000 voti) della stessa area (renziani, socialisti, ecc.) oggi presumibilmente confluiti nel risultato di Orlando. Il centrosinistra, quindi, prese, complessivamente, gli stessi voti e la stessa percentuale (sul totale degli aventi diritto) di oggi.
Di conseguenza, chi blatera di popolo complice e di destra avrebbe dovuto dire la stessa cosa quattro anni fa.
LE VERE COLPE. La verità è che nel PD e nel centrosinistra si fa come quel tale che imbocca l’autostrada al contrario e dice che tutti gli altri automobilisti vanno contromano!
Se guardiamo all’andamento dei voti effettivi, ossia alle donne e agli uomini in carne ed ossa e non alle percentuali ufficiali (che sono ingannevoli a causa dell’astensionismo), chi è che perde da sempre, regolarmente, voti è il PD e ancor di più il centrosinistra nel suo complesso. Lo fa quando governa ed amministra ma anche quando è minoranza e addirittura pure quando la destra è impresentabile e travolta dalla corruzione o perlomeno non riesce ad aumentare voti neanche in questo caso.
I 92.000 elettori che hanno votato Toti quattro anni fa ma non per Bucci oggi, in gran parte hanno preferito astenersi anziché sostenere Orlando o altri. Il PD e il centrosinistra si domandino perchè non sono credibili né al governo né all’opposizione anziché scaricare le loro colpe sul popolo (e addirittura sui comunisti) come del resto sono abituati a fare: con il jobs act ed altre leggi da loro volute, per esempio, hanno scaricato le colpe del padronato sui lavoratori e sui disoccupati, con la Fornero sui pensionati come pure il loro malgoverno in materia sanitaria l’hanno fatto pagare ai malati e ai lavoratori della sanità.
Questo è il problema vero: in Italia non c’è alcun movimento reazionario di massa, non c’è alcun sostegno popolare diffuso per gli interessi del capitale, per la guerra, per l’armamento dell’Ucraina e di Israele; le masse preferiscono, però, astenersi piuttosto che votare il centrosinistra.
Probabilmente, il regime fascista -in un periodo degli anni ’30 del novecento- ha goduto di un consenso di massa pari a quello che riscuote oggi il regime bipolare fondato sul balletto centrodestra-centrosinistra.
BISOGNO DI ALTERNATIVA. Questi spunti di riflessione, purtroppo, vanno adattati anche ai risultati della sinistra alternativa. L’alleanza tra Potere al Popolo, PRC e PCI ha avuto un risultato desolante ma in linea con le tendenze decennali ed anche prevedibile. È stata votata da meno di 4 elettori su 1.000, nonostante tanti fattori di questa consultazione fossero a favore di un risultato ben più ampio.
La sola Unione Popolare, per esempio, alle politiche di due anni fa ha ottenuto un numero di voti di 2,5 volte superiore di quello attuale (12.800 a fronte dei 5.079 di oggi). A conferma, peraltro, che la ripetutamente vagheggiata “unità dei comunisti” ha bisogno di principi e strategia e non di estemporanee aggregazioni elettorali. Per non dilungarmi, ripropongo la prospettiva di Unità Popolare che si può rintracciare sul mio profilo fb alla data del 4 ottobre 2019.
Le percentuali ufficiali (ossia calcolate sulla base dei voti validi effettivi) danno il 96% dei voti alla somma di centrodestra e centrosinistra: quattro anni fa tale somma era il 95%. Ciò significa -giova ripeterlo- che le masse esprimono la propria opposizione allo stato di cose presente più astenendosi che votando presunte alternative. Ciò vale per le due coalizioni del regime bipolare quando sono all’opposizione ma ancor di più per le varie liste rivali dei due poli.
Capisca chi può, come direbbe Marx.
PESI E MISURE. Concludendo, ora “tutto il potere” andrà, per amministrare la Liguria, ad una coalizione che NON ha avuto il consenso di oltre il 78% del popolo e che ha preso appena lo 0,6% (rispetto all’intero corpo elettorale) in più del suo avversario più forte. Questa è una situazione che si rispecchia, da qualche anno, più o meno ovunque, a livello nazionale e locale.
Sorvolando ora su molti altri fattori e considerazioni, con questi risultati le nostre forze di potere vanno attribuendo (o negando) patenti di democrazia alle elezioni di tutti i paesi del mondo (a parte quelli del G7).
La domanda è d’obbligo: se i BRICS, per esempio, di fronte a risultati del genere, sostenessero forze italiane che affermassero che le elezioni sono truccate, disconoscendo i vincitori, chiedendo riconteggi, ricorrendo anche a manifestazioni ben più violente ed eversive di quelle già vietate in Italia nelle settimane scorse, cosa direbbero giornalisti e politicanti “atlantisti” nostrani?
Unisciti al nostro canale telegram